Gatto, Gaspare

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Gaspare Gatto o Gatti è stato un notaio e mercante eterodosso del XVI sec., esule religionis causa.

Nacque ad Arzignano intorno al 1525. Era figlio di un maestro di grammatica che probabilmente ebbe una influenza determinante nell’indirizzare Gaspare alle idee della riforma luterana che intorno alla metà del secolo si stava rapidamente diffondendo nei centri maggiori del Vicentino. Gaspare fu a lungo notaio comunale, ma non pochi esponenti della numerosa famiglia dei Gatto di Arzignano esercitavano con profitto l’arte della lana, un’attività che gli tornerà utile quando sarà costretto ad allontanarsi dall’Italia per sfuggire alla repressione.
Quando il vicario vescovile arrivò ad Arzignano per la visita pastorale del 1567 i sacerdoti del paese descrissero unanimemente Gaspare Gatto come la figura di spicco tra gli eretici locali e indicarono come testimoni attendibili gli ultimi vicari che si erano succeduti al governo del distretto arzignanese.
Le maglie dell’inquisizione vicentina cominciarono quindi a stringersi intorno a lui e infatti i suoi rogiti notarili si interrompono bruscamente nel settembre 1570, a due mesi dalla tragica fine del compaesano Bartolomeo Belli, messo a morte e bruciato nella città berica il 4 luglio di quell’anno.
E Gaspare Gatto pensò bene di scappare e di rifugiarsi all’estero, sfruttando evidentemente la rete commerciale di famiglia e degli altri mercanti eretici arzignanesi. Negli anni 1582-1583, ormai sulla sessantina, lo troviamo a Londra, dove viveva da qualche anno «con sua moglie et sua sorella essercitando, oltra gli altri trafichi, la tintoria con grossi guadagni». Nella sua bella residenza londinese, al riparo dalla peste che infuriava, ebbe modo di ospitare illustri vicentini, tra i quali i nobili e mercanti Filippo Pigafetta e Anton Maria Ragona, come riportato nel diario inedito di quest’ultimo. Nella capitale inglese stava tentando di allevare bachi da seta, dopo un’esperienza, fallita, ad Anversa. A confermare l’indubbia fama raggiunta da Gaspare Gatto in terra inglese, c’è un aneddoto gustoso riportato dal Cantù che, parlando degli eretici vicentini, scrive a un certo punto: «A Londra si piantò Gaspare Gato mercante di seta, e alla regina Elisabetta regalò un par di calze, fatto con seta nata, filata e tessuta in Inghilterra. Le espressioni de’ contemporanei fan credere appartenesse alla setta ereticale».

Bibliografia

Article written by Silvano Fornasa | Ereticopedia.org © 2020

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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