Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
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Jerónimo de Vargas (attivo a Ferrara nella metà del XVI secolo), ebreo lusitano della diaspora sefardita, fu mercante, tipografo ed editore legato alla stampa della celebre Biblia de Ferrara (1553). La sua figura, identificabile con quella di Yom-Tob ben Levi Atias, resta in parte controversa, ma la sua attività ebbe un ruolo di rilievo nella storia culturale ed editoriale della comunità ebraica iberica in Italia.
Jerónimo de Vargas apparteneva al gruppo dei sefarditi rifugiatisi in Italia dopo le espulsioni dalla Penisola Iberica. Le fonti coeve lo indicano come “lusitano” o “hispano”, senza fornire dati certi sulla sua nascita. È stato dibattuto se dietro il nome cristiano di Jerónimo de Vargas si celasse l’identità ebraica di Yom-Tob ben Levi Atias oppure se in Yom-Tob debba identificarsi Álvaro de Vargas, il padre di Jerónimo.
La sua presenza a Ferrara è attestata dal 1551, quando compare come mercante inserito in una rete di affari con Venezia, Pesaro e Ancona. Ben presto si avvicinò al settore tipografico: dopo un contenzioso con due stampatori cristiani, acquisì macchinari e intraprese un’attività editoriale in collaborazione con Abraham Usque. Questo sodalizio portò alla stampa della celebre Biblia en lengua española del 1553, nota come Biblia de Ferrara, traduzione in castigliano delle Scritture, destinata soprattutto ai conversos di lingua spagnola. Ne furono preparate due edizioni: una dedicata al duca Ercole II d’Este, che ne autorizzò la diffusione nonostante le perplessità sollevate da alcuni prelati del Concilio di Trento, e un’altra rivolta alla comunità sefardita, con dedica a Gracia Mendes Nasi.
Il marchio tipografico usato da Jerónimo raffigurava una nave in balìa delle onde, simbolo eloquente della condizione degli esuli. Oltre alla Bibbia, pubblicò raccolte di preghiere e testi liturgici in castigliano, destinati a rafforzare la vita religiosa degli ebrei iberici stabilitisi a Ferrara.
Dopo il 1555 le sue tracce diventano più rade: i torchi passarono a Usque e a Mosè Pardo, mentre Jerónimo sembra tornare a occuparsi soprattutto di attività mercantili. Documenti lo ricordano ancora a Ferrara e a Pesaro nella seconda metà degli anni Cinquanta, ma oltre il 1559 mancano notizie sicure. La sua esperienza editoriale, seppur breve, ebbe un ruolo decisivo: la Biblia de Ferrara circolò ampiamente nelle comunità sefardite della diaspora e influenzò anche successive traduzioni protestanti in spagnolo.
Bibliografia
- Maria Teresa Guerrini, Vargas, Jerónimo de, in DSI, vol. 3, p. 1655.
- Iacob M. Hassán (a cura di), Introducción a la Biblia de Ferrara. Actas del Simposio Internacional sobre la Biblia de Ferrara (Sevilla, 25-28 de noviembre de 1991), Universidad de Sevilla y CSIC, Madrid 1994.
- Aron di Leone Leoni, New Information on Yom Tob Atias (alias Alvaro Vargas), Co-publisher of the Ferrara Bible, in «Sefarad», 57/2, 1997, pp. 271-276.
- Renata Segre, La tipografia ebraica a Ferrara e la stampa della Biblia (1551-59), in «Italia Medievale ed Umanistica», 35, 1992, pp. 305-332.
- Moshe Lazar, The Ladino Bible of Ferrara (1553): A Critical Edition, Labyrinthos, Culver City (CA) 1992.
Voci correlate
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]