Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Giovanna da Carnia è stata una donna perseguitata per stregoneria dal Sant'Uffizio veneziano tra 1587 e 1589.
Fu denunciata il 23 novembre 1587 da una donna di nome Giacoma che testimoniò di fronte a fra Giulio da Quinzano, commissario del Sant'Uffizio di Venezia, che un'altra donna, di nome Orsetta, le aveva detto di aver visto in casa di Giovanna "pignatelle che bollivano al fuogo", aggiungendole "che la sudetta Carnera fa molte superstitioni, e che la ghe le ha volute insegnar anco a ella, ma che la non ha cervello da potersi raccordar". La stessa Orsetta aveva riferito a Giacoma che Giovanna era solita appoggiare una mano al muro, "scongiurando cinque diavoli con quelli cinque dita, e che questi diavoli vanno al core di quelli che lei vede, e che quelli non hanno mai bene fin che vivono". Dalla testimonianza si evinceva che Giovanna aveva anche alcune complici. Orsetta comparve quindi il 24 novembre 1587 di fronte all'inquisitore Stefano Guaraldi e al nunzio apostolico a Venezia Girolamo Matteucci e confermò le accuse contro Giovanna.
Il fascicolo processuale si conclude con l'interrogatorio della stessa Giovanna sempre di fronte all'inquisitore Stefano Guaraldi e al nunzio Girolamo Matteucci: la donna si difese dalle accuse, negando con una certa verve le imputazioni a suo carico.
Bibliografia
- Marisa Milani, Streghe e diavoli nei processi del S. Uffizio. Venezia 1554-1587, Tassotti, Bassano del Grappa 20062, pp. 235-240.
Article written by Daniele Santarelli & Domizia Weber | Ereticopedia.org © 2022
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]