Spirituali (XVI secolo)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Il movimento degli "spirituali" fu costituito da un insieme di prelati ed umanisti particolarmente attivo negli ambienti curiali negli anni centrali del XVI sec. Gli "spirituali" erano gli eredi del magistero napoletano (1534-41) di Juan de Valdés. Dopo la morte del Valdés una parte cospicua di essi si riunì attorno al cardinale Reginald Pole nel corso della sua legazione apostolica a Viterbo, dando luogo alla cosiddetta Ecclesia viterbensis. I più radicali trovarono un nuovo maestro napoletano nel misterioso Juan de Villafranca (morto nel 1545) e in seguito confluirono nel movimento anabattista, orientandolo verso posizioni antitrinitarie.
Un altro "padre nobile" degli "spirituali" fu il cardinale veneziano Gasparo Contarini, morto nel 1542. Le idee valdesiane, a partire dalla fine degli anni trenta, divennero sempre più egemoni nel mondo del dissenso religioso italiano, e il loro successo è alla base, secondo lo studioso Massimo Firpo, dell'originalità della "Riforma italiana".
Una dirimazione spagnola degli "spirituali", per molti versi continuatrice dell'esperienza degli alumbrados (da cui la teologia dello stesso Valdés aveva tratto linfa), si riunì attorno alla carismatica figura di Bartolomé Carranza.
Gli "spirituali" come Reginald Pole, Giovanni Morone, Bartolomé Carranza (e loro seguaci) assumevano la dottrina luterana della "giustificazione per fede", svilivano i riti e le pratiche esteriori, propugnando una religiosità basta su pochi fundamentalia fidei. Loro intenzione era riformare la Chiesa dall'interno e deprecavano la rottura con Roma operata da Lutero.
Una controversa particolarità del gruppo degli "spirituali", che li caratterizzava in senso mistico-ascetico, è l'adesione alla dottrina valdesiana della "illuminazione interiore dello spirito", che superava ampiamente il "primato della Scrittura" luterano e calvinista e ancor più delegittimava totalmente l'autorità della Chiesa: si accedeva alla Verità grazie al beneficio di un'illuminazione per grazia divina che scendeva direttamente (e gradualmente) sul fedele.

Il gruppo degli "spirituali", particolarmente influente in Curia sino all'inizio degli anni cinquanta al punto che il cardinal Pole mancò d'un soffio l'elezione papale, fu progressivamente scardinato dall'avanzata del partito inquisitoriale guidato da Gian Pietro Carafa (Paolo IV). Il papato di quest'ultimo, che fece arrestare il cardinal Giovanni Morone e molti altri prelati ed umanisti legati al gruppo, fu un punto di non ritorno. L'arresto di Bartolomé Carranza da parte dell'Inquisizione spagnola, avvenuto nell'agosto 1559, pochi giorni dopo la morte di Paolo IV e la liberazione del cardinal Morone (poi assolto da Pio IV ma nuovamente oggetto di indagini sotto Pio V) fu il punto culminante della parabola discendente del gruppo degli "spirituali" spagnoli. I giochi si chiusero poi definitivamente sotto Pio V con il processo e la condanna a morte di Pietro Carnesecchi.

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Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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