Alciati della Motta, Giovanni Paolo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Giovanni Paolo Alciati della Motta (Savigliano, ca. 1520 - Danzica, 1573?) è stato un eretico antitrinitario.

Nobile piemontese avviato al mestiere delle armi, entrò in contatto con i circoli anabattisti vicentini e attorno al 1546 fu costretto a fuggire a Ginevra, dove ebbe strette relazioni con Matteo Gribaldi, Giorgio Biandrata e altri eretici radicali. Nel 1555 ottenne la cittadinanza ginevrina, ma alla lunga entrò in conflitto con Calvino per i suoi orientamenti radicali (già si era messo in luce per la sua opposizione al rogo di Michele Serveto). Nel 1558, come Biandrata ed altri, si rifiutò di firmare la confessione di fede redatta da Lattanzio Ragnoni sotto la supervisione di Calvino e imposta alla comunità italiana di Ginevra. Per questo dovette lasciare la città, trasferendosi prima a Basilea poi a Pinczów (1562) e infine a Danzica (1564), dove morì forse nel 1573.

Bibliografia

  • Luca Addante, Giampaolo Alciati della Motta e gli eretici piemontesi nell'Europa del Cinquecento, Aragno, Torino 2013.
  • Domenico Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611). Studi e documenti, Sansoni-The Newberry Library, Firenze-Chicago 1970, ad indicem.
  • Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, a cura di Adriano Prosperi, Einaudi, Torino 1992.
  • Domenico Sella, Alciati della Motta, Giovanni Paolo, in DBI, vol. 2 (1960).
  • Aldo Stella, Anabattismo e antitrinitarismo in Italia nel XVI secolo, Liviana, Padova 1969.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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