Corydaleus, Theophilus

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Theophilus (Theophilos, Teofilo, Theodosios, Teodosio) Corydaleus (Corydalleus, Korydaleus, Korydalleus, Coridalides, Skordalòs) di Michele (Atene, c. 1574 – Atene, 1646) fu un filosofo, maestro e chierico greco di Atene.

Theophilus Corydaleus nacque ad Atene probabilmente nel 1574. È considerato l’introduttore del neoaristotelismo nell’area greca e nell’Oriente ortodosso. Studiò inizialmente filosofia e teologia al Pontificio Collegio Greco di S. Atanasio a Roma (1604-1608), ma in seguito si oppose agli obiettivi unionisti di tale Istituzione e all’azione di coloro che vi si erano addottorati. Seguì poi i corsi di filosofia e medicina dello Studio di Padova (1609-1613). Qui fu influenzato dal suo professore di filosofia naturale Cesare Cremonini e abbracciò l’interpretazione materialistica di Aristotele. Per conseguenza ripudiò lo scolasticismo, adottò la teoria della doppia verità e la distinzione formale fra filosofia e teologia, focalizzando il suo interesse sulla logica e sulla religione naturale. Accettava soltanto i commentatori antichi di Aristotele e rifiutava invece quelli medievali (sia latini che bizantini), come pure l’approccio alle teorie sull’immortalità dell’anima, sulla creazione del Mondo ex nihilo e sulla Divina Provvidenza. Il suo sistema filosofico venne chiamato “Corydalismus”. Fu insegnato da lui e dai suoi allievi nell’Accademia Patriarcale di Costantinopoli, costituì uno strumento della riforma culturale del patriarca anticattolico Cyrillus Lucaris e – indipendentemente dagli attacchi teologici contro il suo ispiratore e ovviamente adattato alle esigenze della Chiesa ortodossa – influenzò a lungo il pensiero filosofico dell’Oriente ortodosso. Corydaleus difese con tenacia Lucaris, che dopo la morte era stato condannato dalla Chiesa ortodossa, e fu accusato del fatto che, influenzato da quest’ultimo, aveva abbracciato posizioni calvinistiche relative al sacramento dell’eucaristia, rifiutando il termine scolasticistico transsubstantiatio (in greco μετουσίωσις) e la dottrina della teologia latina sulla transustanziazione. Per tutti questi motivi fu accusato anche di ateismo. Compose un gran numero di scritti e di commentari delle opere di Aristotele, che ai suoi tempi circolarono in forma manoscritta e in seguito videro diverse edizioni a stampa. In pratica, fino agli ultimi decenni del XVIII secolo, quasi tutte le opere di Corydaleus furono gli unici manuali utilizzati per le lezioni di filosofia nelle scuole greche. Insegnò a Venezia (1608-1609), ad Atene (1613-1619, 1643-1646), a Cefalonia (1619-1621), a Zante (1621-1623, 1628-1636 con alcuni intervalli) e nell’Accademia Patriarcale di Costantinopoli (1622, 1625-1628, 1636-1640). Creò una larga cerchia di allievi, comprendente personaggi di rilievo come ad esempio Giovanni Caryofyllis, Melezio Syrigos, Eugenio Giannulis ecc. Il suo insegnamento, tuttavia, causò la dura reazione dei greco-cattolici dell’epoca, e soprattutto dei suoi ex compagni del Collegio Greco di Roma. Quanto alla sua carriera ecclesiastica, inizialmente si fece monaco (1624?) e assunse il nome di Teodosio. In seguito, però, ritornò allo stato laicale. Nel 1640 fu ordinato metropolita di Arta e Naupatto, ma nel 1642 si dimise dalla carica. Morì ad Atene nel 1646.
L’attività didattica di Corydaleus, la diffusione delle sue opinioni radicali e la creazione di una larga cerchia di suoi allievi nelle Isole Ionie causarono la reazione della Chiesa cattolica: in un primo momento del nunzio apostolico a Venezia e della Congregazione “de Propaganda Fide” e in seguito dell’Inquisizione romana, che esercitò pressioni sul governo veneziano affinché estradasse Corydaleus a Roma. Alla fine, il Senato veneziano deliberò la cessazione dell’attività didattica di Corydaleus e il suo allontanamento dalle Isole Ionie, ma non il suo deferimento al tribunale dell’Inquisizione.
Le peripezie di Corydaleus, le continue denunce a suo carico e la pretesa dell’Inquisizione di giudicarlo per le sue concezioni religiose devianti devono naturalmente essere considerate e studiate nell’ottica di un più generale tentativo da parte della Chiesa romana di accentuare in quel periodo la sua influenza nei territori dell’Impero Ottomano e della Chiesa orientale e del conseguente scontro tra forze cattoliche e anticattoliche, che aveva come suo epicentro la scena diplomatica europea a Costantinopoli. È da ricordare che Corydaleus apparteneva alla cerchia degli stretti collaboratori del patriarca anticattolico Cyrillus Lucaris.

Bibliografia essenziale

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Article written by Stathis Birtachas | Ereticopedia.org © 2018

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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