Maggi, Vincenzo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Vincenzo Maggi è stato un monaco benedettino, originario di Brescia, sfratatosi e quindi perseguitato per eresia ed esule religionis causa.

Nel 1530 Francesco Negri a Brescia, nel convento di S. Faustino Maggiore, tentò di convincerlo ad abbandonare la Chiesa di Roma, ma invano. Nel 1546 si sfratò. Divenne allora agente diplomatico al servizio della Francia. Stabilitosi quindi a Venezia, dove frequentò vari eterodossi, tra i quali Girolamo Donzellini e Antonio Fachin, fu denunciato al Sant'Uffizio dall'ex domestica della moglie. Di conseguenza, nell'aprile 1553, fuggì verso la Svizzera, rifugiandosi a Coira. Fu quindi a Basilea e a Ginevra.

Bibliografia

  • Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell'Italia del Cinquecento, Claudiana, Torino 19972, pp. 212, 234.
  • Frederic C. Church, I riformatori italiani, Il Saggiatore, Milano 1967 [ed. or. The Italian Reformers 1534-1564, Columbia University Press, New York 1932], vol. I, pp. 147 sgg. e 329 sgg.
  • Andrea Del Col, Lucio Paolo Rosello e la vita religiosa veneziana verso la metà del secolo XVI, in "Rivista di storia della Chiesa in Italia", XXXII, 1978, pp. 422-459.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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