Sede inquisitoriale di Milano

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


A Milano l'Inquisizione operò sin dal XIII secolo. La sede milanese fu sempre di competenza domenicana. Nel 1228 papa Gregorio IX elesse il convento domenicano di Sant'Eustorgio come sede dell'Inquisizione in Lombardia. Tale rimase per tre secoli la sede dell'Inquisizione milanese finché nel 1558 la sede inquisitoriale fu spostata nel convento di Santa Maria delle Grazie.
Negli anni successivi all'avvio della Riforma protestante, di particolare rilievo fu l'attività inquisitoriale di Melchiorre Crivelli, estensore nel 1538 del primo Indice dei libri proibiti pubblicato in Italia. A partire dal 1550 il neo-arcivescovo Giovanni Angelo Arcimboldi si adoperò per imporre il controllo arcivescovile sull'attività dell'Inquisizione: Crivelli fu rimosso nel 1553 e sostituito da Bonaventura Castiglione, chierico secolare. Morto quest'ultimo nel 1555 i frati domenicani di Sant'Eustorgio imposero di nuovo il loro controllo dell'Inquisizione, finché nel 1558 Paolo IV nominò come nuovo inquisitore Giovanni Battista Chiarini, domenicano del convento di Santa Maria delle Grazie, sancendo il trasferimento della sede inquisitoriale in quest'ultimo convento.
Nel 1563 Filippo II cercò di introdurre l'Inquisizione spagnola a Milano, ma il progetto fallì a causa dell'opposizione delle élites milanesi così come di Pio IV e del cardinal nepote Carlo Borromeo. Quest'ultimo nel 1565 prese possesso dell'arcivescovado di Milano, facendo tramontare definitivamente l'ipotesi di installarvi l'Inquisizione spagnola. Carlo Borromeo non mancò di dare nuovo slancio all'attività inquisitoriale, imponendo le sue prerogative all'inquisitore locale Angelo Zampa e ai suoi successori. Carlo Borromeo inaugurò una tradizione a partire dalla quale gli arcivescovi di Milano mantennero ampie prerogative inquisitoriali.
La fine dell'Inquisizione a Milano fu sancita da una decisione del 1775 di Maria Teresa d'Austria che stabiliva che i giudici dell'Inquisizione nello Stato di Milano non sarebbero più stati sostituiti alla fine del loro mandato. Con la morte, avvenuta nel 1779, dell'ultimo Inquisitore Giovanni Francesco Cremona, in carica dal 1765, la sede inquisitoriale di Milano cessò definitivamente di esistere.

Vedi anche: Lista degli Inquisitori di Milano

Bibliografia

  • Marina Benedetti, Milano (età medievale), in DSI, vol. II, pp. 1041-1043.
  • Massimo Carlo Giannini, Milano (età moderna), in DSI, vol. II, pp. 1043-1044.
  • Gianvittorio Signorotto, Claudia Di Filippo Bareggi (a cura di), L’Inquisizione in età moderna e il caso milanese, Bulzoni, Roma 2009.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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