Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Guido Giannetti da Fano è stato un agente diplomatico ed eretico del XVI secolo.
Biografia
Non se ne conoscono le date esatte di nascita e di morte.
Dal 1528 fu segretario dell'ambasciatore inglese a Roma, dove frequentò Soranzo e Carnesecchi. Negli anni trenta si trasferì a Londra e poi a Norimberga. Dal 1539 fu agente segreto di Enrico VIII in Italia, frequentando di nuovo Carnesecchi e Soranzo e tutti gli altri membri del circolo degli "spirituali". Nel 1545 fuggì da Roma per scampare l'arresto. Si stabilì a Venezia, compiendo una missione in Germania per sondare le possibilità di un'alleanza tra la lega di Smalcalda, l'Inghilterra e Venezia stessa in funzioni antipapale e antiasburgica. Fu anche ospitato da Soranzo a Bergamo, ma infine dovette di nuovo tornare in Inghilterra per fuggire la persecuzione. Rientrato ancora a Venezia all'avvento al trono inglese di Maria Tudor e allentatisi i suoi rapporti con la corte inglese anche con l'avvento di Elisabetta e la restaurazione anglicana, negli anni del papato di Pio IV fu protetto dal nunzio Pietro Antonio Di Capua.
Ma con l'elezione al papato di Pio V le cose precipitarono anche per Giannetti. Arrestato nell'estate 1566, fu subito estradato a Roma. Pentitosi, collaborò con l'Inquisizione e questo gli evitò la condanna a morte: il suo processo si concluse nel maggio 1569 con la condanna al carcere perpetuo.
Bibliografia
- Processo Morone2, vol. 1, pp. 22-23, nota 45.
- Guido Dall'Olio, Giannetti, Guido in DBI, vol. 54 (2000).
- Guido Dall'Olio, Giannetti, Guido in DSI, vol. 2, p. 676.
- Aldo Stella, Guido da Fano eretico del secolo XVI al servizio del re d'Inghilterra in "Rivista di storia della Chiesa in Italia", XIII, 1959, pp. 196-238.
Link
- Scheda su Guido Giannetti sul sito Symogih.org
Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]