Pasqualigo, Andrea

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Andrea Pasqualigo è stato un patrizio veneziano, perseguitato dall'Inquisizione.

Già nel 1538 intercedette a favore di Girolamo Galateo, facendo, insieme a un altro patrizio, Francesco Contarini, veementi pressioni sul frate e inquisitore francescano Martino da Treviso. Nel 1549 poi ospitò in casa sua lo scalpellino Giuliano, eretico fiorentino. Nel 1558 testimoniò a favore dell'ebreo Simele da Montagnana, ebreo che si era convertito al cattolicesimo assumendo il nome di Giovan Giacomo Fedeli, ma che era accusato di diffondere dottrine giudaizzanti. Andrea Pasqualigo era stato padrino di battesimo di questi e lo aveva convertito con l'aiuto di due amici, l'avvocato Matteo degli Avogari e il medico tedesco Matthias Guttich (che testimoniarono anch'essi in difesa dell'ebreo accusato). In seguito, però, Fedeli e Pasqualigo entrarono in conflitto per ragioni patrimoniali, dopo che Fedeli sposò Cecilia Gabriel, figliastra di Pasqualiho, che, insieme con Matteo degli Avogari, passò da difensore ad accusatore dell'ebreo convertito. .
Nel 1564 fu accusato di aver tramato per avvelenare, attraverso un medico tedesco non specificato, il patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, su mandato del cardinale Marcantonio Da Mula, e incarcerato per ordine del Consiglio dei Dieci. Il medico tedesco era probabilmente il già citato Matthias Guttich, sodale di Pasqualigo che insegnava ebraico, latino e greco ai suoi figli. Pasqualigo fu comunque prosciolto e rilasciato.
Nell'aprile 1567 Matteo degli Avograri fu arrestato col figlio Alessandro per ordine del Sant'Uffizio di Venezia e durante il processo, prima di morire in carcere, rivelò di essere stato convertito alla Riforma protestante da un tedesco di nome Matthias (evidentemente il Guttich) e citò Andrea Pasqualigo come suo compagno di fede. Pasqualigo fu accusato di eresia anche dalla figliastra Cecilia Gabriel. Ma fu prosciolto grazie alla testimonianza di un prete della sua parrocchia (San Basegio), che garantì che egli fosse un buon cattolico.
Non subì ulteriori persecuzioni, benché nell'agosto 1568 Pietro Carnesecchi, sotto processo inquisitoriale a Roma, citasse un patrizio veneziano della famiglia Pasqualigo come complice di Giacomo Brocardo. Il nome del patrizio veneziano in questione non era precisato ma molto probabilmente esso è da identificarsi con Andrea, che del Brocardo si era servito come precettore per i suoi figli.
All'inizio degli anni settanta, poco prima di morire, Andrea Pasqualigo redasse un trattato di mnemotecnica (che era un suo grande interesse, insieme all'alchimia) andato perduto.

Bibliografia

  • Federica Ambrosini, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del ‘500, Franco Angeli, Milano 1999, ad indicem, in part. pp. 181-192.
  • Pio Paschini, Venezia e l’Inquisizione romana da Giulio III a Pio IV, Antenore, Padova 1959, pp. 22-23.

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2020

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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