Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Giovanni Maria Caranza, originario della Riviera di Levante e residente a Varese Ligure, fu processato per eresia nel 1587 dall'Inquisizione di Genova.
Il suo caso rappresenta un esempio di come l’Inquisizione genovese, di concerto con il Sant'Uffizio romano, si preoccupasse di reprimere ogni forma di dissidenza religiosa, anche nelle regioni più periferiche della Repubblica di Genova.
Caranza fu incarcerato a Genova con l’accusa di sostenere idee eretiche. Il Sant’Uffizio romano, interessato al suo caso, ordinò che fosse sottoposto a tortura per ottenere ulteriori informazioni e che le sue penitenze fossero aggravate. Inoltre, gli fu imposto il bando perpetuo da Varese Ligure.
Nel dicembre 1587 Caranza presentò un memoriale chiedendo la liberazione, ma la sua supplica fu respinta.
Bibliografia
- Paolo Fontana, I confini della Repubblica e i confini della fede. Eresia e inquisizione nella Repubblica di Genova tra XVI e XVII secolo tra centro e periferia, in Controllare il territorio. Norme, corpi e conflitti tra medioevo e prima guerra mondiale, a cura di Livio Antonielli e Stefano Levati, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2013, pp. 469-488.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]