Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
I processi per stregoneria condotti a Savognino, nei Grigioni, tra il 1711 e il 1712 ebbero una particolarità non trascurabile: furono processate e condannate due bambine di dieci e undici anni anni, Maria Barbara Iem (che confessò di aver rinnegato il Battesimo, la Trinità, la Vergine Maria e di aver oltraggiatp la croce) e Caterina Ceriona, insieme ad altre due ragazzine di poco più grandi, all'incirca quattordicenni. Per salvare la vita delle due bambine si mossero sia il parroco cattolico sia addirittura l'Inquisitore di Como Bonaventura Boldi, che protestarono con le autorità locali (la sentenza era stata emessa da un tribunale secolare). I genitori delle bambine non si opposero alla condanna capitale e anzi collaborarono all'esecuzione. Il tribunale concesse infatti loro la scelta tra portare le figlie fuori da Savognino e ucciderle oppure avvelernarle in casa. Essi optarono per questa seconda opzione. Se Maria Barbara morì quasi subito, Caterina invece dovette soffrire per due mesi prima di spirare, ricevendo una seconda dose di veleno.
Bibliografia
- Giuseppe Farinelli, Ermanno Paccagnini, Processo per stregoneria a Caterina de Medici 1616-1617, Rusconi, Milano 1989, pp. 126-128.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]