Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Giuseppe Andrea Lombardini, caporale delle guardie del Sant'Uffizio di Spoleto, fu arrestato e processato per tradimento nel 1759.
Fu accusato di aver cercato, in complicità con un collega (Francesco Marini), di far fuggire di prigione Pietro Milli, detto il veneziano, un'altra guardia del Sant'Uffizio, il quale era incarcerato a Spoleto per aver insultato il vicario inquisitoriale di Piediluco. Per questo Lombardini fu arrestato e trasferito nelle carceri del Sant'Uffizio di Narni (vicariato inquisitoriale di Spoleto). Nella sua cella presso il convento di S. Maria Maggiore lasciò, per protestare la propria innocenza, alcuni graffiti enigmatici, datati 4 dicembre 1759, che rivelano interessi alchemici ed esoterici e probabilmente un legame con la Massoneria.
Fu condannato insieme al complice, con sentenza del 30 gennaio 1760, ad essere esposto in catene al pubblico ludibrio e all'esilio da Spoleto. Nel 1763 chiese ed ottenne la grazia. Non si hanno ulteriori notizie su di lui.
Bibliografia
- Roberto Nini, Alla ricerca della verità. Sulle tracce dell'inquisizione per scoprire il mistero dei sotterranei di Narni, Edizioni Thyrus, Arrone 2007.
- Roberto Nini, Il Sant'Uffizio di Narni, in A dieci anni dall’apertura dell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede: storia e archivi dell’Inquisizione, Roma, 21-23 febbraio 2008 (Atti dei Convegni Lincei, 260), Scienze e Lettere Editore Commerciale, Roma 2011, pp. 666-698.
Links
- (video) "Un caso di omicidio nel tribunale dell'Inquisizione di Narni. Le tecniche di investigazione del XVIII sec. e quelle di oggi a confronto" [Convegno svoltosi a Narni il 4 dicembre 2013]
- (video) Narni sotterranea. Visita della cella dell'Inquisizione
- Narni sotterranea
Article written by Redazione | Ereticopedia.org © 2015
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]