Guglielmo di Occam

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Guglielmo di Occam (o Ockam, Ockham, Occham – dal nome del villaggio della contrada del Surrey dove egli nacque intorno al 1290), francescano, appartenne alla Scuola di Oxford, resa celebre dall’insegnamento di Duns Scoto e di Ruggero Bacone. Sostenitore – con Michele da Cesena – della tesi sulla povertà di Cristo e degli apostoli, che il papato considerava eretica, nel 1324 fu invitato a presentarsi alla curia papale per discolparsi dall’accusa di eresia, ad Avignone. Là fu trattenuto per quattro anni, riuscì poi a fuggire e andò a Pisa con il generale dell’ordine, Michele da Cesena, e con il confratello Bonagrazia da Bergamo, riparando presso l’imperatore Ludovico il Bavaro, in urto anch’egli col papa avignonese Giovanni XII. I tre frati, scomunicati, si giovarono però della piena protezione dell’imperatore. Ritiratosi a Monaco di Baviera, Occam prese stanza in un convento dove scrisse i suoi trattati politici, tutti favorevoli all’opera dell’imperatore volta ad affrancare l’autorità imperiale da quella del papato, incardinandola sul consenso popolare. Una volta morto il Bavaro, Occam tentò una riconciliazione con la Chiesa, di cui tuttavia non si conosce l’esito. Morì il 10 aprile del 1349 o 1350.
Le sue opere Commentario alle Sentenze, la Summa totius logicae e i sette libri di Quodlibeta gli meritarono il titolo di Doctor invincibilis. Tra le numerose opere di carattere politico e giuridico in difesa del potere civile e contro la pretesa superiorità del papato, la più notevole è il Dialogus inter magistrum et discipulum de Imperatorum et pontificum potestate (1332-34). Al centro della dottrina di Occam è l’idea che tutto ciò che esula dall’esperienza, come le verità della teologia, quindi il mondo sovrannaturale, Dio, non può essere conosciuto né conoscibile dalla filosofia. L’esperienza apre il mondo della natura, perciò la realtà è sempre individuale, dal momento che i concetti sono segni o simboli prodotti dall’intelletto per indicare un insieme di realtà particolari. Tale ricorso all’esperienza gli serve come criterio di spiegazione del problema politico, basato sul principio di libertà. Affinchè questa possa esistere è necessaria la separazione della Chiesa dallo Stato; come la prima è l’unione di tutti i credenti, ecclesiastici e laici, nell’avvicendarsi delle generazioni, così lo Stato, nel dover contribuire all’utile e al benessere degli individui, possiede la forza indispensabile a rendere obbligatoria la legge. In questo trattato egli avversa la plenitudo potestatis del papa, che deriva il suo potere dal Concilio e, quindi, dal complesso di tutti i credenti, così come l’imperatore, essendo eletto dal popolo, è depositario di un potere la cui origine sta nel popolo, che è sempre il vero sovrano. La concezione politica di Occam è propria di un pensatore che, pur fedele alla tradizione e alla cultura del Medioevo, sa proiettarsi verso le nuove idee del suo tempo, quali i diritti, le libertà naturali e l’autonomia della sfera politica.

Bibliografia

  • Giovanni Semprini (a cura di), voce Occam Guglielmo (di) in Novissimo Digesto italiano 11: N-Ora, Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino 1965.
  • Voce Occam (o Ockham) Guglielmo di in Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, 25: Novg-Palen, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma 2009 (Ripr. fotolitica dell’ed. del 1935).
  • Voce Guglièlmo di Occam (o Ockham) in Dizionario enciclopedico italiano, 5: Forg-Ido, Istituto della Enciclopedia italiana (fondata da Giovanni Treccani), Roma 1956.

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Article written by Nunzio Ciullo | Ereticopedia.org © 2017

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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