Zazzara, Giovanni Battista

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Giovanni Battista Zazzara, o Zazzera (Roma, 1576 – Roma, 28 aprile 1625), figlio di Monte, noto per essere stato tra i primi discepoli di Filippo Neri a S. Girolamo della Carità, è entrato a far parte piuttosto tardi della Congregazione dell’Oratorio, seguendo l’esempio dei fratelli Francesco, Clemente e Andrea; di formazione giuridica e assai dotto, ha assunto importanti uffici curiali ed è stato stretto collaboratore di Paolo V fino alla sua morte.

Biografia

Giovanni Battista era nato a Roma nel 1576 da Monte e Clarice Zacarina, devotissima a Filippo Neri, che di figli ne mise al mondo ben dodici1. Suo padre, fiorentino di nascita e profumiere di professione, era stato uno dei più antichi frequentatori del Neri e suo penitente in S. Girolamo della Carità, come testimoniò Antonio Gallonio: «(Padre Filippo) Instituì la nostra Congregatione dell’Oratorio, come ho inteso da alcuni suoi figlioli spirituali più antiqui, cioè m.s Monte Zazzera, m.s Ottavio Ricci et altri, ne’ tempi di papa Giulio III tra ’l cinquanta uno o cinquanta doi»2.
La presenza di Monte Zazzara nell’Urbe è documentata fin dal 1547 come residente nel palazzo della Zecca, che nel 1666 diventò sede del Banco di S. Spirito. Il suo nome figura tra i confortatori della Compagnia della Misericordia negli anni 1568, 1578, 1591 nonché tra i suoi provveditori nel 1569, 1574 e 1579. Al processo di canonizzazione per Filippo Neri depose come teste cinque volte, fornendo preziose informazioni sulle origini dell’Oratorio, quando le prime riunioni – iniziate tra il 1551 e il 1552 – avevano ancora una forma strettamente privata e si tenevano nelle stanze del Padre3. Successivamente, tra il 1554 e il 1555, questi incontri ristretti persero il loro carattere privato e, aumentando il numero dei partecipanti, si trasferirono nell’antico granaio di S. Girolamo, ma fu solo intorno al 1557 che le riunioni pomeridiane promosse da padre Filippo assunsero forme più definite, assumendo il nome di Oratorio4. Monte Zazzara morì il 4 giugno 1608. Dai libri di S. Luigi dei Francesi e di S. Maria in Vallicella, Pier Luigi Galletti ha trascritto due suoi necrologi5.
Per il tramite del devoto profumiere fiorentino, la sua numerosa famiglia strinse stretti rapporti con Filippo Neri, iniziando dal fratello Simone, il quale, prima di farsi cappuccino, si era posto sotto la direzione spirituale del Padre, da cui fu poi ‘miracolosamente’ risanato6. Quattro dei dodici figli di Monte entrarono in Congregazione. Francesco Zazzara, il più noto, fu accettato in comunità l’8 settembre 1595, dopo aver frequentato fin da ragazzo il circolo filippino di S. Girolamo. Sulla sua scia, nello stesso anno 1595, entrò nell’Oratorio Clemente, che fu subito inviato presso la Casa di Napoli. Due anni dopo, il 21 ottobre 1597, faceva il suo ingresso in Congregazione anche Andrea, che all’epoca aveva appena diciotto anni. Giovanni Battista fu l’ultimo dei fratelli ad entrare in comunità, poiché a tempo pieno era familiare di Paolo V e suo stimato collaboratore. Si trasferì stabilmente alla Chiesa Nuova soltanto il 13 settembre 1622, dopo la morte del Pontefice7.
Giovan Battista Zazzara aveva studiato grammatica, retorica e teologia al Collegio romano, per poi passare agli studi giuridici, compiuti con il fratello Francesco all’Università della Sapienza di Roma8. Persona assai dotta e raffinata, ma di temperamento essenzialmente umile e riservato, al tempo della sua seconda deposizione al processo per padre Filippo, risalente al 27 luglio 1596, era dottore utriusque iuris, il che lo metterà nella condizione di avvicinarsi da esperto alle più sottili questioni giuridiche, al pari di altri famosi oratoriani come Cesare Baronio, Tommaso Bozio, Prometeo Pellegrini, Giacomo Volponi, Scipione De Rossi, Adriano Massarelli, Angelo Saluzzi, Antonio Guidetti e Pietro Giacomo Bacci9. Frequentatore assiduo dell’Oratorio romano fin da ragazzino, aveva potuto conoscere bene Neri, sia pure per breve tempo. Padre Filippo, gravemente malato, preannunziò a lui e al fratello Andrea che li avrebbe confessati10. Entrato in prelatura, diventò segretario della Consulta grazie alla protezione di Girolamo Pamphili, che era stato discepolo di Filippo Neri e poi amico di Cesare Baronio. Il 6 novembre 1611 prese possesso di un canonicato di S. Giovanni in Laterano11. Il 1° febbraio passò a un canonicato di S. Pietro in Vaticano12.
Quando agli inizi del 1614 i padri della Vallicella discussero sullo stato di avanzamento della continuazione degli Annales Ecclesiastici del Baronio, a quel tempo affidata al fratello Andrea, Giovanni Battista Zazzara non esitò a farsi avanti per ingaggiare a sue spese un copista e trovare una stanza idonea di lavoro ai fini del buon esito dell’impresa13. Ma la sua disponibilità non servì ad assicurare continuità all’iniziativa. Andrea Zazzara riuscì infatti a portare a termine un solo tomo, senza poter andare oltre. La fatica della ricerca e lo studio senza sosta lo fecero addirittura ammalare di tisi e dopo una lunga malattia morì precocemente il 17 novembre del 161714.
Morto Paolo V, Giovanni Battista si sentì sciolto dall’impegno assunto col pontefice e da altri obblighi curiali: rinunciò al posto occupato, ai titoli e al canonicato e preferì entrare nella Congregazione oratoriana, ritirandosi il 13 settembre 1622 in S. Maria in Vallicella, dove dimorò fino al termine della sua vita. Morì il 28 aprile 1625, all’età di 49 anni. Il suo necrologio è stato trascritto dal Galletti, che però gli attribuisce erroneamente 46 anni di vita15. Un breve profilo biografico di Giovanni Battista Zazzara si legge nella raccolta di Paolo Aringhi, rimasta finora inedita in Vallicelliana16.

Fonti e bibliografia

  • Paolo Aringhi (et alii), Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella …, 3 v., Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60: ms. O 59, f. 380.
  • Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2413 (Indice dei nomi di persona).
  • Antonio Gallonio, Vita di San Filippo Neri, pubblicata per la prima volta nel 1601. Edizione critica a cura dell’Oratorio Secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del IV centenario della morte del Santo, con introduzione e note di Maria Teresa Bonadonna Russo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma 1995, p. 389 (indice onomastico).
  • Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963, p. 169.
  • Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, p. 429 (Indice generale).

Voci correlate

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.

Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2019

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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