Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Pietro Maggi è stato un patrizio cremonese del XVI sec., esule religionis causa.
Nel 1558 fu processato contumacia insieme ad altri patrizi cremonesi (Giulio Cambiaghi, Girolamo Crotti, Francesco Fogliata e Alessandro Roncadello, tutti costoro già fuggiti da Cremona). Il breve processo si concluse con la scomunica solenne di tutti gli imputati il 7 maggio 1558. Pietro Maggi fu condannato a morte in contumacia (fu l'unico della sua famiglia, fortemente implicata nel dissenso religioso cremonese, a ricevere una condanna così dura). Stabilitosi a Ginevra, riuscì a portare con sé una parte del suo patrimonio, sottraendolo alla confisca decretata dall'Inquisizione. Nel 1568 fece testamento, lasciando i suoi beni alla chiesa degli italiani esuli di Ginevra.
Bibliografia
- Pietro Rivoire, Contributo alla storia della Riforma in Italia, in "Bollettino della Società di Studi Valdesi", LV, fasc. 66, pp. 55-88: pp. 71, 76.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]