Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Angela Isacchi (Casletto, 1827 - Pusiano, 1895) è stata una predicatrice e sedicente veggente lombarda.
Tra gli anni ’50 e ’90 del XIX secolo Angela Isacchi svolse, assieme alla sorella Teresa Isacchi, una vasta attività di predicazione mistica e profetica (denominata la Santa Parola) a Pusiano - piccolo borgo lombardo affacciato sull’omonimo lago - e nelle zone limitrofe. Attorno all’attività delle Isacchi nacque un gruppo devozionale locale ampliatosi poi a livello internazionale e destinato a sciogliersi solamente dopo la morte degli ultimi seguaci, negli anni ’30 del Novecento. La Società Segreta formatasi per la diffusione del culto di Angela Isacchi in Europa venne indagata dal Santo Ufficio.
Secondo le fonti più intelligente e istruita della sorella, Angela divenne perpetua di Felice Mariani, parroco di Pusiano dal 1855 al 1877, il quale, divenuto suo confessore, fu uno dei più forti sostenitori della veridicità dei doni soprannaturali vantati dalla donna.
In particolar modo, Angela si dedicava quotidianamente - come la sorella Teresa - alle cosiddette parlate: si tratta di “prediche” pronunciate dalla donna con molta autorità (nel dialetto locale) e in preda ad una sorta di estasi mistica dai tratti incerti. Infatti, di volta in volta preda di diverse entità soprannaturali (la Trinità nelle tre distinte Persone e diversi santi), Angela sembrava lasciarsi guidare da quelle nella parola, cedendo loro il proprio corpo e la propria voce. Non è tuttavia chiaro se la veggente cadesse realmente in trance e si configurasse pertanto come medium o se, più semplicemente, riportasse i messaggi che le erano stati comunicati. Il complesso di tali parlate venne denominato dai seguaci la Santa Parola, e fu considerato dal folto nucleo di devoti come un terzo libro sacro da aggiungere all’Antico e al Nuovo Testamento. La Santa Parola avrebbe costituito le fondamenta di un progetto universale di rinnovamento della fede e le veggenti, in questo senso, avrebbero rappresentato l’ultimo aiuto concesso agli uomini da Dio per ottenere la salvezza.
Angela - la quale aveva iniziato la sua attività di predicatrice pronunciando parole di ringraziamento al termine della messa - si concentrava in particolar modo su due tematiche: le profezie apocalittiche e le profezie relative alla fine del potere temporale della Chiesa e dell’Impero Asburgico. In particolar modo, la veggente descriveva la Chiesa come un ricettacolo di demoni. Tale astio derivava dalla scarsa considerazione che l’Arcidiocesi di Milano riservava alla Santa Parola, considerandolo un fenomeno passeggero e destinato ad estinguersi in breve tempo. Angela affrontava molto frequentemente la tematica dell’incredulità del clero - in particolare la Curia di Milano - che perlopiù rifiutava di credere nella provenienza divina della Santa Parola.
Angela affermava inoltre di aver ricevuto da Dio alcune profezie di natura politica, destinate al pontefice Pio IX e all’imperatore austriaco Francesco Giuseppe.
In primis, nel 1868 Angela profetizzò la distruzione di molti conventi e una grande ribellione contro i religiosi: una profezia giunta a fatti compiuti, risalendo le leggi per la soppressione dei conventi al 1866. Le parlate profetiche diventarono con il tempo uno strumento per spiegare le trasformazioni che la società contemporanea stava attraversando: Dio, secondo Angela, avrebbe permesso che l’Italia fosse attraversata dai torbidi perché essa necessitava di una purificazione, soprattutto a causa della corruzione della Chiesa.
Alla fine degli anni ’50 dell’Ottocento, Angela si recò due volte a Roma allo scopo di comunicare al pontefice messaggi di supposta provenienza divina che lo avvertivano della necessità di credere alla Santa Parola per allontanare dalla Chiesa i pericoli che la stavano minacciando. Angela non ottenne mai un’udienza né le lettere inviate al papa ottennero risposta. Il destino a cui lo Stato Pontificio andava incontro nella seconda metà del XIX secolo veniva letto da Angela e dai devoti come la punizione divina per la miscredenza della Chiesa. Nell’ottobre 1870, poco distante dalla Breccia di Porta Pia, Angela affermava compiaciuta che le profezie fatte si erano avverate (benché esse non riportassero fatti specifici né riferimenti cronologici di alcun tipo).
Nel 1857, Felice Mariani scrisse per conto di Angela due lettere all’imperatore Francesco Giuseppe, nelle quali minacciava gravi calamità qualora egli non avesse creduto alla Santa Parola. Anche da Vienna non giunse alcuna risposta. Nella visione dei devoti della Santa Parola, tanto lo Stato della Chiesa quanto l’Impero sarebbero andati incontro alla loro disfatte otto-novecentesche a causa della miscredenza nei confronti delle profezie di Angela Isacchi.
Secondo le fonti (in particolar modo la Raccolta di Notizie del devoto Pietro Benassedo, le trascrizioni di innumerevoli parlate e il diario del capo della Società Segreta nata per diffondere il culto di Angela, Joseph Augustine Englefield), la vicenda di Angela fu costantemente segnata dall’elemento miracoloso e da un profondo processo di cristomimesi.
In particolare, le fonti redatte dai devoti hanno attribuito ad Angela la guarigione di uno storpio a Roma, nel 1958, e la resurrezione di un morto, in data imprecisata, presso l’ospedale di Como.
Il processo di cristomimesi raggiunse l’apoteosi sul letto di morte, quando Angela dichiarò di portare su di sé i peccati del mondo e di essere destinata a soffrire moltissimo per tale ragione. La morte la colse il 29 marzo 1895. Englefield scrisse che il corpo non sarebbe andato incontro a decomposizione e che la donna avrebbe anche prodotto un miracolo post mortem, moltiplicando le vivande durante una cena commemorativa organizzata dai fedeli il giorno della sua tumulazione: una sorta di moltiplicazione dei pani e dei pesci che, nell’immaginario dei devoti, avvalorava la vicinanza dell’esperienza di Angela a quella di Gesù.
Fonti e bibliografia
- Archivio Parrocchiale di Pusiano, Fondo Isacchi (sino alla fine del 2011 in deposito presso Archivio Storico Diocesano di Milano, Fondo Isacchi).
- Eleonora Rai, La Santa Parola. Le veggenti di Pusiano e i loro seguaci, Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2013.
- Eleonora Rai, All’ombra della Santa Parola. Dio, il Diavolo e il XIX secolo, in “Ricerche storiche sulla Chiesa Ambrosiana”, XXXI, 2013, pp. 203-230.
Article written by Eleonora Rai | Ereticopedia.org © 2016
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]