Comin, Maria († 1705)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Maria Comin, detta Tognolatta, è stata una donna perseguitata per stregoneria a Poschiavo nel 1705, condannata a morte e giustiziata.

Era figlia di Bartolomeo Beltram e sposata con Pietro Comin di Brusio. Aveva circa 45 anni al momento della sua incriminazione.
Donna cattolica accusata di stregoneria all'interno di una comunità protestante, fu significativamente definita "strega infame della comunità de' papisti". Accusata di aver iniziato alla stregoneria quattro bambini protestanti per corromperli, fu processata nel maggio 1705, condannata a morte e decapitata in pubblica piazza.

Sottoposta più volte a tortura, aveva confessato di aver effettivamente iniziato i bambini alle arti stregonesche, che aveva appreso da Caterina Comin (come lei detta "Tognolatta"), di aver partecipato al sabba, di aver praticato malefici e di essersi trasformata in gatto.

Un suo presunto complice, Micheletto Zala, detto "Galezia", fu arrestato e processato come lei, ma riuscì a resistere alle torture e, aiutato dal fatto che non gli trovarono sul corpo il marchio ("bollo") stregonesco, fu quindi rilasciato.

Fonti e bibliografia

  • Romano Canosa, Isabella Colonnello, Gli ultimi roghi. La fine della caccia alle streghe in Italia, Sapere 2000, Roma 1983, pp. 70-71.
  • Giuseppe Farinelli, Ermanno Paccagnini, Processo per stregoneria a Caterina de Medici 1616-1617, Rusconi, Milano 1989, p. 124.
  • Gaudenzio Olgiati, Processi di Stregoneria nella Antica Giurisdizione di Poschiavo 1682-1753, trascritti da R. Juvalta (1969), vol. IV, pp. 97 sgg.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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