Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Pietro Maria Canepari (o Canepardi), conosciuto anche come Pietro Martire o Pietro Antonio, fu un medico originario di Crema (o Cremona) e attivo a Venezia nella seconda metà del XVI secolo. .
Sono scarse le notizie biografiche su di lui. Figlio di Domenico e Faustina Filaga, sposò una certa Osanna, dalla quale ebbe tre figli. Al Canepari si attribuisce con certezza una sola opera, un trattato sugli inchiostri dal titolo De Atramentis cuiuscunque generis. Opus sane novum hactenus a nemine promulgatum in sex descriptiones digestum, pubblicato a Venezia nel 1619. A quella data il Canepari doveva essere ancora vivo, poiché il De Atramentis è dedicato al doge Antonio Priuli (1618-1623).
L'opera, suddivisa in sei parti (o descriptiones) di difficile lettura e consultazione per l'uso pedissequo di citazioni, aveva l'obiettivo di denunciare le falsificazioni di medici, naturalisti e alchimisti contemporanei nella composizione della triaca, ma finì per diventare un compendio di curiosità, dall'uso dei minerali, agli inchiostri, l'uso magico dei segni e dell'acido solforico. L'opera si chiude con la rappresentazione dell'Arcanum, il principio rigenerativo della natura, che si fonda sul mescolamento di acqua, aria e fuoco. Il Canepari, tuttavia, prende le distanze da ogni accusa di chi vedeva nella sua opera un riferimento al soprannaturale e al divino: "Verum naturalia tantum tractare onus suscepi" (De Atramentis, p. 365)
Nel 1587 fu accusato di avere scritto dei versi contro Gian Giacomo Diedo, vescovo di Crema, motivo per cui venne condannato al confino a Cesena. Nel 1588, il Canepari rivolgeva al Consiglio dei Dieci una supplica per poter essere reintegrato come medico da campo. Non si conosce l’esito della vicenda, ma per intervento di Antonio Priuli dovette essere reintegrato nel suo ufficio (De Atramentis, p. 2).
Opere
- De Atramentis cuiuscunque generis. Opus sane novum hactenus a nemine promulgatum in sex descriptiones digestum. Auctore Petro Maria Canepario Cremensi, Medico et Philosopho, Venetiis Medicinam profintenti. Superiorum permissu et privilegio. Venetiis, Apud Evangelistam Deuchinum, MDCXIX.
Bibliografia
- Alessandra Celati, Medici ed eresie nel Cinquecento italiano, tesi di dottorato inedita, Università degli Studi di Pisa, 2016, p. 327.
- Augusto De Ferrari, Canepari, Pietro Martire, in DBI, vol. 18 (1975).
- Francesco Sforza Benvenuti, Dizionario biografico Cremasco, Cazzamalli, Crema 1888, pp. 79-80.
- Lynn Thorndike, A History of magic and experimental Science, vol. 7, Columbia University Press, New York, 1958, pp. 250-252.
Article written by Vincenzo Vozza | Ereticopedia.org © 2022
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]