Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Gian (o Giovan) Francesco Alois detto il Caserta (Piedimonte di Casolla, inizi sec. XVI - Napoli, 4 marzo 1564) è stato un nobile e umanista condannato a morte per eresia.
Membro di una nobile famiglia che deteneva vasti possedimenti nella zona di Piedimonte di Casolla, casale di Caserta, assiduo frequentatore dei circoli umanistici napoletani (lui stesso compose sonetti pubblicati in raccolte cinquecentesche), fu tra i primi seguaci di Juan de Valdés. Ospitò Marcantonio Flaminio nel 1539 e ebbe un'importante influenza nella conversione di Galeazzo Caracciolo, che introdusse al Valdés e a Pier Martire Vermigli nel 1541. Già indagato dall'Inquisizione nel 1552, fu poi perseguitato da Giulio Antonio Santori, allora vicario della diocesi di Caserta, nel 1562. Il processo stavolta si concluse con la sua condanna a morte come relapso, eseguita in piazza del Mercato a Napoli il 4 marzo 1564. Insieme a lui venne giustiziato il compagno di fede Bernardino Gargano di Aversa, già implicato nell'indagine del 1552. Inutilmente Pietro Carnesecchi tentò di intercedere per salvare l'amico.
La sua esecuzione provocò alcune sommosse contro l'Inquisizione e in particolare contro il Santori, anche se non della stessa ampiezza della rivolta del 1547, nel corso della quale era morto tra l'altro il fratello maggiore dell'Alois, Gian Battista.
Bibliografia
- Processo Morone2, vol. III, pp. 522-524, nota 846.
- Mario Rosa, Alois, Gian Francesco, in DBI, vol. 2 (1960).
- Saverio Ricci, Il Sommo Inquisitore. Giulio Antonio Santori tra autobiografia e storia (1532–1602), Salerno, Roma 2002.
Link
- Scheda su Gian Francesco Alois sul sito Symogih.org
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]