Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Maria Ada, detta "Cozza", è stata una donna processata e condannata a morte per stregoneria a Poschiavo nel 1753.
Residente a Brusio, fu accusata da un suo compaesano di nome Alberto Triacca di aver insegnato le arti stregonesche alla figlia Maria Maddalena. La bambina testimoniò contro di lei. In un primo tempo Maria Ada, che aveva circa 60 anni al momento del processo (che si svolse tra febbraio e marzo 1753), negò con fermezza le accuse, poi cedette all'improvviso e confessò tutto quel che gli accusatori volevano sentirsi dire: di aver istruito la bambina, di possedere una polvere per fare i malefici, datale dal demonio, di aver partecipato al sabba, di aver provocato la morte di persone con fatture, di aver provocato la morte di bestiame.
Durante l'ispezione corporale, le fu trovato un neo identificato come "bollo" stregonesco.
Fu condannata a morte tramite decapitazione. La sentenza fu eseguita il 29 marzo 1753.
Bibliografia
- Romano Canosa, Isabella Colonnello, Gli ultimi roghi. La fine della caccia alle streghe in Italia, Sapere 2000, Roma 1983, pp. 77-81.
- Giuseppe Farinelli, Ermanno Paccagnini, Processo per stregoneria a Caterina de Medici 1616-1617, Rusconi, Milano 1989, p. 130.
Link
- Fascicolo processuale di Maria Ada sul sito del Comune di Poschiavo.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]