Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Nel marzo 1559 Giovan Battista Castelli, vicario del vescovo di Bologna Giovanni Campeggi, fece arrestare quattro donne accusate di sortilegi ad amorem. Sottoposte a tortura, le donne confessarono tutte le accuse, ammettendo anche di aver partecipato al sabba.
L'intera inchiesta fu condotta dal vicario vescovile Giovan Battista Castelli (coadiuvato dal giurista Sebastiano Rolandi, che gli succedette come vicario vescovile alla fine del maggio 1559) con l'accordo dell'Inquisitore Eustachio Locatelli. Anche se il vescovo di Bologna e l'Inquisitore propendevano per risparmiare la vita alle donne, dopo che la documentazione fu trasmessa alla Congregazione del Sant'Uffizio, da Roma giunse l'ordine da parte di Paolo IV di condannare a morte le donne.
Vincenza Ferrarese (moglie di Giovanni), Domenica Malatesti, Laura Campani detta la Mingarella ed Elisabetta Zochi furono impiccate in piazza del Mercato il 27 maggio 1559; altre due donne coinvolte nell'inchiesta, Susanna de Monte e Margherita Noli, si sottomisero all'abiura e furono riconciliate.
Bibliografia
- Guido Dall'Olio, Tribunali vescovili, inquisizione romana e stregoneria. I processi bolognesi del 1559, in Il piacere del testo. Saggi e studi per Albano Biondi, a cura di Adriano Prosperi, Bulzoni, Roma 2001, vol. I, pp. 63-82.
- Rainer Decker, Witchcraft & The Papacy. An account drawning on the formerly secret records of the Roman Inquisition, University of Virginia Press, Charlottesville 2010, pp. 91-93.
- Andrea Del Col, L’Inquisizione in Italia. Dal XII al XXI secolo, Mondadori, Milano 2006, pp. 592-593.
Article written by Daniele Santarelli & Domizia Weber | Ereticopedia.org © 2020
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]