Paruta, Niccolò

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Niccolò Paruta (Venezia, ca. 1530 - Nagyenyed/Aiud, 1581) è stato un eretico antitrinitario del XVI secolo, esule religionis causa.

Figlio di un ricco cittadino veneziano, Gian Giacomo Paruta, poté costruirsi una solida formazione umanistica, al punto da padroneggiare il greco e l'ebraico. A causa della sua eterodossia, fuggì da Venezia nel 1560 insieme al patrizio Andrea Da Ponte, ma, ostile all'ortodossia calvinista, passò poco dopo in Moravia, ad Austerlitz, dove era già nel 1561 e frequentò il medico eterodosso Niccolò Buccella, presente ad Austerlitz fino al 1562. Nel 1565 ospitò in casa sua Bernardino Ochino, ormai vicino a morire, che era giunto ad Austerlitz insieme a Valentino Gentile e Giovanni Paolo Alciati della Motta. Poco dopo ospitò anche Marcantonio Varotta. Nel 1571 si trasferì in Polonia, a Cracovia, dove discusse con Iacopo Paleologo e nel 1573 in Transilvania, prima a Kolozsvár (Cluj-Napoca), dove fu ospite di Ferenc Dávid, col quale era in grande sintonia sul piano teologico (con lui scrisse dieci tesi sulla giustificazione nell'ambito della disputa teologica con Iacopo Paleologo), andate perdute), poi a Nagyenyed (Aiud), dove morì nel 1581.

L'unica opera superstite del Paruta è costituita dalle undici tesi antitrinitarie del De uno vero Deo Iehova disputationes, pubblicate nel 1977 da Massimo Firpo sulla base di un manoscritto amburghese. Firpo ha identificato quest'opera con le XI Theses de trino et uno Deo, attribuite al Paruta e pubblicate a stampa da Szymon Budny nel 1575 (questa edizione a stampa è andata perduta).

Paruta elaborò un radicale antitrinitarismo, centrato sulla figura di Dio Padre/Jehovah, che rifiutava la divinità di Gesù Cristo, considerato come un profeta inviato da Dio per illuminare gli uomini, che non doveva essere oggetto di adorazione e di cui non andava cercata l'intercessione (su questo punto Paruta divergeva da Fausto Sozzini che affermava che Cristo era stato reso divino dalla resurrezione come esempio di salvezza e di vita eterna dato da Dio agli uomini).

Bibliografia

  • Domenico Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611). Studi e documenti, Firenze-Chicago 1970.
  • Massimo Firpo, Antitrinitari nell'Europa orientale del ‘500. Nuovi testi di Szymon Budny, Niccolò Paruta e Iacopo Paleologo, La Nuova Italia, Firenze 1977.
  • Valerio Marchetti, Ricostruzione delle tesi antitrinitarie di Niccolò Paruta, in Movimenti ereticali in Italia e in Polonia nei secoli XVI-XVII, Atti del convegno italo-polacco (Firenze, 22-24 settembre 1971, Olschki, Firenze 1974, pp. 211-268.
  • Martin Rothkegel, Paruta, Niccolò, in DBI, vol. 81 (2014).

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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