Ávila, Teresa d'

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


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Teresa d'Ávila, al secolo Teresa Sánchez de Cepeda Dávila y Ahumada (Ávila, 28 marzo 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582), è stata una mistica e religiosa spagnola, appartenente all'ordine delle carmelitane scalze, beatificata il 24 aprile 1614 da papa Paolo V, canonizzata il 12 marzo 1622, da papa Gregorio XV; proclamata patrona di Spagna nel 1617.

Biografia

Nacque nel 1515, da famiglia benestante e numerosa: il padre, di lontane origini giudaiche si era risposato alla morte della prima moglie, e Teresa nacque da questo secondo matrimonio. Sin da piccola si dedicò alla lettura prima di vite di santi, quindi di romanzi cavallereschi, contro le riserve del padre. Ebbe un forte ascendente sui fratelli, uno dei quali convinse ad entrare nell’ordine domenicano. La stessa scelta del convento, intesa come un rifiuto del matrimonio, fu per così dire una scelta di "libertà", dato che nella società spagnola dell'epoca il matrimonio sanciva per la donna la fine di ogni libertà.
Tuttavia la scelta del convento, suffragata da una vocazione certo non molto forte, e quindi la rinuncia alla precedente vita mondana, comportò per Teresa una compromissione della salute psicofisica. Entrata nel 1535 nel convento della Encarnación di Ávila, nel 1539 si trovò moribonda e fino al 1542 restò pressoché del tutto inferma.
La "conversione" vera e propria avvenne nel 1555, a 40 anni, vent’anni dopo la sua entrata nel convento della Encarnación, e dopo essersi nutrita di varie letture (particolarmente Sant’Agostino, ma anche mistici spagnoli del tempo). Dal 1557 iniziarono le visioni, che diedero l’impulso alla sua azione di riforma. Non soddisfatta del clima troppo licenzioso dell’Encarnación, già nel 1560 fondò San José. Solo nel 1567 fu tuttavia autorizzata a fondare conventi femminili. Tra 1567 e 1582 Teresa, nonostante gli acciacchi fisici, percorse in lungo e largo la Spagna, e fondò quindici conventi di carmelitane scalze. I conventi furono fondati quasi tutti nelle zone più dinamiche, e questo rivela l’accortezza di Teresa nel sapersi misurare con la società del suo tempo: per le fondazioni si preferirono gli ambienti urbani, questo sia perché in città si potevano trovare direttori spirituali e confessori seri e preparati per le monache, sia perché vi si potevano trovare anche aristocratici ricchi disposti con le loro donazioni a sostentare i conventi.
Al di là del rigore generale delle disposizioni di Teresa, era sua ferma volontà che nei conventi regnasse non la tristezza, bensì l’allegria, che rappresentava il contorno ideale della perfetta vita spirituale. I criteri di selezione delle monache erano comunque molto severi.

Non meraviglia che Teresa, assurta in seguito ad eroina della Controriforma, sia stata oggetto di indagini inquisitoriali: molti aspetti della sua vita, infatti, possono essere visti come una contestazione del ruolo subalterno imposto alle donne nella società del tempo. Teresa fu infatti una donna che riuscì ad imporsi agli uomini più potenti e temuti del suo tempo – fu molto ammirata dall’inquisitore generale Quiroga e da Filippo II – nonché agli intellettuali – la rispettavano ed ammiravano personaggi come Francisco Borgia, Juan de Ávila, Juan de la Cruz, Domingo Báñez etc. Questo nonostante fosse, sul piano culturale, sostanzialmente, un’autodidatta (cosa che non poteva non destare sospetti) che non padroneggiava il latino: non a caso la proibizione dei testi mistici e di perfezione spirituale in volgare decretata dall’Indice del 1559 la colpì molto profondamente, ma ebbe anche l’effetto di indurre Teresa, la cui formazione culturale era ormai compiuta, alla scrittura.

Opere principali

Bibliografia

  • Tomás Álvarez (dir.), Diccionario de Santa Teresa: doctrina e historia, Monte Carmelo, Burgos 2002.
  • Jodi Bilinkoff, The Avila of saint Teresa : religious reform in a sixteenth century city, Cornell University press, Ithaca - London 1989.
  • Gillian T.W. Ahlgren, Teresa of Avila and the politics of sanctity, Cornell University press, Ithaca - London 1996.
  • Enrique LLamas Martínez, Santa Teresa de Jésus y l'Inquisicíon española, Consejo Superior de Investigaciones Científica, Madrid 1972.
  • Elisabetta Marchetti, Teresa d’Ávila, santa, in DSI, vol. 3, pp. 1570-1572.
  • Joseph Pérez, Thèrese d'Avila, Fayard, Paris 2007 [vers. spagnola: Teresa de Ávila y la España de su tiempo, Algaba Ediciones, Madrid 2007].
  • Alison Weber, Teresa d'Avila and the rhetoric of femininity, Princeton University Press, Princeton 1990 [trad. italiana: Teresa d'Avila e la retorica della femminilità, Le Lettere, Firenze 1993].

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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