Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Elisabetta, moglie di Libero, che svolgeva l'attività di calafato presso l'Arsenale di Venezia è stata una donna perseguitata per stregoneria dal Sant'Uffizio veneziano tra il giugno e il luglio 1586.
La donna fu denunciata da una certa Isabella, figlia di Domenico Seghetti, che la accusò di averle insegnato "alcune strigarie", da lei dettagliatamente descritte, che comprendevano invocazioni al diavolo.
Il processo contro Elisabetta si concluse con la sua condanna alla fustigazione, alla berlina e al bando per cinque anni dal territorio veneziano.
Bibliografia
- Marisa Milani, Streghe e diavoli nei processi del S. Uffizio. Venezia 1554-1587, Tassotti, Bassano del Grappa 20062, pp. 217-234.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]