Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Giuseppe Zanuso (Valdagno 1580, - ?) è stato un prete perseguitato per reati sessuali ed esercizio abusivo dell'esorcismo.
L’estate del 1606 fu una stagione molto particolare per Muzzolon, piccolo centro collinare della diocesi di Vicenza: il giovane curato don Giuseppe Zanuso venne denunciato al tribunale ecclesiastico, processato in tempi rapidi e infine condannato per gravissimi reati di natura sessuale. Nato a Valdagno l’8 ottobre del 1580, frequentò da giovane la scuola del precettore comunale, insieme ai rampolli delle altolocate famiglie valdagnesi. Decise poi di intraprendere la carriera ecclesiastica, venne ordinato sacerdote e celebrò la sua prima messa il 29 giugno del 1604.
Intorno alla metà di settembre di quell’anno ebbe il primo incarico di curato nella vicina parrocchia di Piana (oggi frazione di Valdagno), da dove venne cacciato solamente una quarantina di giorni dopo, a causa della fama di donnaiolo che già l’accompagnava e della sua propensione a lanciare la maledizione di tempeste rovinose, o minacciare di farlo, a chi si metteva di traverso alle sue aspirazioni. Giunto a Muzzolon, il giovane curato manifestò subito i tratti di un comportamento licenzioso e immorale che gli erano connaturati e introdusse nell’esercizio del suo ministero sacerdotale segni e pratiche magiche, riti e pozioni, sempre con intento ricattatorio e interessi personali. Don Giuseppe travalicava senza remore il confine tra lecito e illecito, tra la sollecita risposta alle pressanti richieste di aiuto per i neonati in pericolo di vita e l’uso del maleficio, diretto a procurare malattia e grave deperimento fisico, e sempre aggravato dal ricatto sessuale.
Esercitava inoltre, senza autorizzazione, la pratica dell’esorcismo su donne oppresse, o convinte di esserlo, da possessione diabolica e venne attenzionato anche dall’Inquisizione di Vicenza. In seguito a denuncia, nell’aprile del 1606 finì sotto processo nel tribunale ecclesiastico di Vicenza, con gravissime accuse di stupro e ratto di una giovane parrocchiana. Ma il procedimento giudiziario trascinò ben presto in superfice la sua attitudine all’esercizio abusivo dell’esorcismo e alla pratica di malefici, svelando tutto un mondo di idee e di comportamenti intrisi di magia e superstizioni, che poggiava evidentemente su di un sostrato popolare fatto di formule e pratiche magiche, che mescolavano gli elementi della cultura folklorica ai riti e ai dogmi della religione cristiana.
Privato del beneficio, bandito dalla diocesi e scontata la pena del carcere, don Giuseppe rinunciò a presentare appello e non compare più nella documentazione ecclesiastica vicentina.
Fonti
- Archivio Diocesano di Vicenza, Processi, sentenze, assoluzioni, b. 4/0697.
Bibliografia
- Silvano Fornasa, Don Giuseppe, Giulia e le altre. Reati del clero e giustizia ecclesiastica a Vicenza nell’età della Controriforma, Edizioni Cierre, Sommacampagna (VR) 2024.
Article written by Silvano Fornasa | Ereticopedia.org © 2024
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]