Giorgini, Giovanni

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Giovanni Giorgini (Jesi 1535 - Jesi 1606) è stato poeta, traduttore e priore della città di Jesi.

Biografia

Nato di nobili natali da Francesco Salvoni e Francesca Giorgini, mutava il suo cognome in Giorgini sulle orme della decisione presa dal fratello Giovan Cristoforo.
Compie gli studi a Jesi e nel 1575, in età ormai adulta, diveniva Dottore in Filosofia, conseguendo la laurea all’Università di Macerata.
Riconosciuto e apprezzato per la sua cultura, è probabile che il 15 aprile 1580 ricevesse la prima cattedra di Filosofia all’Università di Jesi. Tuttavia, nell’Archivio Comunale di Jesi è presente una successiva ‘riformanza’, sempre del 15 aprile1580, nella quale si legge che il Giorgini rifiutò l’incarico assegnatogli e, il 18 aprile 1581, questo veniva offerto a Messer Giovanni Battista Baldassini.
Nel 1591 il Giorgini era Priore della città.
Nel 1595, Giovanni Giorgini pubblicò il volgarizzamento dei Cinque libri delle odi di Orazio Flacco dette in canzoni, sestine, ballate e madrigali, presso lo stampatore Pietro Farri, dedicato al Cardinale Francesco Sforza. Nello stesso anno usciva dai torchi del Farri la Canzone alla maestà del re cattolico il sig. don Filippo d'Austria. Con una facil dechiaratione di M. T. Colini, un breve componimento atto ad esaltare la grandezza di Filippo II d’Austria e a spronare il monarca spagnolo a farsi promotore della difesa della fede e dell'evangelizzazione dei popoli: si esaltano la sua repressione della rivolta calvinista nei Paesi Bassi, la cacciata degli ebrei sefarditi dal regno di Granada, la colonizzazione dei territori americani e la lotta contro l’eresia.
Del 1596 è il poema Il Mondo nuovo. Con gli argomenti in ottava rima del sig. Gio. Pietro Colini, et in prosa del sig. Girolamo Ghisilieri.
Nel 1597 Giorgini dava alle stampe il Discorso sopra l'armi o insegne, nome e cognome del cardinale Camillo Borghese, un'opera celebrativa nei confronti del futuro papa Paolo V, che l'anno precedente aveva ricevuto la porpora da Clemente VIII.

Il Mondo nuovo

Il Mondo nuovo è l’opera più importante del Giorgini, nonché il primo poema in lingua italiana sulla scoperta e conquista dell’America.
L’opera richiese un lungo lavoro di scrittura, di revisione e correzione. Fu infatti esaminata, prima di esser data alla stampa, sia dal canonico teologo Venanzo Costanzi che dal domenicano Girolamo Marchetti, affinché fosse in piena sintonia con i dettami della chiesa controriformistica.
Consta di ventiquattro canti in ottava rima, per un totale di 21.536 versi.
Il Mondo nuovo copre un arco temporale che va dal 1493, anno della seconda spedizione colombiana, con un flashback (V-VII canto) sul primo viaggio, fino al 1525 ovvero alla conquista dell’impero azteco da parte di Cortéz. I protagonisti dell'opera sono Cristoforo Colombo, la regina Isabella di Castiglia e il re Ferdinando D’Aragona; al suo interno possiamo trovare sia personaggi mitici, desunti dalle sacre scritture o dai poemi epici, che realmente esistiti, come Pietro Martire Abbate e Ferdinando Cortéz.
Il poema giorginiano non ottenne i favori della critica, che anzi fu impietosa nei suoi confronti.

Bibliografia

  • Angela Asor Rosa, Giorgini, Giovanni, in DBI, vol. 55 (2001)
  • Girolamo Baldassini, Memorie istoriche dell’antichissima e regia città di Jesi, Jesi, appresso Pietropaolo Bonelli 1765.
  • Sandro Baldoncini, L’“Epopea Americana” del sec XVI: Il Mondo Nuovo di Giovanni Giorgini, «Biblioteca Aperta», 4 (1993).
  • Albert N. Mancini, Ideologia e struttura nel “Mondo nuovo” di Giovanni Giorgini, «Annali d'Italianistica», 10 (1992).
  • Alcibiade Moretti, Memorie degli illustri jesini, Jesi, Tip. Dei Fratelli Polidori e C. 1870.
  • Marisa Perrotta, Il Mondo nuovo di Giovanni Giorgini, in Atti del III Convegno internazionale di studi colombiani, Genova 1979.
  • Giorgio Spina, Cristoforo Colombo e la poesia, Genova, ECIG 1988.
  • Carlo Steiner, Cristoforo Colombo nella poesia epica italiana, Venezia, Gatti 1891.
  • Costantino Urieli, Jesi e il suo contado, Jesi, Tipografia JPG, 1985.

Article written by Sonia Isidori | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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