Barberini, Antonio (iunior)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Antonio Barberini (Roma, 4 agosto 1607 - Nemi, 3 agosto 1671) è stato un cardinale, nipote di papa Urbano VIII, diplomatico, membro di varie congregazioni romane e prefetto della Congregazione de Propaganda Fide.

Nominato cardinale dallo zio pontefice Urbano VIII (1623-1644), quand'era ancora ventenne (la nomina avvenne il 7 febbraio 1628), gli furono affidati ruoli di secondo piano per non indispettire il cardinal nepote Francesco Barberini, suo fratello. Suo padre Carlo Barberini fu capitano generale della Chiesa sotto il papato di Urbano VIII. Fu legato pontificio a Macerata, Bologna, Ferrara, Urbino, Avignone e incluso sin dal 1628 in alcune Congregazioni (dei Riti, del Concilio, delle Immunità ecclesiastiche). Nel 1632 fu nominato prefetto della Congregazione de Propaganda Fide (incarico tenuto fino alla morte nel 1671). Nel 1629-1630 svolse un ruolo di intermediazione diplomatica tra le parti in conflitto, in particolare tra Francesi e Spagnoli, nella guerra di successione del Monferrato.
Fu nettamente filofrancese durante tutto il pontificato dello zio, perse, come tutta la sua famiglia, la protezione dei Francesi dopo la morte di Urbano VIII e l'ascesa al pontificato di Innocenzo X (1644-1655) – che procedette da subito contro gli invisi Barberini, accusati di malversazione ai danni dello Stato pontificio, specie nell'ambito della guerra di Castro del 1641-44, condotta contro i Farnese –, ma si adoperò subito per riconquistarla, partendo in tutta fretta, per fuggire l'ostilità di papa Innocenzo X, per la Francia nel settembre 1645 e restandovi fino al 1653.
Nel 1653 fu nominato vescovo di Poitiers e nel 1657 arcivescovo di Reims.
Sotto il papato di Alessandro VIII (1655-1667) riconquistò la sua posizione in curia e vari benefici che gli erano stati tolti da Innocenzo X. A partire da questi anni accentuò il suo interesse (prima marginale) per le questioni religiose, si erse a protettore di gesuiti e domenicani e si adoperò contro la diffusione del giansenismo.
Nel 1670 fu incluso anche nella Congregazione del Sant'Uffizio (fu nominato cardinale inquisitore il 7 maggio 1670 e giurò come tale il 13 maggio 1670).
Morì a Nemi il 4 agosto 1671.

Bibliografia

  • Alberto Merola, Barberini, Antonio, in DBI, vol. 6 (1964).
  • Herman H. Schwedt, Die Römische Inquisition. Kardinäle und konsultoren 1601 bis 1700, Herder, Freiburg 2017, pp. 572-573.

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2020

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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