Scotti, Tommaso

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Tommaso Scotti, noto anche come Tommaso da Vigevano (Vigevano, 1491 - Roma, maggio 1566) è stato un inquisitore domenicano.

Nel 1553 fu chiamato a Roma per coadiuvare Michele Ghislieri, allora commissario generale del Sant'Uffizio. Assunse quest'ultima carica alla nomina cardinalizia di Ghislieri (maggio 1557). Si occupò dell'indagine contro il cardinal Morone e di varie altre indagini ad essa connesse (Domenico Morando, Bonifacio Valentini, Antonio Gadaldino), ma anche dei casi di Renata di Francia e Ambrogio Cavalli. Pur inviso al popolo romano, alla cui ira per poco scampò allorché, alla morte di Paolo IV (18 agosto 1559) esso assaltò il Palazzo dell'Inquisizione a Ripetta, fu confermato nella carica di commissario generale da Pio IV. Durante il suo papato si occupò delle indagini a carico di Ludovico Castelvetro, Camillo Sozzini e i seguaci superstiti della setta di Giorgio Siculo, e partecipò all'esame di Giovanni Grimani patriarca di Aquileia. Pio V lo nominò vescovo di Terni il 6 marzo 1566. Morì nel maggio dello stesso anno.

Bibliografia

  • Processo Morone2, vol. 1, pp. 51-52.
  • John Tedeschi, Scotti, Tommaso in DSI, vol. 3, pp. 1401-1402.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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