Filomarino, Ascanio duca della Torre

Dizionario storico delle scienze naturali a Napoli dal Rinascimento all’Illuminismo


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Ascanio Filomarino duca della Torre (5 ottobre o 18 agosto 1751 – 18 gennaio 1799), esponente di spicco dell’Illuminismo napoletano, è stato un naturalista, fisico e vulcanologo. Studioso del Vesuvio, allestì nel suo palazzo un prezioso Gabinetto scientifico dedicato al vulcano, andato distrutto poi dall’assalto dei lazzari durante la rivoluzione del 1799.

Cenni biografici

Ascanio Filomarino nasce a Napoli il 5 ottobre 1751 (il 18 agosto per De Rosa), da Pasquale, quarto duca Della Torre, e da Maddalena Rospigliosi, nel Palazzo Giusso dimora di famiglia. Compie i primi studi, con il fratello Clemente, al Collegio Nazareno a Roma dai padri Scolopi, manifestando ben presto le sue inclinazioni scientifiche, sotto la guida, tra gli altri, del padre somasco Giovanni Maria Della Torre. Appassionato di fisica sperimentale, apprende dal noto macchinista Luswergh a costruire strumenti di precisione come quadranti, bilance, orologi che, quando rientra a Napoli nel 1770, vanno a formare il primo nucleo di quello che presto diventerà il suo rinomato Gabinetto scientifico.
Si dedica alle scienze naturali, collaborando con Gaetano De Bottis e concentrando la sua attenzione sul Vesuvio. Comincia così a raccogliere e catalogare le rocce vulcaniche e a mettere insieme una ricca e famosa biblioteca di argomento vesuviano, diventando molto esperto in questo ambito e stringendo rapporti con tanti naturalisti.
Entra in contatto con le idee libertarie degli esponenti dell’illuminismo napoletano e di Gaetano Filangeri. Nobile e colto, gentiluomo di camera di Ferdinando IV, Ascanio è tenuto in considerazione a corte dove cerca di portare avanti le sue idee riformatrici e progressiste.
Nel 1799 viene rapito e barbaramente ucciso insieme al fratello Clemente, poeta, dai lazzari, che danno fuoco al palazzo distruggendo così un immenso patrimonio comprendente non solo le ricche collezioni messe insieme da Ascanio, ma anche i preziosi dipinti raccolti dagli avi (con attribuzioni a Raffaello, Tiziano, Correggio, tra i tanti).
Come ci riporta Scipione Breislak, quest’uomo così rispettabile e buono viene massacrato, dal “vile et ignorante populace de Naples” durante i tumulti del 1799, e purtroppo, il suo palazzo saccheggiato, distrutto e irrimediabilmente perduto tutto ciò che era all’interno «de machines, d’instruments et de choses préceuses dans ce sanctuare des sciences, presque le seul qu’elles eussent à Naples» (pag. 124).

Contributo alle scienze naturali in Napoli

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Brillante sperimentatore, Ascanio Filomarino è ben inserito nel contesto dell’Illuminismo napoletano e tenuto in grande considerazione nell’ambiente accademico.
Il prestigio di cui gode presso il sovrano, lo spinge a farsi portavoce di ideali riformisti e di progresso tecnologico. Lo troviamo anche tra i promotori di una rivista scientifica, la Scelta Miscellanea, la prima vera rivista napoletana, il cui intento era quello di diffondere le scoperte scientifiche ma che, purtroppo, non riesce a durare che un paio d’anni.
L’interesse di Ascanio per il Vesuvio e le continue osservazioni lo rendono tra i più esperti nel campo e partecipe nelle discussioni scientifiche (come quella dopo il sisma del 1779).
L’eruzione del 1794 gli fornisce l’opportunità di verificare le sue ipotesi e la validità degli strumenti che lui stesso aveva approntato per le rilevazioni dell’attività vulcanica. Pubblica così le Lettere due sull’eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794, che suscitano molto interesse, vengono ripubblicate a Firenze nel 1795 e tradotte anche in tedesco a Dresda. Le scosse di terremoto che accompagnavano le eruzioni gli suggeriscono l’idea di costruire un sismografo, un apparecchio in grado di registrarle.
I materiali raccolti e la ricca biblioteca di opere riguardanti il Vesuvio gli permettono di organizzare nel suo palazzo un importante Gabinetto scientifico, che si andrà ad arricchire anche delle vedute delle diverse eruzioni commissionate al paesaggista Olivo D’Anna.

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Nel 1794, Ascanio pubblica la Breve descrizione dei principali incendi del monte Vesuvio e di molte vedute di essi per la prima volta ricavate dagli storici contemporanei, ed esistenti nel gabinetto del Duca della Torre, un’opera innovativa, un catalogo illustrato e commentato della sua collezione, che ricostruisce la storia del Vesuvio. L’ampio successo e circolazione di quest’opera lo porta a pubblicare una seconda edizione con il titolo di Gabinetto Vesuviano, in cui aggiunge anche il catalogo delle rocce (seguendo i criteri dello scozzese James Thompson) e della sua considerevole Biblioteca, per la ricostruzione cronologica e documentata delle eruzioni del Vesuvio: «Nella quale [seconda edizione] ho anche aggiunto un catalogo delle pietre vesuviane, e l’indice di una Biblioteca Vesuviana: cose tutte esistenti nell’istesso mio gabinetto. Vivete felici». (pag. 2)
Il Gabinetto Vesuviano può essere considerato uno strumento di lavoro per gli studiosi, in quanto riunisce insieme reperti, testi e immagini allo scopo di approfondire la conoscenza del Vesuvio e dei vulcani in generale.
Questa seconda edizione conosce ancora più successo della prima e rende necessaria una terza nel 1797. Ai “Cortesi Lettori” il Duca spiega che «…ho creduto farvi cosa grata formare una serie cronologica delle principali sue eruzioni, incominciando da quella del 79 dell’era cristiana, che è la prima di cui le istorie ci ànno conservata notizia, fino all’ultima dello scorso anno 1794». Decisivo per l’autore il dato visivo, il ruolo delle illustrazioni, realizzate «colla maggiore esattezza possibile da esperto pittore». (pp. 1-2).
L’intento di Filomarino è quello di realizzare una storia delle eruzioni vesuviane in grado di contribuire a una migliore interpretazione dell’attività del vulcano, per evitare o mitigare i danni alla popolazione. Non è soltanto un’opera storica, dunque, perché l’autore coltiva la speranza che questi dati possano far comprendere meglio l’attività futura, nell’ottica di una prevenzione del rischio. Per questo, Ascanio si dedica a osservazioni continue e sistematiche utilizzando anche uno strumento, «un sismografo, che ho io stesso ideato, ed eseguito[…] oltre chè a me sembra il più semplice sismografo, che siasi finora costruito». (pp. 50-51). «Ho data la descrizione di questa macchina affinchè nella capitale, e né paesi vicino al vulcano, possa farsene uso unitamente ad un esatto elettrometro atmosferico, ed osservandoli di concerto coi segni esterni del vulcano si possa talvolta, se non presagire chiaramente qualche nuova eruzione, almeno congetturarla» (pag. 54).

Impatto nel contesto italiano ed europeo ed eredità intellettuale

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«Il suo palazzo era perciò frequentato da viaggiatori d’ogni nazione, o professori, o amatori delle scienze fisiche…» (De Rosa, pag. 124)
Per il suo eccezionale Gabinetto scientifico e per le sue sperimentazioni sul Vesuvio, il Duca Della Torre entra ben presto in contatto con molti studiosi italiani e stranieri, tra cui, oltre ai maestri padre Giovanni Maria Della Torre e De Bottis, vanno annoverati William Hamilton, Giuseppe Gioeni, Scipione Breislak. È proprio Breislak che, dopo la tragica morte di Ascanio, ne dipinge un accorato ritratto, ricordandone il ruolo centrare avuto nella divulgazione scientifica di fine Settecento e il suo rappresentare una vera e propria scuola. «Doué des plus rares talens en mécanique, il s’était entièrement livré ouvert à tous les hommes studieux. Une belle galerie de tableaux l’ornait moins ancore qu’une bibliothèque choisie, une nombreuse et intéressante collection des produits du Vésuve, un riche cabinet de physique, où l’on distinguait sur-tout les machines pour l’életricité et la météreologie, la plupart de son invention et travaillés de ses mains». (pag. 124)
Se il Gabinetto Vesuviano rappresenta per i contemporanei di Filomarino un vero e proprio strumento di studio e di ricerca, oggi, per noi rappresenta la fonte più precisa per ricostruire le sue ricche collezioni irrimediabilmente perdute. Il grande successo dell’opera è attestato anche dal fatto che continuò a circolare ed essere ristampata anche dopo la tragica morte del suo autore, seppur con modifiche e aggiunte di illustrazioni.
Nel 1805 viene ripubblicata con il titolo Raccolta di tutte le vedute che esistevano nel Gabinetto del Duca della Torre: il testo rimane sostanzialmente lo stesso, anche se con qualche ritocco da parte di Gaetano D’Ancona, ma le immagini si accrescono, diventano più numerose, con il contributo di altri disegnatori e incisori, paesaggisti famosi come Philip Hackert e Luigi Fergola.
L’eredità scientifica di Ascanio Filomarino viene poi raccolta dal figlio Nicola che ne continua l’opera di osservazione del Vesuvio e di selezione di materiali vulcanici. Questa collezione andrà poi a confluire nel Museo di Teodoro Monticelli nei primi dell’Ottocento e alcuni esemplari sono tuttora conservati nell’attuale Museo Mineralogico di Napoli.

Bibliografia

Opere di Ascanio Filomarino

  • Lettere due sull’eruzione del Vesuvio de’ 15 giugno 1794, Napoli, Domenico Sangiacomo, 1794.
  • Breve descrizione dei principali incendi del monte Vesuvio e di molte vedute di essi per la prima volta ricavate dagli storici contemporanei, ed esistenti nel gabinetto del Duca della Torre, Napoli, Sangiacomo, 1794.
  • Gabinetto Vesuviano del Duca Della Torre, Napoli, 1796 (prime due edizioni con Sangiacomo, entrambe nel 1796).
  • Gabinetto Vesuviano del Duca Della Torre (terza edizione), Napoli, Talani, 1797.

Studi

  • Scipione Breislak, Voyages phisiques et lithologiques dans la Campanie…, Paris, Dentu, 1801.
  • L’uccisione di Ascanio e Clemente Filomarino della Torre (dalle memorie del duca della Torre Nicola Filomarino), a cura di G. Ceci, «Archivio storico per le province napoletane», XXV, 1, (1900), pp. 64-75.
  • B. Croce - G. Ceci - M. D'Ayala - S. Di Giacomo (a cura di), La rivoluzione napoletana del 1799 illustrata con ritratti, vedute, autografi ed altri documenti figurativi e grafici del tempo. Albo pubblicato nella ricorrenza del 1º centenario della Rep. nap., Napoli, 1899.
  • Carlo Antonio De Rosa Marchese di Villarosa, Ritratti poetici con note biografiche di alcuni illustri uomini del sec. XVIII nati nel Regno di Napoli, Napoli, 1842.
  • Maria Toscano, Metodo sperimentale ed emancipazione sociale. Il Gabinetto scientifico di Ascanio Filomarino Della Torre, in Le scienze della vita nel Settecento meridionale (1732-1806), «Bollettino di Studi Vichiani», anno XXXVIII, 2, (2008), pp. 137-151.
  • Maria Toscano, Gli archivi del mondo. Antiquaria, storia naturale e collezionismo nel secondo Settecento, Firenze, Edifir, 2009.

Nota bene

Questo contributo rientra nelle linee di ricerca del PRIN 2017, The uncertain borders of nature. Wonders and miracles in early modern Kingdom of Naples (Cod. 2017EX5AC3).

ARTICLE WRITTEN BY ROSSELLA DE CEGLIE | STORIADELLACAMPANIA.IT © 2021

Hinc felix illa Campania est, ab hoc sinu incipiunt vitiferi colles et temulentia nobilis suco per omnis terras incluto, atque (ut vetere dixere) summum Liberi Patris cum Cerere certamen. Hinc Setini et Caecubi protenduntur agri. His iunguntur Falerni, Caleni. Dein consurgunt Massici, Gaurani, Surrentinique montes. Ibi Leburini campi sternuntur et in delicias alicae politur messis. Haec litora fontibus calidis rigantur, praeterque cetera in toto mari conchylio et pisce nobili adnotantur. Nusquam generosior oleae liquor est, hoc quoque certamen humanae voluptatis. Tenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Campani.
[Plinius Sen., "Nat. Hist." III, 60]

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