Peruzzi, Agostino

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Agostino Peruzzi (Ancona, 16 luglio 1764 – Ferrara, 2 luglio 1850) è stato un sacerdote, poeta e storiografo, autore del primo trattato sul magnetismo animale in lingua italiana scritto da un ecclesiastico.

Cenni biografici

Nativo di Ancona, Peruzzi compie studi di grammatica e retorica presso il seminario diocesano locale. Dopo un breve soggiorno a Venezia torna ad Ancona e aderisce alle idee rivoluzionarie, per poi ritrattare pubblicamente le proprie convinzioni politiche nel 1800, in seguito ad una profonda crisi religiosa. Ordinato sacerdote nel 1804, nel 1808 Peruzzi si trasferisce Ferrara, dove diventa un noto esponente degli ambienti neotomisti. Nel 1811 viene nominato canonico della cattedrale di Ferrara. Dal 1830 al 1849 è rettore dell’Università.

Già autore di una voluminosa Storia di Ancona (1835), nel 1837 Peruzzi traduce in terzine l'Apocalisse di Giovanni, collocandola all'interno di una visione millenaristica della storia. Quest’ultima per Peruzzi è divisa in sette epoche: dopo aver attraversato la quinta epoca, quella della Riforma protestante, l'umanità si trova attualmente nella sesta, la quale, edificata su quelle «ereticali riforme», è «quella del socinianismo, del farisaico giansenismo, e della filosofica miscredenza». Seguirà l’epoca settima, con l’avvento dell’ultimo anticristo, il trionfo della Chiesa cattolica ed il giudizio universale.

Il dialoghi Sul mesmerismo (1841)

Questo contesto apocalittico fa da cornice all’interesse di Peruzzi per i fenomeni del magnetismo animale. Nel 1841 l’anziano sacerdote dà alle stampe il volumetto Sul mesmerismo o come altri vogliono Magnetismo animale, composto di dialoghi tra tre personaggi (Noarco, Teopisto ed E.). Di fatto, si tratta della prima opera cattolica italiana ad affrontare sistematicamente il mesmerismo da un punto di vista religioso e morale, sia pure con un approccio divulgativo e a tratti ironico. Dopo aver descritto accuratamente i fenomeni magnetici, Peruzzi identifica la «causa predisponente» del mesmerismo nell' «esaltazione libidinosa» tipica delle giovani isteriche. Motivo per il quale, osserva l’autore, negli stessi trattati di magnetismo si raccomanda che il terapeuta sia vigoroso e sano, «atante di tutti i membri», e debba esercitare sul magnetizzato «la padronanza più assoluta»; che debba toccare il corpo della donna («anco le parti più sensibili»), corpo che viene sottoposto a ripetuti «stringimenti e brancicamenti»; che debba trasmettere influssi che si palesano per «la vivacità e l’ardenza delle occhiate». Il metodo mesmerico è dunque «indecentissimo e immoralissimo» (Sul mesmerismo, pp. 21-26). Tuttavia, poiché i fenomeni magnetici non possono essere spiegati solo con cause naturali – che si tratti di un preteso «fluido» vitale oppure di facoltà dell’anima – Peruzzi ne deduce l'intervento soprannaturale del demonio, il quale agisce come vera e propria «causa produttrice». I poteri paranormali dei sonnambuli sono, del resto, la prova definitiva di un’origine diabolica e soprannaturale di tali fenomeni. Il magnetismo dunque è abominevole, e deve essere ricacciato «nelle native sue bolge infernali» (Sul mesmerismo, p. 86).

L’approccio demonologico di Peruzzi, se da un lato si poneva in contrasto con la posizione più sfumata assunta in quegli anni dal Sant'Uffizio, dall’altro riecheggiava i toni della denuncia formulata nello stesso periodo da Ignazio Cadolini, Segretario della Congregazione di Propaganda Fide dal 1838, nominato arcivescovo di Ferrara nel 1843 (Cadolini sarà coinvolto proprio insieme a Peruzzi, negli anni successivi, nella polemica contro Vincenzo Gioberti). In un opuscolo anonimo uscito nel 1841 per i tipi di Propaganda Fide, Cadolini aveva scritto che la «colossale potenza misteriosa del magnetismo animale non risiedendo nelle forze occulte dell’addetto, non nelle facoltà inerenti ai sonnambuli, e molto meno in quelle di altri uomini od animali o di esseri inanimati, è fuor di dubbio da conchiudere ch’essa sia sovrannaturale» (Sul magnetismo animale, Roma : nella tipografia della s. c. De propaganda fide, 1841, p. 1).

Alla fine degli anni ‘50, la tesi del «magnetismo diabolico» – ispirata alle posizioni dei «demonologi» francesi Jean-Baptiste Fiard (La France trompée par les magiciens et démonolâtres du dix-huitième siècle, fait démontré par des faits, 1803) e Fustier (Mystère des magnétiseurs et des somnambules dévoilé aux âmes droites et vertueuses par un homme du monde, 1815) – ispirerà un importante corpus teologico in lingua italiana. Tra queste opere spiccano i volumi del gesuita Antonio Monticelli (Sulla causa dei fenomeni mesmerici, 1856) e del francescano modenese Giovanni Caroli (Del magnetismo animale, 1858; anche Caroli fu coinvolto nella polemica antigiobertiana).

Fonti e bibliografia

Opere di Peruzzi sul magnetismo animale

  • Sul mesmerismo o come altri vogliono Magnetismo animale. Dialoghi, Pomatelli, Ferrara 1841.

Studi critici

  • Giuseppe Cenacchi, Tomismo e neotomismo a Ferrara, Pontificia accademia teologica romana, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 1975, pp. 103-107.
  • Luigi Pauri, Notizie della vita di Monsignor Agostino Peruzzi, Per gli eredi Soliani, Modena 1850.
  • Romeo Sgarbanti, Lineamenti storici del movimento cattolico ferrarese, F. Cappelli, Rocca S. Casciano 1954, pp. 124-133.

Nota bene

Questa voce è parte della sezione trasversale Mesmerismo, occultismo, spiritismo. Eterodossie del XIX secolo tra correnti esoteriche e nuove spiritualità, che intende presentare uno specifico campo culturale, che si delinea nel corso dell’Ottocento a cavallo tra medicina, religione, utopie politiche e nuove spiritualità. Le sue voci sono dedicate ad una serie di autori e movimenti, attivi a margine delle egemonie scientifiche e religiose occidentali, i quali, in continuità tra di loro e con frequenti richiami ad un bacino di idee e riferimenti comuni, operarono in una relazione di interscambio e conflitto con i saperi dominanti.

Article written by Francesco Baroni | Ereticopedia.org © 2023

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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