Corona, Bernardino

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Bernardino Corona (Roma, 1517 – Roma, 11 dicembre 1597), già noto per essere stato al servizio di Guglielmo Sirleto, dopo aver iniziato a frequentare l’Oratorio di S. Girolamo della Carità, si è legato strettamente a Filippo Neri (delle cui estasi è stato diretto testimone), facendo parte per un ventennio della comunità oratoriana come fratello laico onorario.

Biografia

Il romano Bernardino Corona, nato nel 1517 e dunque di due anni più giovane di Filippo Neri, può essere considerato un suo coetaneo. Inizialmente è documentato tra i familiari del cardinale Guglielmo Sirleto, che lo considerava persona di fiducia. Difatti, quando nell’agosto del 1576 il dottissimo calabrese decise di versare a titolo personale un contributo per la fabbrica della Chiesa Nuova, la cui prima pietra era stata benedetta il 17 settembre 1575 dal cardinale Alessandro de’ Medici, fu proprio lo stimato Corona a far pervenire a Francesco Maria Tarugi la somma di 110 scudi: «Io Francesco Maria Tarugi ho ricevuto dall’Ill.mo e R.mo Cardinale Sirleto sc. 110 di moneta per mano di ms. Bernardino Corona, quali sono per limosina in soccorso de la nostra fabrica de la Chiesa di S.ta Maria in Vallicella. […]»1.
Bernardino Corona fu tra i primi penitenti di padre Filippo, la cui conoscenza diretta risale al 1555, e fra i più assidui frequentatori degli esercizi spirituali che si tenevano a S. Girolamo: «Il primo anno de Paolo Quarto, cominciai a cognoscere il p. m.s Filippo a S. Hieronimo della charità et mi cominciai a confessare da lui, ogni matina, fin che lui ha potuto, et, poi, da m.s Alessandro [Fedeli2. Quando Corona entrò a far parte tra i primi discepoli della cerchia originaria del Neri, gli esercizi filippini si svolgevano nell’antico granaio sopra la chiesa di S. Girolamo della Carità, come viene precisato da Simone Grazzini al processo di canonizzazione per padre Filippo. In questa circostanza, il fiorentino Grazzini dichiarò che «si cominciò a far l’oratorio sopra la chiesa, o vero una delle nave della chiesa di S. Gieronimo, dove tenevano il grano quelli della Charità; et quivi ogni sera s’andava a fare oratione, tutti li figlioli spirituali del detto p. Filippo; et il lunedì, mercordì et venerdì, si faceva la disciplina; et, il dì delle feste ogni mattina, un’hora nanti dì, l’oratione»3. Queste prime riunioni nell’antico granaio di S. Girolamo andrebbero prudenzialmente datate tra il 1554 e il 1555. Ancora prima, gli incontri si tenevano in forma più ristretta nelle stanze di padre Filippo e ad essi allude Pompeo Pateri nella sua dettagliata rievocazione dei primi tempi dell’Oratorio4.
Antonio Gallonio, biografo di padre Filippo e suo fedelissimo, riferisce che Bernardino Corona entrò stabilmente in comunità soltanto nel 1578 come fratello laico, insieme a Ludovico Parigi e a Giovanni Paolo Curiazio5. Tuttavia, Corona non veniva considerato propriamente un laico, tenuto conto che nel registro cronologico gli stessi padri filippini lo ricordano come «clericus nostrae Congregationis»6. A quel tempo, gli esercizi dell’Oratorio si svolgevano già da un anno nella chiesa di S. Maria in Vallicella, sede definitiva della Congregazione, che sarà poi resa esente dalla giurisdizione di S. Lorenzo in Damaso per effetto della Bolla papale Ecclesia S. Mariae in Vallicella, che reca la data del 1° settembre 1578. Il 3 febbraio dell’anno precedente Alessandro de’ Medici aveva celebrato la prima Messa alla Chiesa Nuova7.
Nelle memorie filippine Bernardino Corona viene ricordato specialmente per la sua disponibilità e umiltà, che lo spingeva ad occuparsi prioritariamente delle mansioni più basse o ritenute meno dignitose; in particolare, fu addetto alla cucina ed esercitò a lungo la funzione di infermiere di casa. Corona era considerato anche «huomo di gran carità, di maniera che ripartiva liberamente le sue entrate tutte a poveri senza riservar per se stesso ne pur un soldo»8. Assisteva poi regolarmente alla messa di padre Filippo e in più occasioni fu testimone oculare delle sue estasi, che pochi mesi dopo la morte del Neri, nell’ottobre del 1595, riferì non senza enfasi al processo di canonizzazione come persona bene informata della sua santità di vita: «Il padre, quando diceva la Messa (che io ci stavo quasi ogni matina) tremava assai et (tre volte in circa, io l’ho visto) nanti che alzasse l’Hostia, si alzava sulla ponta delli piedi, di modo che io mi maravegliava, in che modo potesse star così, et si vedevano li vestimenti et il camiso tremare. Il p. m.s Filippo era bono et santo: così fosse io»9. Tuttavia, le sue condizioni di salute dovevano essere a quel tempo già un po’ precarie se Cesare Baronio l’anno precedente ne sottolineava gli acciacchi della vecchiaia10. In ogni caso, nella comunità della Vallicella si metteva in evidenza che, pur decrepito, deliziava padre Filippo con la sua «purezza»11.
Bernardino Corona morì l’11 dicembre 1597 all’età di ottant’anni12. La sua biografia fu inclusa in due redazioni nella raccolta Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio, iniziata dall’erudito Paolo Aringhi e rimasta a lungo inedita e trascurata tra i manoscritti della Biblioteca Vallicelliana13. Aringhi fu una fonte privilegiata di Giacomo Ricci, che si rese autore di una Breve notizia di alcuni compagni di S. Filippo apparsa in appendice alla nuova edizione «accresciuta» per il cinquantennio della fortunata Vita di S. Filippo Neri di Pietro Giacomo Bacci, la cui prima stampa risale al 1622, ma quello stesso anno fu pubblicata «con nuove aggiuntioni dall’istesso autore» e in seguito periodicamente ampliata e rimaneggiata. La sostanziosa «aggiunta» del Ricci comprende nell’ordine i profili biografici di Giovenale Ancina, Francesco Maria Tarugi, Cesare Baronio, Angelo Velli, Flaminio Ricci, Pietro Consolini, Alessandro Fedeli, Tommaso e Francesco Bozio (presentati insieme), Giulio Savioli, Antonio Gallonio, Giovanni Matteo Ancina, Agostino Manni e Nicolò Gigli. A seguire si trova un capitolo conclusivo dedicato ai più virtuosi tra i «fratelli laici contemporanei di S. Filippo», vale a dire Bernardino Corona e poi Giovan Battista Guerra (architetto ‘miracolato’ da padre Fippo), Battista Flores (detto ‘il Taciturno’ da Silvio Antoniano), Taddeo Landi (artigiano molto benvoluto da Baronio), Giuliano Maccaluffi (penitente di Angelo Velli), Egidio Calvelli (anch’egli sotto la guida spirituale del Velli) e per finire un cuoco non bene identificato al servizio del Neri14.

Fonti

  • Paolo Aringhi (et alii), Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella …, 3 v., Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60: ms. O 60, ff. 239-244.
  • [Paolo Aringhi], Le vite, e detti de padri, e fratelli della Congregazione dell’Oratorio da s. Filippo Neri fondata nella Chiesa di S. Maria in Vallicella raccolti da Paolo Aringhi Prete della detta Congregatione e da Altri, vol. I e II, editi e annotati da Maria Teresa Bonadonna Russo, con la collaborazione di Renato De Caprio, Edizioni Oratoriane, Roma 2018-2020 (i due volumi corrispondono alla prima delle tre parti dell’opera).
  • Mario Borrelli, Le testimonianze baroniane dell’Oratorio di Napoli, Lithorapid, Napoli 1965, p. 274.
  • Antonio Gallonio, La Vita di San Filippo Neri. Pubblicata per la prima volta nel 1601. Edizione critica a cura dell’Oratorio Secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del IV centenario della morte del Santo, con introduzione e note di Maria Teresa Bonadonna Russo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma 1995, pp. 28n, 49n, 78 e nota, 79n, 193 e nota, 218n.
  • Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, p. 282 (Indice generale).
  • Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’Oratorio, nelle quali si dà ragguaglio della fondatione di ciascheduna delle Congregationi fin’hora erette, e de’ Soggetti più cospicui che in esse hanno fiorito, 5 v., in Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693-1702, vol. I, 1693, pp. 151, 607-610 (lib. VI, capo IX, «Compendiose notitie di alcuni Fratelli laici della Congregatione dell’Oratorio di Roma, e primieramente di Bernardino Corona»).
  • Giacomo Ricci, Breve notizia di alcuni compagni di S. Filippo, in Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio. Scritta già dal p. Pietro Giacomo Bacci prete dell’istessa Congregatione. Hor’accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo, cavati da i Processi della sua canonizatione. Con l’aggiunta d’una breve notitia di alcuni suoi compagni. Per opera del m. rev. p. maestro f. Giacomo Ricci dell’ordine di S. Domenico …, in Torino, per Bartolomeo Zappata, 1676 [I ed. Ricci: «in Roma, appresso Francesco Tizzoni, 1672»], II parte (numerazione propria), pp. 252-254.

Bibliografia

  • Generoso Calenzio, La vita e gli scritti del cardinale Cesare Baronio della Congregazione dell’Oratorio, bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Tipografia Vaticana, Roma 1907.
  • Edoardo Aldo Cerrato, Il volto dell’Oratorio nel «De origine Oratorii» di Cesare Baronio, in Luigi Gulia, Ingo Herklotz, Stefano Zen (a cura di), Società, cultura e vita religiosa in età moderna. Studi in onore di Romeo De Maio, Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca», Sora 2009, pp. 61-83.
  • Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2361 (Indice dei nomi di persona).
  • Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963 1962, p. 150.
  • Stefano Zen, Oratori devoti, combattenti spirituali, soldati di Cristo. Percorsi della perfezione cristiana in Italia nella prima età moderna, Loffredo, Napoli 2012, pp. 15-45 (cap. I, «L’Oratorio di Filippo Neri e la ‘perfezione’ della Chiesa primitiva»).
  • Stefano Zen, Guglielmo Sirleto, l’«Historia Ecclesiastica» e il contributo alla costruzione degli Annales del Baronio, in Benedetto Clausi, Santo Lucà (a cura di), Il «sapientissimo Calabro». Guglielmo Sirleto nel V centenario della nascita (1514-2014). Problemi, ricerche, prospettive. Atti del Convegno, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini – Sala delle Canonizzazioni, 13-15 gennaio 2015, Università degli Studi di Roma «Tor Vergata», Roma 2018, pp. 73-131.
  • Stefano Zen, Filippo Neri e le «historie ecclesiastiche» di Baronio, in Paola Paesano (a cura di), Filippo Neri. Un santo dell’età moderna nel V centenario della nascita (1515-2015). Atti del Convegno di studi, Roma, Biblioteca Vallicelliana, 16-17 settembre 2015, Pliniana, Roma-Selci (PG) 2018, pp. 221-254.

Voci correlate

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.

Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2022

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

thumbnail?id=1_usu8DkYtjVJReospyXXSN9GsF3XV_bi&sz=w1000
The content of this website is licensed under Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) License