Radolovich, Mare

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Mare Radolovich (Zara ? - Sanvincenti 1632) è stata una donna processata e condannata a morte per stregoneria.

Originaria di Zara, deve aver vissuto vagabondando tra le coste dalmate e l'Istria. Minime le informazioni che la riguardano, raccolte nella sentenza di condanna del 1632. Assente – allo stato delle ricerche – altra documentazione.
Di stato civile presumibilmente nubile, visse una vita di stenti e povertà. Nel documento si leggerà “donna di pessima condicione, vagabonda, et strega”.
Pare che da almeno due anni vivesse a Sanvincenti (o San Vincenti), in Istria, feudo della Repubblica di Venezia allora dei nobili Grimani.
Invisa alla comunità locale, il 23 settembre di quell'anno fu accusata di aver provocato la morte della giovane figlia di Battista Pinco. Mare – da quanto si legge nella sentenza di condanna – con la scusa di voler aiutare la ragazza ammalata, si recò a casa di Battista e baciando la fanciulla “li succhiò il sangue dal core”, procurandone il decesso.
Non vi erano dubbi sulla fama della Radolovich, che era ritenuta solita attentare ai bambini insieme ad altre donne ritenute streghe, che si radunavano nei crocevia delle strade, in forma di uccello, o di mosca, “usando operazioni insegnateli dal diavolo per tal effetto, per attender qualche creatura … per nuocerli”.
La notte del 23 settembre fu catturata e fattole confessare i vari misfatti, tra i quali l'aver stretto un patto col demonio, al quale aveva promesso tre bimbi, che lei avrebbe designato baciandone il volto,o le mani.
Confermati, poi, dalla stessa tutti i capi d'accusa, il 29 dicembre 1632 il cancelliere di Sanvincenti, per conto del nobile Marino Grimani, promulgò la sentenza capitale, anche al fine “che la pena serva a lei per castigo, et ad altre per esempio”. Quindi il giorno successivo, “fuori dalla porta … a ora solita”, Mare Radolovich doveva essere messa alla forca e “appiccata per la gola, sicche muora, et il suo cadavere sia abbruggiato sino che si converta in cenere”.
La sentenza fu pubblicata sotto la loggia il giorno stesso e il 30 dicembre il cancellerie confermò essere stata “eseguita la suddetta sentenza”.

Fonti e bibliografia

Article written by Mauro Fasan | Ereticopedia.org © 2023

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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