Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
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Girolamo Tartarotti (Rovereto, 2 gennaio 1706 – Rovereto, 16 maggio 1761) è stato un letterato, erudito e storiografo.
Autore prolifico e poliedrico, la sua opera più celebre è stata il trattato Del congresso notturno delle Lammie (Venezia, Giambattista Pasquali, 1749), in cui condannava i processi per stregoneria, pur ammettendo l'esistenza delle pratiche magiche (per questo Scipione Maffei polemizzò contro di lui).
Di rilievo ed utilissima per penetrare nello spirito dei tempi in cui egli visse è anche la sua corrispondenza con Benedetto Bonelli sull'accusa del sangue rivolta agli ebrei.
Nato a Rovereto da una famiglia agiata, Tartarotti si formò dapprima presso i gesuiti della sua città e poi negli ambienti universitari di Padova e di Venezia, dove si avvicinò agli studi giuridici, letterari e antiquari. La sua cultura, tipica di un erudito settecentesco, fu vasta e diseguale, comprendendo la filologia, la storia ecclesiastica, la letteratura e la filosofia. Fin da giovane si segnalò per un forte interesse verso le questioni religiose e politiche legate alla modernità, nonché per l’attenzione alla dimensione storica dei fenomeni culturali.
Oltre al già citato Congresso notturno delle Lammie, che lo rese famoso e controverso, Tartarotti pubblicò numerosi scritti di carattere storico, antiquario e letterario. Tra essi si ricordano:
- Apologia del Congresso notturno delle Lammie (Trento, 1751), con cui replicò alle critiche di Scipione Maffei e di altri eruditi, difendendo la sua posizione moderata tra razionalismo e credenza tradizionale.
- De origine, progressi et statu praesentis religionis Christianae dissertationes (1749), in cui affrontava con ampio respiro storico-erudito la vicenda del cristianesimo primitivo.
- Del Congresso notturno delle Lammie, colle aggiunte e difese contro le opposizioni del sig. marchese Scipione Maffei e d’altri oppositori (Trento, 1750), in cui tornava ad approfondire il dibattito suscitato dal suo libro principale.
- Opuscoli di storia e di erudizione locale, relativi soprattutto a Rovereto e al Trentino, che contribuirono a formare una prima coscienza storiografica dell’area.
Nel complesso, la sua riflessione oscillava tra la difesa di una religiosità “tradizionale”, rispettosa della dottrina cattolica, e un atteggiamento critico verso gli eccessi superstiziosi e le pratiche persecutorie, collocandosi in una posizione originale nel panorama intellettuale italiano del Settecento.
Il Congresso notturno delle Lammie ebbe grande risonanza, suscitando sia consensi sia forti critiche. Scipione Maffei lo accusò di incoerenza: pur negando la validità dei processi per stregoneria, Tartarotti ammetteva infatti l’esistenza oggettiva delle arti magiche e di forze occulte. L’opera si inserisce comunque nel più ampio dibattito europeo sui limiti della superstizione e sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti della magia e delle streghe, rappresentando un passo significativo verso il superamento dell’immaginario demonologico.
La corrispondenza con Benedetto Bonelli sul tema delle accuse di omicidio rituale mosse contro gli ebrei è di notevole interesse: in essa emerge un atteggiamento di cautela, unito alla volontà di sottrarre la discussione alle semplificazioni polemiche, fornendo al contempo preziosi spunti per lo studio delle mentalità settecentesche.
Tartarotti trascorse la maggior parte della vita a Rovereto, dove morì nel 1761. La sua figura è stata rivalutata dagli studi novecenteschi come esempio di intellettuale cattolico aperto al confronto con le nuove idee e al tempo stesso radicato nella tradizione. La sua opera continua a essere considerata una testimonianza preziosa della tensione tra ragione, fede e superstizione nell’Italia del Settecento.
Bibliografia essenziale
- Marino Berengo, Girolamo Tartarotti, in La letteratura italiana - Storia e testi, vol. XLIV, t. V, Ricciardi, Milano-Napoli 1978.
- Nicola Cusumano, Ebrei e accusa di omicidio rituale nel Settecento. Il carteggio tra Girolamo Tartarotti e Benedetto Bonelli (1740-1748), Unicopli, Milano 2012.
- Enrico Zucchi, Tartarotti, Girolamo, in DBI, vol. 95 (2019) (e bibliografia ivi).
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]