Lettere di Bartolomeo Calco sulla vicenda di Nicolò de Gambarana (1489)

Voce principale di riferimento: Nicolò de Gambarana

Sono pubblicate di seguito le lettere inviate a vari destinatari dal duca di Milano, Giangaleazzo Maria Sforza, tramite il suo segretario Bartolomeo Calco, tra il mese di maggio e il mese di giugno 1489, sulla vicenda del frate domenicano Nicolò de Gambarana, ruffatore itinerante tra la Val d’Ossola e la Valsesia.

L'edizione delle lettere, conservate presso l'Archivio di Stato di Milano (= ASMi), è a cura di Ezio Barbieri e Maria Carla Maggi.

ASMi, Registri delle missive, busta 173, cc. 271v-272r

1489 maggio 16, Vigevano.
commissario Dom<i>ossule

El reverendo messer Iacomo da Volterra nuncio della santità de nostro signore presso noi residente ne fa intendere essere nel dominio nostro uno frate Nicolò de nobilibus de Gambarana del’Ordine de sancto Domenico quale sotto colore de bolle apostolice fingendosi substituto d’uno messer Zo(anne) Iacomo de Bellantis preposito perusino, el nome et beneficio del quale non si trova, va per le terre nostre precipue in quella parte de novarese barando questo et quello <-o è corr. da e> altro con dispensarli voti et matrimonii, cavare anime da Purgatorio et absolverli <-lv- è coperto da macchia> ab usuris et componersi pro bonis meritis <-r- è corr. da altra lettera>. Del che havendo noi cognitione che sono cose false et false trovate solum per catare dinari, pigliamo grande displicentia; et desiderando haverlo nele mane ti commettemo et strectamente ti imponemo che usi omne tuo ingenio, cura vet studio per sapere se questo frate o alcuni di soi compagni o sequaci che intendemo mena secho participi et ministri de questa ribaldaria nela tua iurisdictione, et essendo lì, mettarali indubitatamente o ad luy o ad chi porai havere de loro le mane adosso, sequestrando similmente le robe sue, dando aviso subito de quanto harai exequito || <c. 272r> al prefato messer Iacomo. Et perché havemo questa cosa ad core aciò non habia casone de andare falita, scrivendo anchora in simile sententia al podestà de Varallo con <il quale> vederai de intenderti et fare che per ogni modo per uno de voi costuy sia destenuto: qual perché in nisuno loco possa stare securo te dicemo che quando anchora se ritrovasse fora della iurisdictione tua, lo debii prendere presentendo che fusse in qualche loco, che di questo tu dasemo <così> piena possanza in tale caso de mettere la mano nela iurisdictione d’altri.
Viglevani, XVI maii 1489.
per ***
B<artholomeus> C<alchus>

ASMi, Registri delle missive, busta 173, c. 275v

1489 maggio 18, Vigevano.
commissario Domiossule

Havemo visto quanto ce hai scripto della venuta lì de frate Nicolao ex comitibus Gambarane et della indulgentia quale epso vorrìa mettere lì; delle qual cose perché ne siamo ad plenum informati et havemo informatione queste essere catarie da dinari essendo state falsificate le bolle et transumpti como per altre te havemo scripto, pertanto volemo che, recevute le presente, con bono modo trovandose lì el dicto frate tu lo destenghi insieme con ogni robba et dinari che se ritrovasse havere; le qual cose haverai tenire presso te. Et quando non se li trovasse et havesse venir lì, tu haverai tenere secreta questa nostra commissione, et venendo poi <-o- è corr. su altra lettera> haverai exequirla disponendo poi tanto della persona del dicto frate quanto della robba nel modo che te serà facto intendere dal reverendo messer Iacomo da Voltera oratore et prothonotario apostolico el quale ha galiarda commissione dalla santità de nostro signore de procedere alla correctione de simili fraudatori, in questo non usando negligentia alcuna.
Date Viglevani, XVIII maii 1489.
per Cambiagum
B<artolomeus> C<alchus>

ASMi, Registri delle missive, busta 173, c. 281r

1489 maggio 19, Vigevano.
commissario Domiossule

Come per altre nostre haverai inteso la indulgentia posta lì è falsa, ma acioché quella nostra terra habia qualche emolumento faremo scrivere ad Roma per obtenire in quella chiesa un’altra indulgentia che sia bona et speramo presto de poterla obtenire et cusì farai intendere lì ad chi te parirà bisognare.
Date ut supra <Viglevani, XVIIII° maii 1489>.
per Carolum B<ar>b<avaram>
B<artholomeus> C<alchus>

ASMi, Registri delle missive, busta 173, c. 281v

1489 maggio 19, Vigevano.
potestati Arone

Te scriverà el reverendo messer Iacomo da Volterra nuncio apostolico per l’opra che per ti se ha prestare in alcune cose circa questi falsificatori de bolle che sono comparsi et sue robe. Pertanto volemo et expresse te commandiamo che tutto quello te serà scripto per la sua signoria circa ciò et specialmente ad il dare certi dinari nonmancho exequischi quanto se noi medesmi te lo imponessimo.
Viglevani, XVIIII° maii 1489.
per Cambiagum
B<artholomeus> C<alchus>

ASMi, Registri delle missive, busta 173, cc. 281v-282r

1489 maggio 19, Vigevano.
Arasmino de Invorio vicario et locumtenenti Vallistelline <così, per una svista dello scriptor di cancelleria; si intenda Vallis Sicide>

Per la tua de 17 restiamo avisati della diligente opera usata al destenire di frate Nicolò de Gambarana, in che non haresti potuto meglio || <c. 282r> satisfare; il qual perché habia rendere el cuncto del male che ha facto mandarà lì el reverendo messer Iacomo da Volterra nuncio apostolico soi messi per condurlo a luy. Volemo aduncha che ad epsi messi tu lo consigni et circa el condure gli presti quello aiuto de persone che serano expediente permodoché sicuramente se habia condure. Circa la spesa da farsi per tale effecto volemo che tu, havendo rehavuti li denari c<h>’haveva dicti frate, d’epsi ne faci la spesa, et quanto te ne avanzasse li dii al dicto messo de messer iacomo per portarli a luy. Quando anche non se fussero potute havere, epso messer iacomo provederà al tutto, permodoché quelli che ti sarano dati al condure dicto frate non perdano la mercede sua.
Date Viglevani, XVIIII° maii 1489.
per Cambiagum
B<artholomeus> C<alchus>

ASMi, Registri delle missive, busta 176, c. 5r

1489 maggio 25, Pavia.
Arasmino de Invorio vicario et locumtenenti vallis Sicide

Non havendo inviato frate Nicolao de Gambarana quale havevi destenuto secundo che per nostre lettere te havemo scripto et como el reverendo messer Iacomo da Volterra nuncio apostolico te haveria ordinato, volemo cum bona guardia lo faci condure ad Arona dovi se troverà epso messer Iacomo facendolo guidare <così> in tale <segue dextreza depennato> sicureza che non habia fare fuga.
Papie, XXV maii 1489.
per Cambiagum
B<artholomeus> C<alchus>

ASMi, Registri delle missive, busta 176, c. 33r

1489 giugno 12, Pavia.
Milano de Scarognino vallis Sicide

Ce è parso molto honesta la petitione quale ce è stata facta in nome delli homini de quella valle de volere convertire li dinari che fraudolentemente gli tolse frate Nicolò Gambarana in l’edificio del monasterio di Frati Minori che s’è principiato in quella valle, donde che essendone facto intendere tali dinari essere nelle tue mane per questo te commettemo <c- è corr. su altra lettera principiata> che recevute le presente tu consigni epsi dinari alli deputati sopra la fabrica de epso monasterio permodoché se habiano convertire in dicto edificio.
Date ut supra <ex Papia, XII iunii 1489>.
Delli suprascripti dinari volemo che tu ne dagli al reverendo messer iacomo da Voltera oratore et collectore apostolico libre 26 imperialium quali sua santità n’ha facto intendere <-d- è corr. su altra lettera> havere speso per fare detenire dicto frate Nicolò.
Date ut supra <ex Papia, XII iunii 1489. La parte Delli suprascripti dinari – supra è stato aggiunto nello spazio circostante la data e il nome del cancelliere con grafia di modulo ridotto>.
per Cambiagum
B<artholomeus> C<alchus>

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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