Alvero, Girolama

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Girolama Alvero è stata una donna marchigiana del XVI sec. perseguitata dall'Inquisizione.

Originaria di Civitanova Marche, fu il punto di riferimento di un gruppo di donne (la principale complice era una certa Maria di Offida) che si riunivano celebrando un rito simile alla Messa, con tanto di comunione. L'altare era costituito da una cassa di legno ricoperta da una tovaglia, con una candela accesa sopra. Girolama Alvero era l'officiante del rito e si era anche fatta tonsurare: svolgeva dunque una sorta di ruolo di "donna prete". Il rito aveva la funzione, principalmente, di agevolare la salvezza nell'aldilà dei partecipanti. Fu condannata nel 1581 dall'Inquisizione di Ancona all'abiura de vehementi e alla pena di partecipare per un anno alla messa domenicale restando inginocchiata in mezzo alla chiesa con una candela accesa in mano (sorta di contrappasso se si tiene conto delle caratteristiche del rito officiato dalla donna).

Bibliografia

  • Giovanni Romeo, Esorcisti, confessori e sessualità femminile nell'Italia della Controriforma. A proposito di due casi modenesi del primo Seicento, Le Lettere, Firenze 1998, pp. 173-174 e p. 174, nota 27.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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