Porete, Margherita

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Margherita Porete (Hennegau o Vincennes, 1250/1260 - Parigi, 1° giugno 1310) è stata una teologa e scrittrice francese, autrice de Lo Specchio delle anime semplici.

Biografia

Le notizie sulla vita di Marguerite Porete sono scarse e frammentarie, più precise, invece, quelle che ci descrivono la sua morte: giudicata eretica relapsa del movimento del Libero Spirito dai giudici ecclesiastici, fu arsa viva pubblicamente sul rogo dell’Inquisizione in Place de Greve a Parigi nel 1310, circondata da una folla numerosa e da personaggi politici ed ecclesiastici rilevanti.
Margherita venne considerata una strega, un’eretica, una ribelle da coloro che la processarono e condannarono alla pena capitale per aver scritto un libro che parla d’amore: Lo Specchio delle anime semplici (1280/1290). Il libro nel 1300 fu condannato al rogo pubblico dal vescovo della sua diocesi, Cambrai, il quale la redarguì dal diffonderlo e dall’insegnarne la dottrina, minacciandola di scomunica. Infine, il testo bruciò insieme a lei.
Nonostante fosse contemporanea di mistiche accettate dalla Chiesa, Margherita ebbe una sorte diversa: non fu giudicata santa, ma strega. Non ebbe paura, non desistette dal suo intento, dalla sua predicazione, e si rifiutò per un anno e mezzo di presentarsi al tribunale inquisitorio per l’interrogatorio; non ritrattò mai il suo pensiero, le sue parole e i suoi scritti, perciò fu condannata al rogo come eretica recidiva: il processo cominciò nel 1308 e fu condotto dal terribile inquisitore Guglielmo Humbert, cappellano del papa e confessore di Filippo il Bello. Margherita, incarcerata nel 1309, non si pentì dell’invito ad amar Dio sino all’annullamento che predicava nel suo testo, e non rinnegò mai quell’amore, giudicato licenzioso e libertino da parte degli inquisitori perché vissuto e descritto come una relazione concreta tra amanti.
La scrittrice rifiutò di chiedere l’assoluzione, di pentirsi di ciò in cui credeva e di sconfessare la sua opera. Questo è l’aspetto più rivoluzionario: la dissidenza religiosa del pensiero mistico di Margherita, l’aver scritto un libro, averlo letto e insegnato e, infine, l’aver affrontato dignitosamente la morte sul rogo per difendere i propri pensieri e i propri ideali, consapevole di possedere qualcosa di più importante della vita stessa: l’amore infinito di e per Dio, la pace e la calma che la scoperta del Divino dentro se stessa le infonde anche davanti al patibolo.
Strega, eretica, mistica, beghina, visionaria o carismatica che fosse, Margherita riemerge dalla damnatio memoriae grazie alla forza del suo capolavoro: un testo che è giunto sino a noi grazie al coraggio di coloro che lo hanno copiato e tramandato per sette secoli, sfidando e opponendosi alla legge religiosa che imponeva la sua distruzione. L’essenzialità delle notizie biografiche in nostro possesso dipende dalla volontà di voler cancellare Margherita, il libro e il suo operato dalla storia. Intento, questo, fortunatamente non riuscito.
Margherita Porete proveniva dal Belgio, dalla contea di Hainaut ed era sicuramente una donna colta, un’intellettuale, forse una copista; era nubile e apparteneva all’aristocrazia (dato il pieno dominio dell’uso della scrittura, a quei tempi riservata solo alle donne di ceto alto) e si pensa abbia tradotto la Bibbia in volgare anche se di ciò non si ritrova traccia nei processi inquisitoriali (unica fonte per la ricostruzione della vita e della storia della scrittrice). Certo è che l’autrice de Lo Specchio conosceva profondamente le Sacre Scritture poiché la sua opera è intrisa di citazioni bibliche. Per questo e per altre ragioni viene considerata da alcuni una beghina, una donna religiosa che, senza prendere i voti e senza il riconoscimento da parte delle istituzioni ecclesiastiche, conduce una vita casta, povera e umile, vestendo il saio come le monache, dedita al lavoro e alla preghiera, ma senza la regola della clausura e senza imposizioni dall’alto. Le ricerche sulla sua biografia e sulla sua opera sono recenti e tuttora in corso e non è dato sapere con certezza se facesse parte di un movimento religioso femminile o di una setta eretica; certo è che la sua emancipazione di donna muove dalla fede religiosa e dal sapere, dalla conoscenza che si esprimeva al di fuori del dogma tradizionale e per questo andava duramente repressa.

Lo Specchio delle anime semplici

La dottrina che Margherita espone ne Lo specchio è stata assimilata alle dottrine del movimento dei Fratelli del Libero Spirito, una setta religiosa medievale nata nel XII secolo che predicava umiltà e carità ma soprattutto la libertà di leggere le Scritture e di instaurare un rapporto diretto con il Divino.
Il genere degli specchi medievali prevedeva una trattazione intorno a innumerevoli tematiche con un intento educativo e morale. Margherita decise non solo di scrivere il suo pensiero, illustrare le sue convinzioni religiose, e di descrivere il suo percorso mistico d’amore infinito teso a toccare Dio, ma, caparbiamente, contrastando le regole imposte dalla società e dalla religione che vietavano la predicazione e l’insegnamento femminile (ambiti riservati al genere maschile nel Medioevo), iniziò a predicare e a insegnare la sua dottrina, propose un percorso di purificazione teso alla ricerca libera dell’assoluto, emancipandosi e ribellandosi ai limiti imposti dal suo esser donna: questo le costò la vita.
Il libro di Margherita è stato riportato alla luce dalla studiosa Romana Guarnieri che, nel 1944, lo scoprì in un codice manoscritto conservato nella Biblioteca del Convento Madeleine-lés-Orlèans (ora consultabile presso il Museé Condè a Chantilly, Parigi) e ne curò l’edizione critica. Del testo non si possiede l’originale, ma solo copie e traduzioni (latine, italiane, francesi ed inglesi) che provengono da manoscritti di due secoli posteriori all’archetipo.
Lo specchio delle anime semplici è un dialogo allegorico in lingua volgare in cui i tre personaggi femminili espongono, conversando, le loro convinzioni sulla fede, sull’amore, su Dio, sulla religione e sulla vita: sono dama Amore, la Ragione e l’Anima. Margherita riversa le proprie convinzioni nei personaggi di Anima e Ragione, mentre Amore rappresenta la Divinità. Anima segue in tutto Amore ed entra spesso in conflitto con Ragione, scoprendo la libertà assoluta nell’annullamento del sé, nell’annichilimento del desiderio e della volontà, per ritrovarsi e perdersi in una relazione di libero amore con Dio, diventando un essere di pura gioia e libertà.
La scrittrice si rivolge ad alcune dame, anime femminili e s’interroga spesso sul senso della scrittura di quest’opera. Il significato del libro risiede nella volontà di esprimere la libertà dell’anima da qualunque costrizione, di trasmettere un sapere pratico e basato sull’esperienza personale, intima e diretta di una creatura umana con l’Essere divino.
La lingua volgare della cultura cortese influenzò la lingua della mistica medievale che si rivolge Dio come all’amante lontano, assente ma presente dentro il cuore, attraverso l’Amore che per Egli si prova e che Egli dispensa alle sue creature. Margherita usava la lingua volgare, la lingua della vita quotidiana, non il latino, forse perché non lo conosceva, o probabilmente perché, nonostante la sua ampia cultura, preferì esprimersi in un linguaggio semplice e concreto, appassionante e travolgente, comprensibile a molti senza distinzione di classe. Decise, insomma, di usare la lingua con la quale si parla dei sentimenti e dei moti del cuore e dell’anima, per trovare un contatto veramente diretto, reale e spontaneo con Dio.
Si tratta di un Dio diverso da quello presentato dalla società e dalla religione cristiana patriarcale dell’epoca. Quello di Margherita è un Padre, un Amante, uno Sposo e un Figlio, visto dalla prospettiva delle donne, un Dio concreto che emana e infonde Amore. Anche l’uso della lingua in volgare, vietata dalla Chiesa per parlare di teologia, è da vedersi alla luce dell’opposizione alle regole da parte della scrittrice mistica.
Lo Specchio è un libro di teologia e filosofia scritto da una donna per le donne, con lo scopo di conoscere e di sperimentare la Divinità, il suo contatto, il suo Amore infinito, è un’opera di grande libertà e di ribellione agli schemi precostituiti dal sapere maschile nel campo religioso. L’Inquisizione la punì poiché si pronunciava contro la superfluità dei sacramenti, delle opere e delle pratiche esteriori, professava con coraggio e determinazione il concetto che la forza più grande fosse quella dell’amore, inoltre leggeva e commentava in pubblico le Sacre Scritture e la sua opera, alterando e mettendo in discussione l’ordine costituito e le istituzioni ecclesiastiche, dato che la mediazione del clero non era prevista nella sua dottrina che mette in stretto contatto la creatura e il creatore.
Volevano ridurla al silenzio ma non vi riuscirono, non abiurò la sua fede neanche in carcere, restando coerente con il suo credo sino alla morte e sopportando anche l’annullamento estremo della sua persona, certa che il suo sacrificio fosse necessario per la conoscenza di qualcosa di superiore e più importante della vita terrena, sfidando la morte per entrare nell’eternità e nella grazia assoluta.
Margherita si prese la responsabilità di portare sino in fondo le sue idee, le sue convinzioni, il suo modo unico di sentire Dio accanto a sé nonostante la sua assenza, non temendo i giudizi né i tribunali governati da uomini, affrontando con dignità e orgoglio la condanna a morte.

Bibliografia

  • Dronke Peter, Donne e cultura nel Medioevo, Milano, Il Saggiatore, 1986.
  • Fiocchi Claudio, “Un libretto composto da una donna…con sottigliezza quasi incredibile” in Donne e scrittura dal XII al XVI secolo, Bergamo, Lubrina Editore, 2009 (a cura di Mt. Fumagalli, Bianchi, Parodi).
  • Fumagalli Beonio Brocchieri M. T., Frigeni R. (a cura di), Donne e scrittura dal XII al XVI secolo, Bergamo, Lubrina-Leb, 2009.
  • Garì Blanca, Margherita Porete e la Bibbia in Muraro Luisa, Le amiche di Dio, Margherita e le altre, Napoli, Orthotes, 2014.
  • Guarnieri Romana, Il movimento del Libero Spirito, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1965.
  • Guiducci Armanda, Medioevo Inquieto, Firenze, Sansoni Editore, 1990.
  • Mazzi Maria Serena, Donne in fuga, Vite ribelli nel Medioevo, Bologna, Il Mulino, 2017.
  • McGinn Bernard, Margherita Porete. Eretica e dama d’amore, Haftad, 2017.
  • Muraro Luisa, Il Dio delle donne, Trento, Il Margine, 2012.
  • Muraro Luisa, Le amiche di Dio, Margherita e le altre, Napoli, Orthotes, 2014.
  • Muraro Luisa, Lingua materna scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete, Napoli, D’Auria, 1995.
  • Muraro Luisa, La Signora del Gioco. La caccia alle streghe interpretata dalle sue vittime, Milano, La Tartaruga, 2006.
  • Piras Natalino, Brujas. Storie di streghe, Genova, Fratelli Frilli Editori, 2006.
  • Porete Margherita, Lo specchio delle anime semplici, trad. di Donata Feroldi, Palermo, Sellerio, 1995.
  • Porete Margherita, Lo specchio delle anime semplici, trad. di Giovanna Fozzer, pref. di Romana Guarnieri, commento di Marco Vannini, Cinisello Balsamo, Ed. San Paolo, 1994.
  • Skinner Patricia, Le donne nell’Italia medievale, Roma, Viella, 2005.

Sitografia

Bibliografia consigliata

  • Cirlot V., Garì Blanca, la mirada interior. escritoras misticas y visionarias en la edad media, Barcellona, Ediciones Martinez Roca, 1999.
  • Garì Blanca, Mirarse en el espejo: difusiòn y reception de un texto, «Duoda, Revista d’Estudis Feministes», n. 9, 1995.
  • Guarnieri Romana in AA. VV., Ruah. Il femminile di Dio, Roma, Stampa alternativa, 1997.
  • Guarnieri Romana, Donne e Chiesa tra mistica e istituzioni (sec. XIII/XV), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2004.
  • Pereira Michela, Considerazioni marginali sulla conoscenza religiosa, in AA. VV., Donne sante sante donne. Esperienza religiosa e storia di genere, Torino, Rosenberg & Sellier, 1996.
  • Soleti Maria Alessandra, Margherita Porete: un processo ancora aperto, Padova, Il Poligrafo, 2011.
  • Soraci Tommasina, Margherita Porete, un libro che conduce al rogo, Perugia, Edizioni Era Nuova, 2012.
  • Weil Simone, La connaissance surnaturelle, Parigi, Gallimard, 1950, tr. it. Quaderni, IV, cur. Giancarlo Gaeta, Milano, Adelphi, 1993).

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione "Dominae fortunae suae". La forza trasformatrice dell’ingegno femminile, che approfondisce il contributo offerto dalle donne alla nascita e allo sviluppo dei diversi campi del sapere.

Article written by Francesca Miccoli | Ereticopedia.org © 2017

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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