Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Bartolomeo Casali è stato un prelato del XVI sec., vicario vescovile a Bologna nel 1558-1559, perseguitato dall'Inquisizione.
Probabilmente appartenente a un ramo secondario dell'importante famiglia senatoria bolognese dei Casali, il 23 ottobre 1558 fu nominato vicario del vescovo di Bologna Giovanni Campeggi. Nel febbraio 1559 furono affissi per le strade di Bologna alcuni libelli anonimi che lo accusavano di eresia. Al contempo l'Inquisitore Eustachio Locatelli avviava un'indagine nei suoi confronti, ascoltando alcuni testimoni che mettevano in dubbio la sua ortodossia, mettendolo agli arresti domiciliari e avvisando la Congregazione del Sant'Uffizio. Bartolomeo Casali era obbligato a dimettersi da vicario vescovile (fu sostituito da Giovan Battista Castelli), mentre la Congregazione del Sant'Uffizio, guidata dal cardinal Michele Ghislieri, inquisitore maggiore, deliberava il trasferimento del processo a Roma, incontrando l'opposizione del vescovo Campeggi e del Senato di Bologna, che si erano subito schierati a favore dell'ex vicario. La morte dell'intransigente papa Paolo IV (18 agosto 1559) costituì una battuta d'arresto per l'offensiva inquisitoriale contro Casali, che morì a Bologna all'inizio del 1561.
Bibliografia
- Guido Dall'Olio, Eretici e inquisitori nella Bologna del Cinquecento, Istituto per la storia di Bologna, Bologna 1999, pp. 222-225.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]