Servito, Antonio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Antonio Servito, è stato un frate francescano conventuale perseguitato per eresia dall'Inquisizione di Genova nel 1581.

Originario di Camairano e residente a Savona, fu processato per eresia nel 1581.

Fu accusato di una serie di devianze religiosi e dottrinali e frequentazioni ereticali. In particolare, Servito era sospettato di negare l’esistenza del purgatorio, l’efficacia delle opere buone per la salvezza, l’autorità del papa e la presenza reale di Cristo nell’eucaristia. Era inoltre accusato di non riconoscere il valore dei voti di castità e di predicare che l’osservanza religiosa derivasse solo dalla fede, non dalle opere. Ulteriori imputazioni riguardavano la sua pratica di assolvere eretici in punto di morte e la falsificazione di confessioni, permettendo a un eretico defunto di ricevere una sepoltura cristiana. In confessione Servito aveva anche assolto persone che praticavano "incanti" e lui stesso si interessava di magia ad amorem (gli furono trovati testi e strumenti atti a tale scopo).

Durante il processo, Servito confessò di aver iniziato a credere in queste idee eterodosse intorno al 1551, ma dichiarò di essersi pentito durante l’anno santo del 1575. Il suo pentimento fu considerato insufficiente e Servito fu dichiarato eretico e sacrilego e severamente condannato.

La sentenza, emessa il 23 aprile 1581 dall’arcivescovo di Genova Cipriano Pallavicini e dall’inquisitore Giovanni Battista Borgo, lo condannò a indossare perpetuamente l’abitello, a dieci anni di galera. Inoltre, gli furono imposte una serie di severe penitenze spirituali. L'arcivescovo e l'inquisitore si riservavano comunque di concedergli la grazie.

Bibliografia

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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