Rugoleta, Barbara

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Barbara Rugoleta (anche Rugolota) è stata una donna di Sacile accusata di stregoneria nel 1653.

Tra il 12 e il 21 marzo 1653, l’arciprete di Sacile Pietro Businelli ricevette e raccolse alcune denunce contro Barbara, moglie di un non meglio precisato Rugoloti.
La prima fu scritta da Caterina Pellatis e giunse al parroco tramite Antonio Brugneroto. In questa si leggeva che Barbara era una «strega potentisima», tanto da aver «strigato» varie persone del luogo.
La fama e la pericolosità della donna furono ribadite da Battista Busetto e Camilla Martinelli, presentatisi spontaneamente al Businelli – vicario dell’inquisitore Giulio Missini – il giorno 21 marzo.
Dalle denunce non emergono elementi sufficienti a descrivere le pratiche esoteriche alle quali si dedicava la Rugoleta, tuttavia si attestano alcuni casi di maleficio ai danni di una certa Domenica, di Maria Murador, di Giulia Mazzaruolo, di Matteo Costaloga, di Pietro Colombo e della stessa denunciate Martinelli. Della prima è accertato avesse accusato un malore durante il periodo di carnevale, quando si recò da un’amica «à farsi fare le trecce». In casa con loro c’era pure Barbara, che avvertì Domenica di stare attenta quando sarebbe uscita dalla porta per rincasare, perché l’uscio era stato «apparichiato» per lei dalla stessa Rugoleta. Il giorno seguente Domenica si ammalò e dovette recarsi dai padri Cappuccini per trovare giovamento.
Raccolte le informazioni, il Businelli assolse prontamente al suo compito, inviando al Missini tutti gli incartamenti. Si è certi che l’inquisitore ricevette il materiale, infatti appuntò nel primo foglio del fascicolo «ricevuto li 26 marzo 1653». Ben leggibile sopra le poche righe con le quali l’arciprete descriveva il contenuto del dossier.
Tuttavia le denunce caddero nel vuoto e non ebbero alcun seguito. Aspetto assolutamente in linea con l’atteggiamento generale che stava prendendo piede negli ambienti inquisitoriali dell’epoca, già da tempo meno inclini a prestare attenzione e perseguire il “reato di stregoneria”.

Bibliografia

  • Archivio della Curia Arcivescovile di Udine, Santo Ufficio, b. 1315, fasc. 225.
  • Dario Visintin, L’attività dell’inquisitore fra Giulio Missini in Friuli (1645-1653): l’efficienza della normalità, Edizioni dell'Università di Trieste - Circolo culturale Menocchio, Trieste-Montereale Valcellina, 2008.

Article written by Mauro Fasan | Ereticopedia.org © 2021

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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