Processo e rogo di Piera e Santina (Chianciano, 1541)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Secondo quanto riferito nella Lettera o sia Relazione istorica della Terra di Chianciano al nobile Sig. Cav. Giovan Antonio Peccj di Siena (manoscritto datato al 1760) dell'erudito settecentesco Luigi Antonio Paolozzi, Piera e Santina furono due donne condannate al rogo nel 1541 a Chianciano, con l’accusa di stregoneria. L’esecuzione fu ordinata dal podestà Giulio Salvi, che ricevette un pagamento di 64 lire per le spese del procedimento. I dettagli delle accuse non sono noti, per quanto appare plausibile che alle donne fossero stati attribuiti malefici e malattie o disgrazie ad essi conseguenti. L'unica fonte sulla vicenda resta l'opera di Luigi Antonio Paolozzi, che trascrisse appunti dagli antichi registri comunali di Chianciano andati perduti.

Fonti e bibliografia

  • Luigi Antonio Paolozzi, Lettera o sia Relazione istorica della Terra di Chianciano (1760), Biblioteca Moreniana di Firenze, Manoscritti Pecci 74.
  • Albo Fregoli, Streghe e preti in Valdichiana, Effigi Edizioni, Arcidosso (GR), 2019.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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