Zala, Caterina

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Caterina Zala, detta "Castellina", è stata una donna processata per stregoneria a Poschiavo nel 1753.

Residente a Brusio, aveva ca. 67 anni ed era vedova al momento del processo cui fu sottoposta nell'aprile 1753 perché indicata da Maria Ada, perseguitata e quindi condannata a morte come strega, come sua complice. La sua famiglia era già stata coinvolta in casi di stregoneria: secondo quanto riportato nel processo, il padre era stato incarcerato ma era riuscito a fuggire. Fu accusata di vari malefici contro persone e animali e di aver causato la morte di parto della moglie del figlio. Non confessò, resistendo alle torture. Il medico che la visitò la dichiarò indebolita dalla stesse e incapace di sopportarne altre. A tal punto si decise di non procedere oltre contro di lei e Caterina fu condannata al bando perpetuo da Poschiavo e dal territorio della Repubblica Retica.

Bibliografia

  • Romano Canosa, Isabella Colonnello, Gli ultimi roghi. La fine della caccia alle streghe in Italia, Sapere 2000, Roma 1983, pp. 81-84.
  • Giuseppe Farinelli, Ermanno Paccagnini, Processo per stregoneria a Caterina de Medici 1616-1617, Rusconi, Milano 1989, pp. 130-131.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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