Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Valeria Brunalesco è stata una donna di Oderzo processata per stregoneria dal Santo Ufficio nel 1587.
Valeria Brunalesco all’epoca del processo risiedeva a Venezia in contrada S. Polo, dopo aver lasciato la natia Oderzo, forse seguendo la famiglia Diedo, che aveva possedimenti ed interessi in entrambe le città.
Quando era ancora nell’opitergino, Valeria sposò Girolamo Mariani, appartenente ad una delle famiglie maggiormente presenti ad Oderzo.
La questione che vede coinvolta la Brunalesco – assieme alla figlia Splendiana Mariani – ebbe origine da una denuncia di Lucrezio Cilla, cognato dell’imputata, in quanto marito (o amante) della sorella Fulvia Brunalesco, che poi cadrà lei stessa nell’occhio dell’inquisizione.
Nel 1587 il Cilla si presentò al Santo Ufficio per denunciare Valeria e Splendiana, definite due donne pessime cative et di mala vita. Le due, continuò il denunciante, tenevano un magazzino pieno di scoazze et altre poleronarie [cianfrusaglie], dove erano solite ritirarsi a pregare e mettere in atto scongiuri.
Tra le pratiche esoteriche eseguite trovavano spazio il sortilegio dell’inghistera, per il ritrovamento degli oggetti perduti e di chi li aveva sottratti. In occasione di uno di questi, al quale partecipò anche Fulvia, si scoprì che a sottrarre alcuni beni dalle loro case era stato proprio Lucrezio Cilla, che allora fu interpellato perché confessasse dove li aveva nascosti. Di tutta risposta, il Cilla decise di denunciare Valeria e Splendiana, che nel luglio 1587 furono chiamate al Santo Ufficio e interrogate, tra gli altri, da Domenico Duodo, savio all’eresia.
Dalle deposizioni si scopre che la Brunalesco era in contatto con il medico Pier Paolo Malvezzi.
Tra il 29 e il 31 le due donne furono per l’ultima volta convocate e, sentite separatamente, abiurarono d’innanzi al patriarca di Venezia Giovanni Trevisan e all’inquisitore Angelo Mirabino.
Le abiure furono firmate dalle imputate con una croce e validate da Giuseppe Vidali, avvocato di Venezia. Il comandio post abdiurationis porta la data 31 luglio 1587 e previde, tra le altre cose, la berlina.
Bibliografia
- Mauro Fasan, A caccia di streghe nei domini della Serenissima. Processi per stregoneria tra Veneto e Friuli nel ‘500 e ‘600, Itinera Progetti Editore, Bassano del Grappa (VI) 2016.
- Mauro Fasan, Oderzo eretica … l’altra storia, in “Storia Veneta”, 40, 2017, pp. 40-47.
Article written by Mauro Fasan | Ereticopedia.org © 2019
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]