Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Alessandro Sorleone, nato nel 1512, chierico e vicario generale della diocesi di Savona, fu perseguitato per eresia dall'Inquisizione genovese a partire dal 1580.
Sorleone era chierico ma non sacerdote, sposato e padre di figli. Fu rimosso dall’incarico di vicario generale di Savona nel 1580 per ordine del Sant’Uffizio di Roma, a seguito di accuse che includevano frequentazioni con sospetti eretici, diffusione di idee eterodosse attraverso discorsi pubblici e privati, presunto abuso della sua posizione per interferire nella giustizia ecclesiastica, ottenendo informazioni riservate.
Sorleone fu sottoposto a interrogatori e torture per ottenere ulteriori confessioni e dettagli sui suoi complici. Le accuse principali riguardavano la diffusione di idee che mettevano in discussione la dottrina del purgatorio e la validità delle opere buone per la salvezza, nonché l’autorità del papa.
Alla fine del processo, Sorleone fu costretto ad abiurare de vehementi. Pronunciò l'abiura a Roma il 18 giugno 1582.
Bibliografia
- Paolo Fontana, I confini della Repubblica e i confini della fede. Eresia e inquisizione nella Repubblica di Genova tra XVI e XVII secolo tra centro e periferia, in Controllare il territorio. Norme, corpi e conflitti tra medioevo e prima guerra mondiale, a cura di Livio Antonielli e Stefano Levati, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2013, pp. 469-488.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]