a cura di Stefano Zen
Questa sezione trasversale di Ereticopedia è dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla svolta del 1575, quando Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana, stabilendo che alla comunità di preti e di chierici secolari legati al prete fiorentino fosse assegnata la piccola chiesa romana di S. Maria in Vallicella, che diventerà la loro sede definitiva. L’obiettivo è di costruire un repertorio di voci, partendo da una serie già indicizzata di profili, inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.
L’Oratorio si trovò rapidamente ad occupare un posto centrale nel variegato mondo romano del secondo Cinquecento, di cui costituirà nel tempo uno dei centri culturalmente più impegnati e vitali, come si rileva nel Dialogo della gioia cristiana di Agostino Valier, composto velocemente nel 1591, documento esemplare della compattezza ideologica e della centralità della Congregazione filippina (Cistellini 1975). Non deve perciò meravigliare se l’aspirazione dell’Oratorio a una politica culturale di ampio respiro, aliena da esclusioni aprioristiche e sterili barriere confessionali, abbia rappresentato per la prima Accademia dei Lincei e il suo giovane fondatore Federico Cesi una insospettabile ma realistica fonte originaria d’ispirazione, come è stato evidenziato in sede storiografica (Zen 2012, p. 38; Cassiani 2022).
La rilevanza e la trasversalità della politica culturale dell’Oratorio trova riscontro nei carteggi di Cesare Baronio, una delle personalità di punta della Congregazione filippina, di cui sono ben note le relazioni con il celebre filologo calvinista Isaac Casaubon, mentre è meno documentata, e perciò meritevole di ulteriore studio e approfondimento, la circolazione della sua opera nell’ambito del libertinage érudit e dell’articolata cerchia di Peiresc, grazie soprattutto all’autorevole mediazione del bibliofilo e mecenate Gian Vincenzo Pinelli, con cui il padre della storiografia ecclesiastica cattolica aveva creato un rapporto di solida stima e amicizia (Zen 1994, ad indicem). Tali relazioni epistolari, caratterizzate dal fecondo meccanismo umanistico dello scambio e della compensazione, offrono un contributo fondamentale allo studio di quel complesso sistema di circolazione della cultura che fu la Repubblica delle Lettere, nel cui contesto l’Oratorio, attraverso le sue personalità di maggior pregio e rilievo, viene particolarmente apprezzato per l’originale metodo di coniugare “sapientiam cum pietate”, ossia senso critico e devozione, in accordo con la formula codificata nella Bibliotheca selecta dal gesuita Antonio Possevino, bibliografo ufficiale della Controriforma (Zen 2002, pp. 113-124; Zen 2017, pp. 133-137).
Nella crisi religiosa del Cinquecento, anticipata dall’umanesimo cristiano di John Colet, dalla visione utopica di Thomas More e dalla philosophia Christi di Erasmo, ma aperta ufficialmente dalla Riforma di Lutero, Filippo Neri seppe interpretare in modo assai originale l’aspirazione cattolica alla rigenerazione interna della Chiesa, promuovendo nuove forme di convivenza nel segno della fede e trovando concreta ispirazione nell’esperienza delle primitive comunità cristiane, concepite come modello di perfezione e di purezza evangelica, che ritornavano alla luce anche grazie alle scoperte archeologiche, al recupero delle aree catacombali e alla restituzione delle suggestive iconografie paleocristiane. In tale contesto, il prete fiorentino si faceva allo stesso tempo promotore e interprete di sentimenti e aspirazioni dell’età sua, rilanciando la storia ecclesiastica a fini devozionali; favorendo un ritorno emotivo e psicologico, piuttosto che razionale e filologico, alle fonti del cristianesimo antico, in linea con il corrente gusto antiquario e il revival paleocristiano del tempo; diffondendo un ideale di laetitia quale espressione più appropriata del comune sentimento dei fedeli. E ciò risultava particolarmente evidente durante gli esercizi spirituali dell’Oratorio, quando agli occhi degli astanti sembrava rinascere l’ideale di perfezione del cristianesimo primitivo nella sua forma più autentica e pura (De Maio et alii 1985; Bonadonna Russo, Del Re 2000; Venturoli 2006; Zen 2012; Paesano 2018).
Chiamato a testimoniare al processo di canonizzazione del Neri, il suo discepolo Antonio Gallonio collocò tra il 1551 e il 1552 la nascita del sodalizio filippino (deposizione dell’11 settembre 1595, in Processo 1957, vol. I, pp. 193-197: 194-195). Sembra tuttavia più probabile che la costituzione del nucleo originario di discepoli filippini risalga al 1552, come si deduce dalla testimonianza diretta di Monte Zazzara, che a partire da quell’anno diventò penitente di padre Filippo e fu uno dei suoi più antichi e intimi frequentatori all’inizio dell’apostolato in S. Girolamo della Carità. Monte, fiorentino di nascita, fu in grado di fornire notizie assai precise sui primi tempi dell’Oratorio, quando le riunioni avevano ancora una forma privata e si tenevano nelle stanze del Padre a S. Girolamo, dove Neri si era trasferito quasi subito nel maggio del 1551, non ancora trentaseienne, dopo essere stato ordinato sacerdote (deposizione del 9 agosto 1595, in Processo 1957, vol. I, pp. 28-31). Successivamente, tra il 1554 e il 1555, questi incontri ristretti persero il loro carattere privato e, in considerazione del progressivo aumento del numero dei partecipanti, furono trasferiti nell’antico granaio collocato sopra la chiesa di S. Girolamo (deposizione di Simone Grazzini, 8 agosto 1595, in Processo 1957, vol. I, pp. 18-28: 19-20).
Giunto a Roma con molta probabilità nel 1555, Francesco Maria Tarugi conobbe l’anno seguente quasi per caso Filippo Neri ed entrò a far parte della sua cerchia, che all’epoca comprendeva personalità di rilievo come Costanzo Tassoni, legato al cardinale Giulio Antonio Santori, e Gian Battista Salviati, che introdusse nel circolo filippino l’allora ventiquattrenne Alessandro de’ Medici (Aringhi 2018, vol. I, pp. 253-307). Di lì a poco, si aggiunsero altri vetustiores come il romano Giovanni Francesco Bordini e il sorano Cesare Baronio, che insieme a Tarugi ebbero un ruolo determinante nello sviluppo della futura Congregazione oratoriana. Fu intorno al 1557 che le riunioni filippine di S. Girolamo della Carità, pur conservando la collaudata fisionomia delle origini, assunsero una forma più definita e presero il nome di Oratorio, nel cui ambito cominciarono a sermoneggiare Giovan Battista Modio, Tarugi, Baronio e poi Bordini; in seguito si aggiunsero, tra gli altri, Antonio Talpa, Camillo Severini, Angelo Velli e Flaminio Ricci (deposizione di Fabrizio Massimo, 30 settembre 1609, in Processo 1958, vol. II, pp. 322-366: 324).
Nel 1564 Filippo Neri assunse la cura di S. Giovanni dei Fiorentini e decise di affidarne il ministero pastorale a un ristretto gruppo comprendente Baronio, Bordini e il più anziano Alessandro Fedeli, ordinati sacerdoti tra maggio e settembre di quell’anno, dando così ufficialmente inizio alla vita comunitaria dell’Oratorio (Baronio al padre, Roma 24 settembre 1564, in Calenzio 1907, p. 85). A questo primo nucleo, si aggregarono in seguito Tarugi e Velli. Pur continuando a prendere parte assiduamente alle attività in S. Girolamo, i discepoli di padre Filippo vivevano nella chiesa dei Fiorentini come una libera famiglia di sacerdoti secolari, ma già con qualche regola generale di convivenza, legati da vincolo spirituale al Padre. A partire dal 1571 la comunità dei Fiorentini accoglieva personalità di indubbio valore come il viterbese Giovanni Antonio Lucci, uno dei più amati figli spirituali di padre Filippo; il francese Nicolò Gigli, primo ordinatore dell’archivio della Congregazione; lo spagnolo Francisco Soto de Langa, raffinato compositore di laudi e valente musicista; i marchigiani Camillo Severini e Antonio Talpa, quest’ultimo successore di Tarugi e Flaminio Ricci alla guida dell’Oratorio di Napoli; l’eugubino Tommaso Bozio, specializzatosi nella trattatistica antimachiavellica ai tempi della polemica sulla riconciliazione di Enrico IV con la Chiesa (Zen 2022, pp. 123-130). Gli esercizi spirituali proseguirono in S. Girolamo fino al 1574, per poi essere spostati nella chiesa dei Fiorentini, in grado di offrire spazi adeguati e meno angusti, dove si svolsero per tre anni (Baronio 2009, p. 81).
La nuova sede fu inaugurata il 15 aprile 1574 con un sermone di Bordini (Ponnelle, Bordet 1929, pp. 261-262). Fu invece Baronio a tenervi l’ultimo ragionamento il 22 febbraio 1577. La storia sacra, per le sue rilevanti implicazioni pedagogiche, costituiva il motivo originario dei sermoni tenuti da Baronio dinanzi a un uditorio allargato in alcune occasioni a prelati dotti e autorevoli come Guglielmo Sirleto, Agostino Valier, Ludovico de Torres, Antonio Carafa, Agostino Cusani e Roberto Bellarmino, ma anche a straordinarie personalità di studiosi quali lo storico e archeologo Fulvio Orsini, il biblista Pierre Morin, il bibliotecario e bibliofilo Federico Ranaldi, l’erudito e antiquario Pompeo Ugonio, il grecista Federico Mezio (Zen 1994, pp. 17-28 e passim).
Il 15 luglio 1575, con la bolla Copiosus in misericordia Deus, Gregorio XIII conferì alla neocostituita Congregazione dell’Oratorio ampia facoltà «di far Decreti e Costitutioni pel buon governo di essa» (Aringhi 2018, vol. I, p. 33). Il 1° di agosto dell’anno seguente, in attesa di lasciare definitivamente S. Giovanni dei Fiorentini, Filippo Neri decise di trasferire alla Vallicella un primo nucleo di residenti, di cui facevano parte inizialmente Baronio, Tarugi e Lucci, cui si aggiunse quasi subito Germanico Fedeli, nipote di Alessandro e all’epoca non ancora trentenne, che vide «rovinare la chiesa vecchia, fondar la nova et fabricarla» (deposizione di Germanico Fedeli, 8 giugno 1610, in Processo 1960, vol. III, pp. 246-303: 249). Giovanni Antonio Lucci, per volontà del Padre, aveva assunto fin dall’inizio il ruolo di direttore dei lavori di ricostruzione della Vallicella, che fu perciò detta “Chiesa Nuova”, con Germanico Fedeli che gli faceva da solerte assistente e successivamente gli subentrò nell’incarico di sovrintendente alla fabbrica (deposizione di Giacomo Crescenzi, 15 novembre 1595, in Processo 1957, vol. I, pp. 357-368: 367). Alessandro de’ Medici fu invitato a celebrare il 3 febbraio 1577 la prima Messa alla Chiesa Nuova; il 23 febbraio vi furono spostati gli esercizi dell’Oratorio. L’8 maggio 1577 fu deliberata l’elezione di padre Filippo a preposito della Congregazione, poi rinnovata a vita il 9 maggio del 1584 (Cistellini 1989, vol. I, p. 248).
Filippo Neri considerava l’Oratorio come un processo in graduale evoluzione, piuttosto che un rigido ordinamento, e pertanto pensò bene di rinviare di anno in anno l’elaborazione delle costituzioni. Nel 1583 si giunse finalmente a una prima bozza di regole, frutto del lavoro comune svolto da Tarugi e Talpa, con la supervisione del Neri, ma fu poi Bordini a stendere il testo definitivo in latino, presentandolo ai confratelli con il titolo di Compendium Constitutionum Congregationis Oratorii. Nel 1588 fu elaborato un nuovo testo di regole, mai però sottoposto all’approvazione pontificia, e tra il 1596 e il 1597, dopo la morte del Neri, se ne preparò addirittura una terza bozza, prova evidente della lunga e articolata dialettica interna all’Oratorio (Borrelli 1968; Impagliazzo 1989). Durante la congregazione generale del 22 luglio 1593, dovendo trovare il primo successore di Filippo Neri, che aveva lasciato il 5 giugno la guida della Congregazione per motivi di salute, i padri della Vallicella elessero Baronio preposito generale dell’Oratorio. Padre Filippo si spense il 26 maggio 1595: «se ne volò al Cielo senza male ma all’improvviso, et passeggiando disse: “mi moro”, et postosi a letto più presto sedendo che giacendo in un quarto d’hora spirò come un pulcino» (Pateri 1974, p. 116).
Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, oltre ad essere sezione trasversale e autonoma di Ereticopedia, aderisce al progetto della collana digitale La “Ruota dei libri”: corpora, repertori e dizionari online (Edizioni CLORI).
Fonti
- Paolo Aringhi (et alii), Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella, 3 v., Biblioteca Vallicelliana, Roma, mss. O 58, O 59, O 60.
- [Paolo Aringhi], Le vite, e detti de padri, e fratelli della Congregazione dell’Oratorio da s. Filippo Neri fondata nella Chiesa di S. Maria in Vallicella raccolti da Paolo Aringhi Prete della detta Congregatione e da Altri, vol. I e II, editi e annotati da Maria Teresa Bonadonna Russo, con la collaborazione di Renato De Caprio, Edizioni Oratoriane, Roma 2018-2020 [i due volumi corrispondono alla prima delle tre parti dell’opera].
- Pietro Giacomo Bacci, Vita del B. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio. Raccolta da’ processi fatti per la sua canonizatione da Pietro Iacomo Bacci Aretino prete della medesima Congregatione, appresso Andrea Brugiotti, nella stamperia di Pietro Discepolo, in Roma 1622 [riedita quello stesso anno «con nuove aggiuntioni dall’istesso autore»: Vita di S. Filippo Neri …, per Lazzaro Scorriggio, in Napoli 1622].
- Pietro Giacomo Bacci, Vita del v. servo di Dio Gio. Giovenale Ancina della Congregatione dell’Oratorio, e poi vescovo di Saluzzo, raccolta da processi fatti per la sua beatificatione, e da altre scritture autentiche da Pietro Iacomo Bacci Aretino prete della medesima Congregatione. E dopo la sua morte accresciuta, e divolgata, nella stamperia di Filippo Maria Mancini, in Roma 1671.
- Girolamo Barnabei, Vita Caesaris Baronii ex Congregatione Oratorii S. R. E. Presbyteri Cardinalis et Apostolicae Sedis Bibliothecarii, apud Vitalem Mascardum, sumptibus Ioannis Casonii, Romae 1651.
- Cesare Baronio, Epistolae et opuscula pleraque nunc primum ex archetypis in lucem eruta. Novam eiusdem Baronii vitam operi praeposuit recensuit et adnotationibus illustravit Raymundus Albericius Congreg. Oratorii Romani presbyter secularis, 3 v., ex typographia Komarek, prope Oratorium Sancti Marcelli, Romae 1759-1770 [i volumi hanno le seguenti note tipografiche: I e II, ex typographia Komarek, Romae 1759; III, ex typographia Pauli Junchi Haeredis Komarek, Romae 1770].
- [Cesare Baronio], De origine Oratorii, in Edoardo Aldo Cerrato, Il volto dell’Oratorio nel “De origine Oratorii” di Cesare Baronio, in Luigi Gulia, Ingo Herklotz, Stefano Zen (a cura di), Società, cultura e vita religiosa in età moderna. Studi in onore di Romeo De Maio, Centro di Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”, Sora 2009, pp. 61-83: 78-83 [il breve testo fu scoperto nel 1922 e poi pubblicato da Antonio Bellucci, Il “De origine Oratorii”. Opuscolo inedito del cardinale Cesare Baronio, in “Aevum”, 1, 1927, pp. 625-633. Antonio Cistellini lo ha riproposto più di recente «dall’originale, con criteri leggermente diversi da quelli seguiti dal primo editore» (Alle origini dell’Oratorio filippino, in “Memorie oratoriane”, 17, 1995, pp. 110-115: 110; l’opuscolo si trova alle pagine 111-115). la versione di E.A. Cerrato riprende il testo edito da A. Cistellini «con la correzione di qualche evidente refuso e una nostra numerazione dei paragrafi» (De origine Oratorii, p. 78, nota 94)].
- Giovanni Francesco Bordini, Philippi Nerii religiosissimi presbyteri vitae compendium, a cura di Giovanni Incisa della Rocchetta, in “Oratorium”, 8, n. 1, 1977, pp. 3-23.
- Mario Borrelli, Memorie baroniane dell’Oratorio di Napoli, in Filippo Caraffa (a cura di), A Cesare Baronio. Scritti vari, Tipografia Editrice M. Pisani, Sora 1963, pp. 97-222.
- Mario Borrelli, Le testimonianze baroniane dell’Oratorio di Napoli, Lithorapid, Napoli 1965.
- Mario Borrelli (a cura di), Le costituzioni dell’Oratorio napoletano, Congregazione dell’Oratorio, Napoli 1968.
- [Carlo Antonio de Rosa], Memorie degli scrittori filippini o siano della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri raccolte dal marchese di Villarosa, vol. I, Stamperia Reale, Napoli 1837.
- Antonio Gallonio, Vita di San Filippo Neri, pubblicata per la prima volta nel 1601. Edizione critica a cura dell’Oratorio Secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del IV centenario della morte del Santo, con introduzione e note di Maria Teresa Bonadonna Russo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma 1995.
- Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, Città del Vaticano 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, Città del Vaticano 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, Città del Vaticano 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, Città del Vaticano 1963].
- Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’Oratorio, nelle quali si dà ragguaglio della fondatione di ciascheduna delle congregationi sin’hora erette, e de’ soggetti più cospicui che in esse hanno fiorito …, 5 v., per il De Bonis stampatore arcivescovale, in Napoli 1693-1702 [i singoli volumi sono così datati: I, 1693; II, 1693; III, 1698; IV, 1699; V, 1702].
- Carlo Marcora (a cura di), La corrispondenza del cardinal Francesco Maria Tarugi col cardinal Federico Borromeo, in “Memorie storiche della Diocesi di Milano”, 11, 1964, pp. 123-175.
- Carlo Marcora (a cura di), Corrispondenza tra s. Carlo e Francesco Maria Tarugi, in “Memorie storiche della Diocesi di Milano”, 14, 1967, pp. 231-283.
- Pompeo Pateri, Memorie lasciate dal p. Pompeo Pachi (sic!) per negozi e cose spettanti alla Congregazione dell’Oratorio, a cura di Maria Teresa Bonadonna Russo, in Eadem, Le “Memorie” del p. Pompeo Pateri d. O., in “Archivio della Società romana di Storia patria”, 97, 1-4, 1974 [stampa 1975], pp. 39-146: 55-146.
- Giacomo Ricci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio. Scritta già dal p. Pietro Giacomo Bacci prete dell’istessa Congregatione. Hor’accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo, cavati da i Processi della sua canonizatione. Con l’aggiunta d’una breve notitia di alcuni suoi compagni. Per opera del m. rev. p. maestro f. Giacomo Ricci dell’ordine di S. Domenico …, per Bartolomeo Zappata, in Torino 1676 [I ed. Ricci: appresso Francesco Tizzoni, in Roma 1672].
- Giacomo Ricci, Breve notizia di alcuni compagni di S. Filippo, in Idem, Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio. Scritta già dal p. Pietro Giacomo Bacci prete dell’istessa Congregatione. Hor’accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo …, per Bartolomeo Zappata, in Torino 1676, II parte (numerazione propria), pp. 1-272.
- Antonio Talpa, Instituto de la Congregatione de l’Oratorio, in Giovanni Incisa della Rocchetta, Il trattato del p. Antonio Talpa sulle origini e sul significato dell’Istituto della Congregazione dell’Oratorio, in “Oratorium”, 4, n. 1, 1973, pp. 3-41: 5-37.
Bibliografia di riferimento
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- Maria Teresa Bonadonna Russo, Niccolò Del Re (a cura di), San Filippo Neri nella realtà romana del XVI secolo. Atti del Convegno di studio in occasione del IV centenario della morte di san Filippo Neri (1595-1995), Roma, 11-13 maggio 1995, Società romana di Storia patria, Roma 2000,
- Elisabetta Caldelli, Gennaro Cassiani (a cura di), Congregazione dell’Oratorio, in Libri e biblioteche degli Ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI, vol. 3, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 2015, pp. 107-192.
- Generoso Calenzio, La vita e gli scritti del cardinale Cesare Baronio della Congregazione dell’Oratorio, bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Tipografia Vaticana, Roma 1907.
- Filippo Caraffa (a cura di), A Cesare Baronio. Scritti vari, Tipografia Editrice M. Pisani, Sora 1963.
- Gennaro Cassiani, Padre Filippo e le “Indie”: alle radici del progetto missionario dell’Oratorio, in “Rivista di storia della Chiesa in Italia”, 62, n. 1, 2008, pp. 47-80.
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- La regola e la fama. San Filippo Neri e l’arte. Catalogo della Mostra organizzata in occasione delle celebrazioni per il IV centenario della morte di S. Filippo Neri, Roma, ottobre-dicembre 1995, Electa, Milano 1995.
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- Anne Piéjus, Musique, censure et création. G.G. Ancina et le Tempio Armonico (1599), Olschki, Firenze 2017.
- Louis Ponnelle, Louis Bordet, Saint Philippe Néri et la société romaine de son temps (1515-1595), III éd., Librairie Bloud & Gay, Paris 1929 (I ed.: ivi, 1928) [ed. it.: Luigi Ponnelle, Luigi Bordet, San Filippo Neri e la società romana del suo tempo (1515-1595), trad. it. di Tito Casini, prefazione di Giovanni Papini, Libreria editrice fiorentina, Firenze 1986 (ripr. anastatica con appendice dell’ed. 1931)].
- Vincenzo Simoncelli (a cura di), Per Cesare Baronio. Scritti vari nel terzo centenario della sua morte, Athenaeum, Roma 1911.
- Jetze Touber, Law, Medicine, and Engineering in the Cult of the Saints in Counter-Reformation Rome. The Hagiographical Works of Antonio Gallonio, 1556-1605, translated from Dutch by Peter Longbottom, Brill, Leiden-Boston 2014.
- Alberto Venturoli, Visita alle Sette Chiese. La liturgia di San Filippo Neri, Città Nuova, Roma 2006.
- Stefano Zen, Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico, prefazione di Romeo De Maio, Vivarium, Napoli 1994.
- Stefano Zen, Oratorio filippino e veritas historiae, in Idem, Monarchia della verità. Modelli culturali e pedagogia della Controriforma, Vivarium, Napoli 2002, pp. 113-142.
- Stefano Zen, Cesare Baronio sulla Donazione di Costantino tra critica storica e autocensura (1590-1607), in Censura, riscrittura, restauro, “Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa”, Classe di Lettere e Filosofia, s. V, II/1, 2010, pp. 179-219.
- Stefano Zen, Oratori devoti, combattenti spirituali, soldati di Cristo. Percorsi della perfezione cristiana in Italia nella prima età moderna, Loffredo, Napoli 2012, pp. 15-45 (cap. I, “L’Oratorio di Filippo Neri e la ‘perfezione’ della Chiesa primitiva”).
- Stefano Zen, I carteggi di Cesare Baronio. Corpi sociali, istituzionali, curiali (1564-1607), in Elena Taddia, Paolo Fontana (a cura di), Corpi manoscritti. Archivi e corporalità nell’età moderna. Atti del Convegno, Genova, Archivio Storico Diocesano, 27-28 novembre 2015, Ecig, Genova 2017, pp. 107-152.
- Stefano Zen, “Padre Camillo andò a mettersi nel S. Officio”. Filippo Neri, i padri dell’Oratorio e Camillo Severini, in “Quaderni eretici /Cahiers hérétiques”, 10, n. 1, 2022, pp. 119-159.
- Alessandro Zuccari (a cura di), Filippo Neri nella Roma della Controriforma. Atti del Convegno di studi, Roma, 2 dicembre 1994, numero monografico di “Storia dell’arte”, 85, 1995.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]