Maddalena di Biancardo (presunta strega, XVII sec.)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Maddalena di Biancardo è stata una donna di Sinalunga perseguitata per stregoneria nel 1624.

Subì dapprima un processo da parte dell'autorità laica, istruito dal capitano di giustizia di Sinalunga, che cercò in lei il marchio del diavolo, minacciandone la depilazione totale. Di fronte all'intransigenza del magistrato laico la donna, terrorizzata, come si evince dalle carte del processo, confessò ogni accusa, ammettendo di aver stretto un patto col demonio e di aver partecipato al sabba (di cui fornì una minuziosa descrizione). Il caso fu quindi avocato dall'Inquisizione, che fu molto più morbida dell'autorità laica, come attestato da una lettera del cardinale Giovanni Garsia Mellini, segretario della Congregazione del Sant'Uffizio, all'Inquisitore di Siena del 14 settembre 1624, che ingiunse di censurare la condotta del capitano di giustizia di Sinalunga (tacciato di "atti indecenti, et inhumani" e di aver fatto incarcerare Maddalena "senza inditij") e di rilasciare la donna.

Bibliografia

  • Oscar Di Simplicio, Inquisizione, stregoneria, medicina. Siena e il suo Stato (1580-1721), Il Leccio, Monteriggioni (SI) 2000, pp. 95-96.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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