Processo e rogo delle streghe a Pisogne (1518)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Il 17 luglio 1518 a Pisogne, sulla sponda nord-orientale del lago d'Iseo, il prete Bernardino Grossi, agendo in qualità di vicario dell'Inquisizione, mandò al rogo otto donne accusate di stregoneria.

Conosciamo la vicenda grazie a una dettagliata relazione inviata da Marin Sanudo, testimone oculare della vicenda, al podestà veneziano di Brescia Giovanni Badoer, come da richiesta del podestà stesso. Marin Sanudo riferiva di aver chiesto, come altri, di poter visitare le streghe il giorno prima dell'esecuzione, ma di aver ricevuto risposta negativa dal Grossi ("Non voglio che li date fastidio, perché sono confessate, et non vosave che le se turbaseno"). Sanudo riferiva altresì che le condannate si mostrarono pentite durante l'esecuzione, ma che una dichiarò al Grossi che egli le faceva "gran torto", in quanto aveva promesso di lasciarla libera se avesse confermato le accuse, e che la gran parte delle altre le fecero eco, dicendo la stessa cosa. Sanudo osservava infine che lo spettacolo del rogo gli era parso una grande crudeltà e che alle streghe erano state inflitte torture eccessive durante i processi.

Bibliografia

  • Giuseppe Farinelli, Ermanno Paccagnini, Processo per stregoneria a Caterina de Medici 1616-1617, Rusconi, Milano 1989, pp. 62-63.

Article written by Daniele Santarelli & Domizia Weber | Ereticopedia.org © 2020

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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