Volponi, Giacomo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Giacomo Volponi, o Volpone (Andria, 1566 – Roma, 22 febbraio 1636), appartenente alla Congregazione dell’Oratorio, è stato un apprezzato predicatore, agiografo e teologo, noto anche per i suoi interventi sul Martyrologium Romanum del Baronio, alcuni dei quali furono integrati con le chiose del cardinale sorano nell’edizione postuma del 1630.

Biografia

Di nobile famiglia, il pugliese Giacomo Volponi era nato ad Andria nel 1566. Compì prevalentemente studi teologici, letterari e filosofici, conseguendo a Napoli la laurea in utroque, il che lo metterà nella condizione di avvicinarsi da esperto alle più sottili questioni giuridiche, al pari di altri oratoriani come Cesare Baronio, Tommaso Bozio, Fabrizio Mezzabarba, Prometeo Pellegrini, Scipione De Rossi, Adriano Massarelli, Angelo Saluzzi, Antonio Guidetti, Giovanni Battista Zazzara e Pietro Giacomo Bacci. Presi gli ordini sacri, Volponi ebbe importanti incarichi presso il vescovo di Barletta. Nella prima metà degli anni Novanta si recò a Roma per fare la conoscenza di Filippo Neri e dell’ambiente oratoriano. Tornato in patria, si dedicò con successo alla predicazione, facendosi notare sui principali pulpiti del Regno di Napoli e nella stessa capitale. Volponi decise poi di spostarsi nuovamente a Roma, dove peraltro non interruppe la sua apprezzata attività di predicatore e attraverso il cardinale Pietro Aldobrandini, che aveva studiato sotto la guida dei padri dell’Oratorio, frequentò con assiduità il circolo filippino della Chiesa Nuova, diventando un suo convinto estimatore ed entrando definitivamente in Congregazione il 4 giugno 1602, all’età di trentasei anni1.
Se la predicazione fu la sua grande passione, che mise a frutto nei ragionamenti dell’Oratorio, Giacomo Volponi coltivò seri interessi anche nell’area dell’erudizione ecclesiastica e dell’agiografia, evidentemente sotto il diretto influsso del cardinale Baronio, che era ancora in vita nei primi tempi della sua vita filippina, essendo deceduto il 30 giugno 1607 in S. Maria in Vallicella. Il padre andriese si occupò dei suoi Annales Ecclesiastici, fece annotazioni all’edizione baroniana del Martyrologium Romanum e successivamente fu incaricato da Urbano VIII di collaborare alla revisione del Breviario romano, giovandosi del supporto non occasionale del conterraneo e confratello Riccardo Aybar, che gli fu vicino in profonda sintonia e lasciò in Vallicelliana alcuni lavori manoscritti2.
Assai apprezzato come confessore, Giacomo Volponi aveva un discreto numero di penitenti. Il processo di canonizzazione per padre Filippo fa affiorare in tal senso i nomi di Aurelio Bacci, Tommaso Minerbetti e Giacomo Agostini3. Perpetuando una tradizione che risaliva al Baronio e ai padri della prima generazione, è noto il suo diretto coinvolgimento come confortatore spirituale in occasione di esecuzioni capitali: il 22 gennaio 1616, per esempio, veniva impiccato l’ebreo Giacomo di Elia, assistito per l’appunto da Giacomo Volponi4. È noto anche il suo grande impegno a Roma per il Giubileo del 1625, che fece di Volponi una persona benvoluta un po’ da tutti negli ambienti romani ed ecclesiastici. Non deve perciò meravigliare se fu assai stimato anche dai pontefici Gregorio XV e Urbano VIII e da alti prelati come i cardinali Pietro Aldobrandini e Cesare Gherardi. La sua dedizione alla causa della Congregazione e la stima di cui godeva in comunità lo proiettarono a più riprese ai vertici dell’Oratorio. Volponi ricoprì infatti l’ufficio di padre deputato per tre mandati (nel 1614, 1620, 1632), durante i quali si premurò di assistere con grande zelo il preposito di turno nell’azione di governo, tenendo a bada il suo carattere notoriamente collerico e sottoponendosi a mo’ di penitenza a sistematiche pratiche di mortificazione5.
Sempre sensibile all’influsso del magister Baronio, Giacomo Volponi acquistò stampati provenienti dal suo lascito librario, che si trovò subito esposto a un processo di progressivo smembramento, dovuto solo in parte alle disposizioni testamentarie lasciate dal cardinale sorano6. Dal 1° aprile 1617 al 4 maggio 1620 resse per un triennio la Vallicelliana, a cui lasciò per testamento un gran numero di libri, risorse finanziarie adeguate e l’usufrutto esclusivo dei “Luoghi di Monte”, che assicurò alla Biblioteca dell’Oratorio una rendita annuale di 90 scudi7. Con il suo pingue lascito la Vallicelliana poté disporre di una considerevole dotazione, che probabilmente creò le condizioni idonee per la costruzione della sua nuova sede8.
Giacomo Volponi morì nell’Urbe il 22 febbraio 1636. La sua vita si legge nella pionieristica raccolta di biografie curata dal filippino Paolo Aringhi, che per alcune di esse fu anche l’autore9. A futura memoria, i padri dell’Oratorio decisero di collocare in Vallicelliana una serie di tavole ellittiche con i ritratti dei suoi maggiori benefattori: Achille Stazio, Vincenzo Badalocchi, Silvio Antoniano, Pierre Morin, Tommaso Bozio, Antonio Gallonio, Fabiano Giustiniani e Giacomo Volponi, ai quali furono in seguito aggiunti i medaglioni con i volti di Pietro Paolo Bona, Leandro Colloredo e Ruggero Falzacappa. Degli iniziali undici medaglioni, si conservano oggi soltanto le tre tavole raffiguranti Badalocchi, Antoniano e Giustiniani, mentre quella di Volponi, andata purtroppo dispersa come tutte le altre, era invero ancora disponibile il 4 febbraio 192410.

Opere

Le definitive postille del Baronio al Martyrologium Romanum, condotte per lo più sull’edizione vaticana del 1598, furono integrate dopo la sua morte da Giacomo Volponi e poi fatte confluire nell’edizione postuma del 1630, che vide la luce durante il pontificato di Urbano VIII Barberini11. In Vallicelliana si conserva il ms. G 82, recante sotto l’intestazione una nota di possesso del Baronio (f. 129r), che contiene due testi inediti di Giacomo Volponi: una Confutatio censurarum in Martyrologium Romanum propositarum ab Antonio Caracciolo clerico regulari quum exactior eiusdem Martyrologii editio curaretur Romae Urbano VIII Summo Pontifice (ff. 1-18) e le Rationes pro correctionibus a Caesare card. Baronio relictis Martyrologii Romani (ff. 27-35). La prima scrittura è una secca replica alle aspre correzioni di Antonio Caracciolo all’edizione urbaniana del Martyrologium, ma gli interventi del padre andriese furono sottoposti a critica anche dal teologo e storico gesuita Terenzio Alciati12.
Nelle Apes urbanae Leone Allacci lodò il nome di Volponi per le Collationes in Martyrologio Romano cum Annalibus Baronianis, che insieme alle Animadversiones in Messale si conservano ancora oggi inedite e sostanzialmente inesplorate in Vallicelliana, a dimostrazione di come la storiografia abbia lasciato sostanzialmente in ombra la sua personalità di studioso e religioso13.

Opere digitalizzate

  • Martyrologium Romanum Gregorii XIII Pont. Max. iussu editum, et Urbani VIII auctoritate recognitum accesserunt notationes atque tractatio De martyrologio Romano. Auctore Caesare Baronio Sorano … Postrema vera haec editio post eius obitum, nonnulla exhibet, quae addenda, vel mutanda auctor ipse notaverat. Novissime additae sunt notulae marginales per alium dictae Congregationes presbyterum loca Annalium eiusdem Baronii …, Romae, typis Vaticanis, 1630: [Google books]

Fonti e bibliografia

  • Leone Allacci, Apes urbanae, sive de viris illustribus, qui ab anno 1630 per totum 1632 Romae adfuerunt, ac typis aliquid evulgarunt, Romae, excudebat Ludovicus Grignanus, 1633, p. 142.
  • Paolo Aringhi (et alii), Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella …, 3 v., Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60: ms. O 59, ff. 275-283.
  • Francesco Cirocco, Vita del servo di Dio Gio. Battista Vitelli da Foligno. Fondatore dell’Oratorio del buon Giesù in essa Città … Seconda edittione dedicata al serenissimo Principe Mauritio cardinal di Savoia, in Foligno, appresso Agostino Alterii, 1636, pp. 149-152.
  • Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2412 (Indice dei nomi di persona).
  • [Carlo Antonio de Rosa], Memorie degli scrittori filippini o sieno della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri raccolte dal marchese di Villarosa, vol. II, Napoli, dalla Tipografia di Porcelli, 1842, p. 117.
  • Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963, p. 163.
  • Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, p. 428 (Indice generale).
  • Elena Pinto, La Biblioteca Vallicelliana in Roma, Nella sede della Società alla Biblioteca Vallicelliana, Roma 1932, pp. 53-59, 123-127.
  • Stefano Zen, Baronio e il suo tempo. Storia sacra, politica e religione nell’Europa moderna, Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca», Sora 2019, di prossima pubblicazione.

Voci correlate

Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2019

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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