Capaccio, Giulio Cesare

Dizionario storico delle scienze naturali a Napoli dal Rinascimento all’Illuminismo


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Giulio Cesare Capaccio (Campagna di Eboli, 1552 – Napoli, 8 luglio 1634) fu storico, intellettuale e poeta. Membro dell’Accademia degli Oziosi, fu autore di opere dei più svariati argomenti: scritti di storia e antiquaria, oratoria sacra, libretti festivi, euristica delle imprese, compose numerose orazioni encomiastiche in latino, così come intervenne – se pur in modo rapsodico – in argomenti di critica letteraria con la pubblicazione, nel 1581, di una lettera posta in appendice all’edizione del 1582 della Gerusalemme liberata curata dall’amico Tommaso Costo. La sua Mergellina è una vera e propria trattazione ittiologico-naturalistica. Il mondo letterario delle acque diventa, infatti, il traslato di un’immaginaria enciclopedia degli stupori marini

Cenni biografici

Giulio Cesare Capaccio nacque a Campagna di Eboli (Salerno) nel 1552 dove fu avviato agli studi filosofici presso i padri domenicani. A Napoli, dove si trasferì, intraprese gli studi giuridici che completò a Bologna. Nel 1575 fece ritorno Napoli dove nel 1582 pubblicò il primo tomo delle Prediche quadragesimali a cui affiancò la Selva dei concetti scritturali (Venezia, 1593 e 1600) e il trattato Delle imprese (Napoli, 1592). Dopo un breve periodo trascorso nella sua città natale fu nuovamente a Napoli a partire dal 1593 dove ottenne l’incarico pubblico della provveditoria del deposito granaio. Gli studi antiquari gli fecero guadagnare, nel 1602, l’ambito ufficio di segretario della Città. Nel 1606, grazie agli interessi maturati nel campo della ricerca storico-archeologica e alla pubblicazione nel 1604 della Historia Puteolana, ebbe da parte del viceré don Juan Alfonso Pimantel l’incarico di esaminare e catalogare le statue antiche rinvenute a Cuma. Intanto, aveva pubblicato Il Secretario (Roma, 1589), la Mergellina (Venezia, 1598) e gli Apologi con le dicerie morali (Napoli, 1602), dando prova di una prolifica attività scrittoria che comprende anche numerose orazioni encomiastiche in latino. Nel 1611 Capaccio fu tra i fondatori della prestigiosa Accademia degli Oziosi per la quale lesse le Declamationi in difesa della poesia nel 1612. Dopo aver ricevuto importanti incarichi (ambasciatore presso il Duca di Urbino e la Repubblica di Venezia) nel 1613 fu costretto a lasciare Napoli e a ritirarsi in esilio. Dopo il fallimentare tentativo di rientrate in Città nel 1616 fu a Urbino presso la corte di Francesco Maria II della Rovere, in qualità di custode della biblioteca, dove concluse il Principe edito a Vanezia nel 1620. In seguito alla riabilitazione del figlio, accusato di concussione, Capaccio decise di ristabilirsi nuovamente a Napoli dove curò il Forastiero (Napoli, 1634). Morì a Napoli l’8 luglio 1634.

Contributo alle scienze naturali in Napoli

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Non è possibile riconoscere un apporto diretto da parte di Giulio Cesare Capaccio alle scienze naturali a Napoli poiché non ha lasciato speculazioni e ipotesi interpretative unitarie sulla realtà naturale e fenomenica; eppure è possibile intravedere, nel complesso della sua moltiforme scrittura, l’aderenza a una certa cultura scientifica atta a conferire ai suoi scritti una speciale connotazione.
Nel 1598 con la pubblicazione della Mergellina Capaccio si affaccia sulla scena della lirica partenopea presentando una silloge di dieci egloghe a tema “pescatorio”, precedute da altrettante narrazioni in prosa. L’opera ha sollevato l’interesse di Amedeo Quondam che per primo ha sottolineato la sua importanza da un punto di vista prevalentemente enciclopedico, definendola una vera e propria trattazione ittiologico-naturalistica. Il mondo letterario delle acque della Mergellina diventa, infatti, il traslato di un’immaginaria enciclopedia degli stupori marini offerta con acume catalogatorio: le bizzarre descrizioni di pesci, cetacei, molluschi, crostacei, testuggini e conchiglie sono desunte sia dalle fonti classiche, velatamente esibite, che dalle contemporanee trattazioni zoologiche (Nomenclator aquatilium animantium di Conrad Gessner, Libri de Piscibus marinis di Guillaume Rondelet). Con la Mergellina Capaccio mostra di catalogare l’esistente e l’immaginario sotto l’insegna dell’accumulo, proprio come accadeva nelle contemporanee Wunderkammern, dove l’eccezionale delle cose di natura, soprattutto quelle che giungevano dall’Asia, Africa e dall’America, trovava una perfetta collocazione.
Se ci rivolgiamo al trattato Sulle Imprese (Napoli, 1592) scopriamo un intellettuale, storico e teologo informato sull’esoterismo di Pitagora e sui geroglifici veicolati Pierio Valeriano che nel 1556 aveva rilanciato gli Hieroglyphica di Orapollo, un libretto manoscritto scoperto nel 1419 e pubblicato nel 1505 da Aldo Manuzio. Nel Principe del 1620, trattato dedicato a norme di carattere etico, civile e religioso disposto per emblemi volti a stabilire che cosa sia virtù e che cosa vizio, Capaccio ritorna su certi argomenti, proponendo un’idea elitaria della cultura simbolica già espressa da Bartolomeo Taegio nel Liceo del 1571: il linguaggio dei geroglifici è stato creato dagli antichi sacerdoti egizi «occioché la maestà de i celesti misterî indistintamente non si manifestasse ad ognuno, essendo i segreti d’Iddio interdetti alla profana moltitudine» (p. 4v). Sullo sfondo del controllo e del disciplinamento esercitato dalla Chiesa Cattolica di Roma che lasciava un margine d’autonomia piuttosto ridotto all’uso delle figure simboliche, i geroglifici esprimono il rapporto tra la cosa rappresentata e il suo significato simbolico che può ammantarsi, evidentemente, di un’accezione sacra.
Il nostro autore vive nell’ambiente filosofico, medico e naturalistico napoletano della seconda metà del Cinquecento compreso tra Ferrante Imperato, Berardino Telesio e Giovanni Battista Della Porta, già animato dell’attività del bolognese Leonardo Fioravanti, giunto in Città nel 1549 dove contribuì alla diffusione delle idee paracelsiane, e del poligrafo viterbese Girolamo Ruscelli, presente a Napoli tra il 1542 e il 1552 al servizio di Alfonso D’Avalos e promotore dell’Accademia dei Secreti, da non confondere con quella omonima fondata da Della Porta.
Il carteggio di Giulio Cesare Capaccio consente di rintracciare la rete dei rapporti intessuti con le maggiori personalità del tempo. Intrattenne rapporti di amicizia con il già citato Della Porta, come prova l’epistola contenuta nel Secretario del 1589, dove il nostro autore invita lo scienziato a curare la ristampa della Magia naturalis edita in una prima edizione nel 1558. Di particolare interesse appare anche la lettera rivolta al farmacista Ferrante Imperato. Al di là dei toni encomiastici dello scritto, il nostro autore coglie significativamente il suo metodo di lavoro capace di integrare la messe di informazioni tratte dagli scrittori antichi con quelle ricavate dall’osservazione diretta della realtà (Giulio Cesare Capaccio, Il Secretario, Roma, nella Stamperia di Vincenzo Accolti, 1589, p. 384: “noi siamo maggiormanete obbligati a V.S. mentre raccogliendo libri, minerali e semplici a gli scritti de gli Antichi porge vivacissimo lume; e a noi, informandoci di cose così rare, dà occasione di maraviglia”). La nota Historia naturale del 1599 di Ferrante ha proprio lo scopo di rendere manifesta “la cognizione dei secreti della natura” (Ferrante Imperato, Dell’Historia naturale […], nella quale ordinatamente si tratta della diversa condition di miniere, e pietre, con alcune historie di piante, e animali, fin’hora non date in luce, in Napoli, nella Stamperia d Porta Reale, per Costantino Vitale, 1599, lettera dedicatoria, c. 1) insiti nei minerali, animali e piante attraverso l’indagine e la spiegazione di processi e strumenti. Capaccio poi raccomanda al lettore di visitare il museo di Imperato, descritto anche nella sua opera più nota, il Forastiero del 1634.

Impatto nel contesto italiano ed europeo ed eredità intellettuale

Sfogliando le storie letterarie secentesche non è raro imbattersi nel nome di Giulio Cesare Capaccio. Lorenzo Crasso (1623-1691), intellettuale, poeta napoletano e membro dell’Accademia degli Oziosi, ne traccia un profilo negli Elogii d’huomini letterati (Venezia, 1666), un repertorio bio-bigliografico che ricalca il modello della galleria illustrata di scrittori ed eruditi, definendolo “huomo tra gli antiquari famoso” (p. 229). Lo stesso Crasso ritornerà più tardi, nel 1682, con l’Istoria de’ poeti greci e di que che in greca lingua hanno poetato, a lodare Capaccio in qualità di “scrittore di storie, d’orazioni, d’imprese, di materie scritturali, di politica, di poesie italiane, latine, e greche” (p. 282), mettendo in rilievo la prolifica attività e produzione del nostro autore che gli fece meritare l’appellativo di “gran Letterato” (ivi). Era stato già l’abate Girolamo Ghilini (1589-1668), membro dell’Accademia degli Incogniti, a dedicare a Capaccio un sintetico profilo biografico e culturale nel Teatro d’huomini letterati edito nel 1647, lodando in particolare “l’eccellenza dell’ingegno suo in tutte le parti meraviglioso” (p. 132). Al di là degli evidenti toni elogiativi, i repertori bibliografici del XVII secolo tramandano con chiarezza la versatilità degli interessi di Capaccio, “uomo di gran letteratura” (Niccolò Toppi, Biblioteca napoletana ed apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno, Napoli, appresso Antonio Bulifon, 1678, p. 165), e consentono di comprendere come la sua fortuna fosse legata soprattutto ai suoi volumi storico-antiquari. Tale impegno lo ha reso esemplare agli occhi di quegli eruditi secenteschi impegnati nella redazione di descrizioni storico-monumentali di Napoli. Si pensi, tanto per citare un esempio, alla III ristampa della Descrittione della città di Napoli e del suo amessimo distretto di Giuseppe Mormile, edita nel 1670 per i tipi di Giovan Francesco Paci, dove “nella correzione mi sono servito di Capaccio, scrittore in simile materia accuratissimo, e di quel grido, che sa tutta la scuola degli eruditi” (dedica al Lettore, c. 1).

Bibliografia

Opere di Giulio Cesare Capaccio

  • Giulio Cesare Capaccio, Delle prediche quadragesimali di Giulio Cesare Capaccio. Professor della sacra teologia. Parte prima, in Napoli, appresso Orazio Salviani, 1582.
  • Giulio Cesare Capaccio, Delle prediche quadragesimali di Giulio Cesare Capaccio […]. Parte prima. Nuovamente corrette in questa seconda impressione. Con la sua tavola delle cose notabili, in Venezia, appresso Fabio, e Agostin Zoppini, 1584.
  • Giulio Cesare Capaccio, Delle prediche quadragesimali di Giulio Cesare Capaccio. Professor della sacra teologia. Parte seconda, in Napoli, appresso Orazio Salviani, 1586.
  • Giulio Cesare Capaccio, Il Secretario […] ove con modi diversi da quei ch’insegnò il Sansovino, si scuopre il vero modo di scriver lettere familiari correnti nelle corti. Insieme col primo volume di lettere dell’istesso autore, in Roma, nella Stamperia di Vincenzo Accolti, 1589.
  • Giulio Cesare Capaccio, Delle imprese trattato di Giulio Cesare Capaccio. In tre libri diviso. Nel primo, del modo di far l’impresa [..]. nel secondo, tutti ieroglifici, simboli […] e come da quegli cavar […] l’imprese […] nel terzo, nel figurar degli emblemi […] per l’imprese si tratta, in Napoli, ex officina Horatij Salviani, appresso Giovanni Giacomo Carlino, e Antonio Pace, 1592.
  • Giulio Cesare Capaccio, Della selva dei concetti scritturali, di Giulio Cesare Capaccio, parte prima…, in Venezia, appresso Barezzo Barezzi, e Gioseffo Peluso, 1594.
  • Giulio Cesare Capaccio, Del Secretario del sig. Giulio Cesare Capaccio napoletano […], in Napoli, appresso Giovanni Giacomo Carlino, e Antonio Pace, 1594.
  • Giulio Cesare Capaccio, Il Secretario opera di Giulio Cesare Capaccio napolitano. Ove quanto conviene allo scriver familiare, cioè, all’ornato del dire, all’ortografia, alla materia dei titoli, delle cifre, dello scriver latino, brevemente si espone. Insieme col primo volume di lettere dell’istesso autore. In questa terza editione accresciuto, & emendato, in Napoli, ad instanza di Giovanni Battista Cappello, 1594.
  • Giulio Cesare Capaccio, Il Secretario […] ove quanto conviene allo scriver familiare, cioè, all’ornato del dire, all’ortografia, alla materia dei titoli, delle cifre, dello scriver latino, brevemente si espone. Insieme col primo volume di lettere dell’istesso autore. In questa terza edizione accresciuto, et emendato. Aggiuntovi anco di più quattro tavole di quanto nell’opera tutta si contiene, in Venezia, presso Nicolo Moretti, 1597.
  • Giulio Cesare Capaccio, Mergellina. Egloghe piscatorie di Giulio Cesare Capaccio napolitano, in Venetia, appresso gli eredi di Melchior Sessa, 1598.
  • Giulio Cesare Capaccio, Il Secretario […] ove quanto conviene allo scriver familiare… insieme col primo volume di Lettere dell’istesso autore. In questa quarta edizione accresciuto, et emendato. Aggiuntovi anco di più quattro tavole di quanto nell’opera tutta si contiene, in Venezia, appresso Vincenzo Somascho, 1599.
  • Iulii Caesaris Capacii Oratio in obitu Philippi 2 hispaniarum regis catholici […], Neapoli, apud Io. Iacobum Carlinum, et Antonium Pacem, 1599 .
  • Giulio Cesare Capaccio, Della selva de concetti scritturali di Giulio Cesare Capaccio napolitano. Parte seconda…, in Venezia, presso Sebastian Combi, 1600.
  • Giulio Cesare Capaccio, Descrizione della padronanza di S. Francesco di Paola nella città di Napoli; e della festività fatta nella translatione della reliquia del suo corpo dalla chiesa di S. Luigi alla cappella del tesoro nel Duomo, in Napoli, per Aegidio Longo stampator regio, [1600].
  • Giulio Cesare Capaccio, Apparato funerale nell’essequie celebrate in morte dell’illustriss. et eccellentis. conte di Lemos, Viceré nel Regno di Napoli descritto da Giulio Cesare Capaccio, in Napoli, appresso Giovanni Giacomo Carlino, 1601.
  • Giulio Cesare Capaccio, Gli apologi di Giulio Cesare Capaccio, secretario della fidelissima città di Napoli. Con la giunta delle Dicerie morali, in Napoli, appresso Giovanni Giacomo Carlino, 1602.
  • Iulii Caesaris Capacii Neapolit. urbi a secretis panegyricus. Octo Neapolitanorum patronis scriptus. in celebritate qua d. Thomas Aquinas octavus urbis patronus adscitus est, Neapoli, apud Constantinum Vitalem, 1604.
  • Iulii Caesaris Capacii Puteolana historia a Iulio Caesare Capacio neapolitanae vrbis a secretis et ciue conscripta. Accessit eiusdem De balneis libellus, Neapoli, excudebat Constatinus Vitalis, 1604.
  • Giulio Cesare Capaccio, La vera antichità di Pozzuolo descritta da Giulio Cesare Capaccio, Roma, appresso Giovanni Giacomo Carlino, e Costantino Vitale, 1607.
  • Giulio Cesare Capaccio, Gli apologi di Giulio Cesare Capaccio, secretario della fidelissima citta di Napoli: con la giunta delle Dicerie morali, in Napoli, per Gio. Iacomo Carlino & Costantino Vitale, 1607.
  • Giulio Cesare Capaccio, Il Secretario opera di Giulio Cesare Capaccio napolitano. Ove quanto conviene allo scriver familiare, cioè, all’ornato del dire, all’ortografia, alla materia de i titoli, delle cifre, dello scriver latino, brevemente si espone. Insieme col primo volume di lettere dell’istesso autore. In questa quinta editione accresciuto, et emendato, in Venezia, alla insegna dell’Italia, 1607.
  • Iulii Caesaris Capacii, Neapolitanae historiae, Neapoli, apud Io. Iacobum Carlinum, 1607.
  • Iulii Caesaris Capacii, Illustrium mulierum et illustrium litteris virorum elogia, a Iulio Caesare Capacio Neapolitanae urbi a secretis conscripta, Neapoli, apud Io. Iacobum Carlinum, et Constantinum Vitalem, 1608.
  • Iulii Caesaris Capacii, In funere d. Caroli Emanuelis Lotharingii oratio Iulii Caesaris Capacii Neapolitanae urbi a secretis, Neapoli, apud Ioannem Iacobum Carlinum, & Constantinum Vitalem,
  • Iulio Caesare Capacio, Illustrium litteris virorum elogia, et iudicia, Neapoli, apud Ioan. Iacobum Carlinum, e Costantinum Vitalem, 1609.
  • Iulii Caesaris Capacii, In adventu illustriss. et excellentiss. d. Petri Ferdinandi e Castro neapolitani proregis panegyricus. A Iulio Caesare Capacio neapolitanæ urbi a secretis conscriptus, Neapoli, ex typographia Ioannis Iacobi Carlini, & Constantini Vitalis, 1610.
  • Iulii Caesaris Capacii, In funere serenissimae Margaritae Austriacae Hispaniarum, et Indiarum reginae Iulij Caesaris Capacij academici Tranquilli, et Neapolitanae urbi à secretis oratio, Neapoli, ex typographia Io. Dominici Roncalioli, 1611.
  • Iulii Caesaris Capacii, In nuptiis serenissimorum Philippi Hispaniae principis cum Cristina Borbonia, et Annae Austriae cum Ludouico 13 gallorum rege. Iulij Caesaris Capacij […] panegyricus, Neapoli, ex typographia Io. Dominici Roncalioli, 1612.
  • Giulio Cesare Capaccio, Declamazioni in difesa della poesia recitate nell’Accademia de gli Oziosi da Giulio Cesare Capaccio accademico tranquillo e secretario della fedelissima città di Napoli, Napoli, per Giovanni Domenico Roncagliolo, 1612.
  • Giulio Cesare Capaccio, Relazione dell’apparato fatto dal popolo napolitano nella festività del glorioso san Giovanni Battista. All’eccellenze di don Pietro Di Castro, e donna Caterina Sandoval nell’anno 1614 del felicissimo lor governo nel Regno di Napoli, Napoli, appresso Giovanni Giacomo Carlino, 1614.
  • Iulii Caesaris Capacii neapoltanae urbi a secretis Academici Tranquilli Epistolarum liber primus, Neapoli, apud Ioannem Iacobum Carlinum, 1615.
  • Giulio Cesare Capaccio, Pomposa allegrezza fatta in Napoli per le reali nozze tra i sereniss. Filippo d’Austria con Cristina di Borbone, e Ludovico 13. re di Francia con Anna d’Austria. Ordinata dall’eccellenza di don Pietro di Castro viceré in questo Regno, e favorita dall’eccellenza di donna Caterina Sandoval sua moglie, Napoli, nella stamperia di Tarquinio Longo, 1616.
  • Giulio Cesare Capaccio, Selva de’ concetti scritturali di Giulio Cesare Capaccio napolitano. Divisa in doi volumi […] in questa nostra impressione diligentemente da molti errori espurgata, in Venetia, presso Barezzo Barezzi, 1617.
  • Giulio Cesare Capaccio, Panegirico del signor Giulio Cesare Capaccio, in lode dell’inclita città di Venezia al serenissimo principe Antonio Priuli, in Venetia, appresso Barezzo Barezzi, 1618.
  • Giulio Cesare Capaccio, Gli apologi del signor Giulio Cesare Capaccio gentiluomo del serenissimo signor duca d’Urbino; con le dicerie morali ove quasi con vivi colori al modo cortegiano l’umana vita si dipinge, la malignità si scopre, e di tutti i civili costumi si fa paragone […], in Venezia, appresso Barezzo Barezzi, 1619.
  • Iulii Caesaris Capacii, In funere excellentissimae Isabellae Feltriae, e Ruvere Bisiniani principis Vrbini celebratio Iulii Caesaris Capacii Oratio, Urbini, apud Alexandrum Coruinum, 1619.
  • Giulio Cesare Capaccio, Il Principe del signor Giulio Cesare Capaccio gentiluomo del serenissimo signor duca d’Urbino; tratto da gli emblemi dell’Alciato, con ducento, e più avvertimenti politici, e morali […], in Venezia, appresso Barezzo Barezzi, 1620.
  • Giulio Cesare Capaccio, Panegirico del signor Giulio Cesare Capaccio. Per le nozze delli serenissimi Federico di Montefeltro della Rovere, e Claudia Medici principi d’Urbino, in Venezia, appresso Barezzo Barezzi, 1621.
  • Giulio Cesare Capaccio, Apparato della festività del glorioso san Giovanni Battista. Fatto dal fedelissimo popolo napolitano a 23 giugno 1624 […], in Napoli, per Giovanni Domenico Roncagliolo, 1624.
  • Iulii Caesaris Capacii, Roma ad Beatissimum Urbanum VIII, summum ponteficem, santissimi jubilei pompam parantem, Ramae, apud Guilelmum Facciottum, 1625.
  • Iulii Caesaris Capacii, In ingressu illustrissimi, et reverendiss. Francisci Boncompagni cardinalis amplissimi archiepiscopi neapolitani Iulii Caesaris Capacii panegyricus pro neapolitanorum felicitate, Neapoli, apud Octauium Beltranum, 1626.
  • Giulio Cesare Capaccio, Apparato della festività del glorioso san Giovanni Battista fatto dal fedelissimo popolo napolitano a 23 di giugno 1625 […], in Napoli, appresso Ottavio Beltrano, 1626.
  • Giulio Cesare Capaccio, Apparato della festività del glorioso san Giovanni Battista fatto dal fedelissimo popolo napoletano a 23 di giugno 1626…, in Napoli, per Domenico Maccarano, 1626.
  • Giulio Cesare Capaccio, Apparato della festività del glorioso san Giovanni Battista fatto dal fedelisimo popolo napolitano a 23 di giugno 1627 […], in Napoli, appresso Egidio Longo, 1627.
  • Giulio Cesare Capaccio, Descrizione della padronanza di S. Francesco di Paola nella città di Napoli; e della festività fatta nella translazione della reliquia del suo corpo dalla chiesa di S. Luigi alla cappella del tesoro nel Duomo, in Napoli, per Aegidio Longo, 1631.
  • Iulii Caesaris Capacii, In funere serenissimi Francisci Mariae Secundi e Ruvere Urbini ducis Iulii Caesaris Capacii Neapolit. Oratio, Neapoli, Ex Typographia Io. Dominici Roncalioli, 1631.
  • Iulii Caesaris Capacii, In Odas eminentissimi cardinalis olim Barberini nunc Sanctissimi Papis Urbano VIII, Neapoli, Typ. Laravi Seorigij, 1633.
  • Giulio Cesare Capaccio, Il Forastiero: dialoghi di Giulio Cesare Capaccio, accademico otioso, Napoli, presso Giovanni Domenico Roncagliolo, 1634.
  • Giulio Cesare Capaccio, La Vera antichità di Pozzuolo descritta da Giulio Cesare Capaccio Secretario dell’inclita città di Napoli ove con l’Istoria di tutte le cose contorno, si narrano le bellezze, in Roma, appresso Filippo de Rossi, 1652.
  • Julii Caesaris Capacii, Historiae neapolitanae libri duo in quibus antiquitas aedifici, civium, reipublicae, ducum, religionis, bellorum […] continetur, Neapoli, Joannis Gravier, 1771.

Studi

  • Daniela Caracciolo, Alcune note sulla Mergellina di Giulio Cesare Capaccio, in Metodo della ricerca e ricerca del metodo. Storia, arte, musica a confronto. Atti del Convegno di Studi (Lecce, 21-23 maggio 2007), a cura di B. Vetere con la collaborazione di D.Caracciolo, Galatina, Congedo, 2009, pp. 231-246.
  • Daniela Caracciolo, L’enciclopedia ittiologica di Giulio Cesare Capaccio e i suoi rapporti con il collezionismo napoletano, in «Napoli nobilissima. Rivista di arti, filologia e storia», s. V, vol. X, fasc. I-II, gennaio-aprile 2009, pp. 3-20.
  • Daniela Caracciolo, Per una Wunderkammer letteraria: Mergellina la fatica marittima di Giulio Cesare Capaccio, in «Annali di critica», n. 5, 2009, pp. 33-80.
  • Daniela Caracciolo, "Regal pensier con saggia penna in carte". Giulio Cesare Capaccio tra arte e letteratura, Pisa, Maria Pacini Fazzi, 2016.
  • William Eamon, Science and the Secrets of Nature. Books of Secrets in Medieval and Early Modern Culture, Princeton-Oxford, Princeton University Press, 1996.
  • Lorenza Gianfrancesco, Accademie, scienze e celebrazioni a Napoli nel primo Seicento, in «Quaderni di Symbolon», V, 2010, pp. 177-213.
  • Francesco La Nave, Il geroglifico egizio nel Seicento. Origine egiziana della filosofia e sapienza geroglifica, in «Bruniana & Campanelliana. Ricerche filosofiche e materiali storico-testuali», a. IX, 2003/2, pp. 453-465.
  • Pierluigi Leone De Castris, Giulio Cesare Capaccio e l’arte e Napoli fra Cinque e Seicento, in «Letteratura e arte», 3, 2005, pp. 117-124.
  • Salvatore Nigro, a. v. Capaccio Giulio Cesare, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1975, vol. XVIII, pp. 374- 380.
  • Pasquale Novellino, Uno stesso “genere” in due “stili”: Prediche quadragesimali e Selva de i concetti, in «Filologia e critica», XXXII, 2006, pp. 231-260.
  • Pasquale Novellino, Il culto di Hebone: «enciclopedia» classica e visibilità contemporanea ne Il Forastiero di Giulio Cesare Capaccio, in «Res Publica Litterarum», XXIV, 2001, pp. 106-136.
  • Giuseppe Olmi, L’arca di Noè. La natura “in mostra” e le sue meraviglie, in Stanze della meraviglia. I musei della natura tra storia e progetto, a cura di L. Basso Peressut, Bologna, CLUEB, 1997, pp. 48-74.
  • Genoveffa Palumbo, Speculum Peccatorum. Frammenti di storia nello specchio delle immagini tra Cinque e Seicento, prefazione di Carlo de Frede, Napoli, Liquori, 1990, pp. 53-67.
  • Amalia Perfetti, L’alchimia a Napoli tra Cinquecento e Seicento: Leonardo Fioravanti e Giovanni Battista Della Porta, in Napoli Viceregno Spagnolo. Una capitale della cultura alle origini dell’Europa moderna (sec. XVI-XVII). Atti del colloquio tenuto a Bielefeld nel 1994, a cura di Monika Bosse e André Stoll, Napoli, Vivarium, 2001, t. I, pp. 314-318.
  • Amedeo Quondam, L’ideologia cortigiana di Giulio Cesare Capaccio, in Storia di Napoli. Il Viceregno, vol. V, Napoli, Società Editrice, 1972, t. I, pp. 503-533.
  • Pietro Giulio Riga, Alcune note sulle tendenze letterarie nell’Accademia degli Oziosi di Napoli, in Le virtuose adunanze. La cultura accademica tra XVI e XVIII secolo, a cura di C. Gurreri e I. Bianchi, Avellino, Edizioni Sinestesie, 2014, pp. 159-171.
  • Enrica Stendardo, Ferrante Imperato. Collezionismo e studio della natura a Napoli tra Cinque e Seicento, Napoli, Accademia Pontaniana, 2001.
  • Donato Verardi, La scienza e i secreti della natura a Napoli nel Rinascimento. La magia naturale di Giovan Battista Della Porta, Firenze, Firenze University Press, 2018.
  • Éva Vígh, Simbologia animale in Giulio Cesare Capaccio, iconologista-favolista, in «Rinascimento meridionale», VII (2016), pp. 93-114.

ARTICLE WRITTEN BY DANIELA CARACCIOLO | STORIADELLACAMPANIA.IT © 2020

Hinc felix illa Campania est, ab hoc sinu incipiunt vitiferi colles et temulentia nobilis suco per omnis terras incluto, atque (ut vetere dixere) summum Liberi Patris cum Cerere certamen. Hinc Setini et Caecubi protenduntur agri. His iunguntur Falerni, Caleni. Dein consurgunt Massici, Gaurani, Surrentinique montes. Ibi Leburini campi sternuntur et in delicias alicae politur messis. Haec litora fontibus calidis rigantur, praeterque cetera in toto mari conchylio et pisce nobili adnotantur. Nusquam generosior oleae liquor est, hoc quoque certamen humanae voluptatis. Tenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Campani.
[Plinius Sen., "Nat. Hist." III, 60]

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