Salviani, Salustio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Salustio Salviani è stato un medico e trattatista, originario di Roma ed attivo nella città alla fine del XVI sec.

Autore di vari trattati medici, le sue teorie sulla follia sono in particolare di grande interesse e rilievo ed ebbero un'influenza sull'approccio da parte degli inquisitori ai casi di stregoneria e possessione diabolica, favorendo lo sviluppo di un certo scetticismo sulla realtà di questi fenomeni. Salviani presentò i disturbi mentali come un’affezione naturale al pari di tutte le altre e aveva proposto alcuni rimedi farmacologici per curarne i disturbi dandone quindi un’interpretazione diversa: nel 1588 Salviani - noto membro del collegio dei medici di Roma - descrisse nel De melancholia et mania morbo et eius curatione1 la malattia mentale con una prospettiva naturalistica e patologica per poi illustrare le terapie da adottare. La follia, sosteneva Salviani, era una lesione della facoltà d’immaginazione, di raziocinio e di memoria, inoltre era una corruzione degli spiriti animali corporei che provocava illusioni visive, sensitive e auditive. Per curarla, quindi per far evacuare la materia che opprimeva la mente, si raccomandava di usare salassi, purganti ed emetici; per sedare l’ansia si suggerivano sciroppi a base di papavero, di mela e di elleboro e decotti a base di lattuga e di melissa. Infine per placare l’insonnia, il medico consigliava di applicare sul capo una lozione a base di camomilla, viola, malva, rosa rossa, aneto e meliloto.
Nonostante la forte tradizione galenica, tale sviluppo della percezione medico-patologica della follia fu fondamentale perché rafforzò ulteriormente lo scetticismo in materia di stregoneria e possessione diabolica.

Bibliografia

  • Lisa Roscioni, Il governo della follia. Ospedali, medici e pazzi nell'età moderna, Bruno Mondadori, Milano 2003.

Testi on line

Article written by Domizia Weber | Ereticopedia.org © 2017

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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